5 Agosto 2015, h. 09:24

STUDI – L’inefficienza nel servizio pubblico di smaltimento rifiuti vale 1,1 miliardi di euro

Negli ultimi due anni sul fronte dei prezzi al consumo l’economia italiana ha registrato condizioni vicine alla deflazione mentre le tariffe dei servizi pubblici locali di raccolta e smaltimento rifiuti hanno presentato una sensibile crescita: tra giugno 2013 e giugno 2015 mentre l’indice dei prezzi è rimasto sostanzialmente stabile (+0,5% cumulato nel periodo), le tariffe di raccolta e smaltimento rifiuti sono cresciute del 10,2%. Il fenomeno mostra una controtendenza (-4,4%) negli ultimi dodici mesi, ma tale andamento è ancora insufficiente a compensare una escalation che in cinque anni ha visto le tariffe rifiuti in Italia crescere del 23,7%, più del doppio del 10,1% dell’Eurozona e quasi il triplo dell’inflazione (+8,6%), esercitando una forte pressione sui costi di acquisto del servizio di famiglie e imprese.

Mentre le tariffe per lo smaltimento dei rifiuti in Italia presentano una dinamica slegata dall’inflazione e da quella degli altri Paesi europei – fenomeno evidenziato anche per la generalità dei servizi pubblici locali – il servizio presenta caratteri di marcata inefficienza. Nell’ambito delle attività di Revisione della Spesa il dossier “Valutazione dei livelli di inefficienza nella spesa corrente dei Comuni italiani delle Regioni a Statuto Ordinario” del Gruppo di lavoro “Fabbisogni e costi standard” indica che la spesa inefficiente comprimibile dei Comuni delle Regioni a Statuto Ordinario nel lungo periodo ammonta a 3.562 milioni di euro pari al 10,6% della spesa storica corrente. Il 30,1% della spesa inefficiente si concentra nel settore di smaltimento dei rifiuti, in cui si rileva un potenziale risparmio di spesa di lungo periodo pari a 1.073 milioni di euro; tenuto conto che si stima (su dati Ispra, 2014) che i Comuni delle Regioni a Statuto Ordinario prelevano 7.807 milioni di proventi per la gestione rifiuti, si conclude che il 13,7% del prelievo per rifiuti da cittadini e imprese serve a pagare l’inefficienza dei Comuni nello svolgimento del servizio.

L’erogazione di minori prestazioni del servizio rifiuti rispetto allo standard insieme a più alti costi è un fenomeno diffuso: l’analisi dei dati di OpenCivitas indica che 1.110 Comuni, pari al 16,6% dei 6.702 localizzati nelle regioni a statuto ordinario, per la funzione rifiuti spendono più del fabbisogno e offrono meno servizi rispetto agli enti con caratteristiche simili.

Infine abbiamo svolto un esercizio controfattuale considerando i valori medi dei costi dei Comuni per il servizio rifiuti rilevati per tutte le regioni italiane; l’analisi svolta evidenzia che qualora il costo del servizio nelle regioni meno efficienti si allineasse al valore medio rilevato nelle cinque regioni più virtuose – quest’ultimo benchmark è pari 122 euro per abitante, il 23,5% in meno della media nazionale di 159 euro per abitante – si otterrebbero minori costi del servizio per 2.309 milioni di euro.

 

Dinamica indice prezzi al consumo e tariffa smaltimento rifiuti a uno, due e cinque anni

(Var. % cumulata a giugno 2015 – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat)

US_05082015Dinamica indice prezzi al consumo e tariffa smaltimento rifiuti negli ultimi 5 anni

(Var. % cumulata giugno 2010-giugno 2015 – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat)

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Inefficienza della spesa dei Comuni per funzione

(Spesa storica 2010 – milioni di euro – inefficienza di costo/spesa – 6.702 Comuni in Regioni a Statuto Ordinario – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Gruppo Lavoro “Fabbisogni e costi standard”)

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Costo per abitante servizio rifiuti

(Anno 2013 – costo totale in euro per abitante – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Ispra)

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Incidenza comuni RSO che per funzione rifiuti spendono più del fabbisogno e offrono meno servizi

(% sul totale – 6.702 comuni di RSO – anno 2010 – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Mef-Sose)

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