29 Gennaio 2015, h. 12:35

STUDI – “L’anno del Jobs act”: l’occupazione nell’artigianato

Questa mattina, nel corso del seminario “Jobs Act – Il lavoro che cambia”, trasmesso in diretta streaming, l’Ufficio Studi di Confartigianato ha presentato il report “L’anno del Jobs act”, realizzato dall’Ufficio Studi in collaborazione con la Direzione Relazioni Sindacali, contenente un focus su alcuni caratteri strutturali dell’occupazione nell’artigianato.

Ecco alcuni highlights dell’Elaborazione Flash.

Tra il 2008 e il 2014 diventa critico il divario presente nel mercato del lavoro tra giovani e senior: al III trimestre 2014 il tasso di occupazione i giovani under 35 anni è al 39,8% (25,1 punti di gap con i giovani tedeschi) ed è sceso nel lungo periodo di 10,8 punti, mentre è stabile il tasso di occupazione degli over 35 anni (+0,2 punti); in controtendenza i senior con oltre 55 anni che con un  tasso di occupazione pari al 13,9% (7,6 punti inferiore al tedesco) cresce di 3,3 punti nel lungo periodo.

 

Il tasso di occupazione nel III trimestre degli ultimi 7 anni dallo scoppio della Grande Recessione per under 35 e over 55 anni

(III trimestre dal 2008 al 2014. Tassi % – Elaborazioni Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat)

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Nel 2013 i giovani under 25 in un percorso formativo scolastico o lavorativo sono il 63,7% del totale: solo il 2,2% è in formazione e nello stesso tempo occupato, valore molto inferiore al 13,0% della media Ue 28. Nel 2013 il tasso di occupazione dei giovani under 35 anni a 3 anni dalla laurea o dal dottorato è pari al 56,9%, il più basso tra quelli osservati nei principali paesi europei, con un gap di 37,1 punti con quello più alto della Germania (94,0%).

 Al III trimestre 2014 giovani tra i 15 e i 29 anni Neet – né occupati né inseriti in percorsi scolastici o formativi –  sono 2.544.800 e scendono dello 0,7% (-18.900 giovani) in un anno: Centro-Nord a -1,9% (-23.600 giovani) e Mezzogiorno a +0,3 (+4.600 giovani). L’iniziativa europea a favore della loro integrazione al mercato del lavoro o alla formazione, denominata ‘Garanzia giovani’ conta per l’Italia 383.673 giovani registrati al 22 gennaio 2015: il 22,3% dei destinatari del progetto. I giovani presi in carico con patto di servizio sono 138.777 con un indice di copertura del 37,6% sui registrati effettivi al netto delle cancellazioni prima della presa in carico.

Applicando le ultime previsioni del Governo alle unità di lavoro da conti nazionali, si osserva che l’occupazione ritornerà sopra al livello pre crisi del 2007 solo nel 2034, ben 27 anni dopo. Tra massimo del 2007 e minimo del 2014 la velocità di diminuzione è stata di 259mila occupati in meno per anno mentre la velocità di ripresa dal 2014 al 2034 sarà pari a 91mila occupati in più per anno.

La legge di stabilità 2015 ha introdotto provvedimenti di riduzione del cuneo fiscale che a regime nel 2016 determinano una riduzione del 5,4% dei 352,4 miliardi di tassazione sul lavoro calcolati per l’Italia. Partendo da un cuneo fiscale del 44,5% per una retribuzione lorda di 19.707 euro – in linea con quella dei dipendenti di micro e piccole imprese <20 addetti – il bonus di 80 euro riduce il cuneo di 3,6 punti, la riduzione dell’Irap di un altro 1,0 punto e, nel caso si tratti di un neoassunto, si riducono altri 19,3 punti portando il cuneo fiscale al 20,6%, pari ad un calo complessivo del 53,7%.

 

 

Cuneo fiscale per lavoratore dipendente di micro e piccole impresa fino a 20 addetti (retribuzione lorda)

(% del costo del lavoro – retribuzione lorda pari ai due terzi di quella media di contabilità nazionale (19.707 euro) – Elaborazioni Ufficio Studi Confartigianato su dati Banca d’Italia

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Durante il 2015 i lavoratori non stagionali coinvolti dal piano di incentivazione in Micro e Piccole Imprese sotto i 20 addetti sono previsti  in 497.450 unità, pari al 49,7% del totale, di cui 193.867 unità (39,0% dei beneficiari) per trasformazioni a tempo indeterminato: in media saranno incentivate e sottendono una trasformazione a tempo indeterminato 2 su 5 assunzioni a tempo indeterminato che si registreranno in MPI.

L’artigianato conta 2.849.595 addetti e le imprese artigiane con dipendenti – Il 40,5% delle imprese artigiane attive – ha dipendenti, con un occupazione complessiva di 2.029.211 addetti. Gli addetti delle imprese artigiane sono il 17,0% degli addetti del totale delle imprese, incidenza che arriva al 25,6% se si considerano solo le piccole imprese con meno di 50 addetti. La dimensione media dell’artigianato è pari a 2,50 addetti/impresa valore che sale a 4,38 addetti/impresa per le imprese artigiane con dipendenti. per le quali la dimensione media più alta in Veneto (5,28), Emilia-Romagna (5,20) e Marche (5,10).

Un quarto (25,4%, pari a 289.718 unità) delle imprese artigiane costituita in forma societaria. Le imprese artigiane attive a carattere individuale occupano 1.503.098 addetti, pari al 52,7% degli addetti dell’artigianato, un quarto del totale (25,6%) sono in Snc e il 14,0% in Srl. Il peso maggiore degli addetti in Srl si rileva in: Veneto (19,6%), Marche (19,3%) ed Emilia-Romagna (18,0%).

 

Nel 2012 le multinazionali italiane residenti all’estero sono 21.830 in 160 paesi con 1.753.915 addetti e un fatturato di 546 miliardi di euro ed in un anno gli addetti aumentano del 3,3% ed il fatturato del 7,1%: tra il 2007 e il 2012 l’occupazione delle controllate estere sale di 332.846 addetti, pari al +23,4%, mentre le imprese residenti in Italia perdono 896.798 addetti, pari al -5,3%.

I settori manifatturieri con il più alto grado di internazionalizzazione – addetti in attività realizzate all’estero su totale addetti in imprese in Italia – sono la Fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi (100,9%), la Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche (45,3%) e la Fabbricazione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (38,9%).

Una rilevante quota di fatturato esportato verso l’Italia da parte di queste imprese controllate  nel Tessile e confezione di articoli di abbigliamento (51,2%), Fabbricazione di articoli in pelle (42,2%) e Mobili e altre industrie manifatturiere (24,9%).

Gli Stati Uniti sono il primo paese per numero di addetti in controllate estere nelle attività industriali (123.699); seguiti da Romania (89.194), Brasile (88.343) e Cina (75.063 addetti). Le imprese estere a controllo nazionale localizzate nell’UE 27 contano gli addetti dell’artigianato manifatturiero di Lombardia e Veneto.

Nel 2013 sono 536.828 gli infortuni denunciati dalle imprese non agricole e solo il 12,7%, pari a 68.162, in imprese artigiane. In un anno gli infortuni scendono dell’8,3%, il calo nell’artigianato è ancora più marcato: -13,0%. Anche tenendo conto delle variazioni dell’occupazione e della CIG, l’incidenza degli infortuni nelle imprese tra il 2008 e il 2013 cala del 28,1%. Tra il 2009 e il 2013 gli infortuni nelle imprese artigiane cala del 35,4%, diminuzione diffusa in tutte le regioni italiane.

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