29 Dicembre 2015, h. 12:34

STUDI – Effetto degli attentati di Parigi sulla fiducia delle imprese: a dicembre l’indice scende di 1,8 punti, ma è un calo che rientra nella norma

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I dati sulla fiducia di consumatori e imprese a dicembre pubblicati stamane dall’Istat intercettano a pieno gli effetti degli attentati di Parigi dello scorso 13 novembre, tenuto conto che le interviste dell’indagine vengono effettuate entro i primi quindici giorni lavorativi del mese e la precedente rilevazione di novembre ne fu scarsamente influenzata.

A dicembre 2015 l’indice del clima di fiducia dei consumatori scende a 117,6 da 118,4 del mese precedente e l’indice composito del clima di fiducia delle imprese italiane scende a 105,8 da 107,1 di novembre. In particolare l’indice di fiducia che considera la composizione dell’occupazione presente nell’artigianato registra una diminuzione di 1,8 punti, passando dal 112,7 di novembre a 110,9 di dicembre, rimanendo comunque sugli elevati livelli elevati registrati nell’estate del 2015. Si tratta di un calo apprezzabile ma che rimane all’interno dell’intervallo di oscillazione normale: nell’ultimo triennio vi sono stati altri sette cali dell’indice di fiducia delle imprese artigiane più ampi di quello registrato a dicembre 2015.

Nel dettaglio settoriale è forte il calo della fiducia nelle costruzioni (a 114,8 da 121,4), nel commercio al dettaglio (a 109,1 da 115,0) mentre si osserva una maggiore tenuta nella manifattura (calo a 104,1 da 104,4) ed è in controtendenza il settore dei servizi di mercato dove il clima di fiducia sale (a 114,3 da 113,8); a sottolineare che le oscillazioni rimangono nell’ambito fisiologico, va ricordato che in concomitanza con gli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001 la fiducia delle imprese manifatturiere registrò un crollo di 10,9 punti, pari ad un calo del 10,4%.

Focalizzando l’attenzione su alcune variabili esaminate dall’indagine si osserva che nelle imprese manifatturiere rimangono stabili sia i giudizi sugli ordini sia le attese sulla produzione (a -11 e a 12, rispettivamente), mentre scendono le attese sull’andamento generale dell’economia (a 19 da 11), con una maggiore accentuazione per le imprese produttrici di beni strumentali (da 25 a 13), fornitrici di macchinari e tecnologie ai Paesi emergenti, maggiormente interessati dal rallentamento del commercio internazionale. Nelle costruzioni peggiorano i giudizi sugli ordini e/o piani di costruzione (a -37 da -29) ma rimangono stabili le attese sull’occupazione (a -11).

Nei servizi di mercato crescono sia i giudizi che le attese sugli ordini, a 10 da 5 e a 10 da 9 i rispettivi saldi, ma si contraggono le attese sull’andamento generale dell’economia (a 22 da 27). Nel commercio al dettaglio migliorano le attese sulle vendite future (a 29 da 24) ma peggiorano sensibilmente i giudizi sulle vendite correnti (a 13 da 32); in accumulo sono giudicate le scorte di magazzino (a 7 da 3).

 

Fiducia imprese – indice con composizione occupazione artigianato

(Dicembre 2012-dicembre 2015 – indice 2010=100 – totale Italia – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat)

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