24 Gennaio 2016, h. 09:45

Lo stato del settore orafo vicentino. Per il presidente Pozzebon “qualche segnale positivo, si punta su export e giovani”

Pur nel difficile contesto economico internazionale degli ultimi anni, l’artigianato orafo vicentino sta dando prova di grande reattività, portando a casa nel 2015 qualche risultato incoraggiante. “Le complesse vicende economiche e politiche hanno condizionato inevitabilmente il settore – spiega Franco Pozzebon, presidente della Categoria Metalli Preziosi regionale e di Confartigianato Vicenza, determinando una riduzione e selezione delle imprese del tessuto produttivo vicentino, che al terzo trimestre 2015 registra 795 imprese attive, di cui 453 artigiane. La situazione ha però sollecitato gli operatori a sviluppare ulteriormente quello che è nel loro Dna, ovvero la capacità di adattamento e la flessibilità, assieme alla peculiarità di saper abbinare manualità a innovazione”.

Dopo un decennio difficile per il comparto, che ha visto un dimezzamento della produzione, si osserva qualche segnale positivo: considerando la media annuale dell’indice (dati grezzi) si rileva che tra il 2009 – anno di livello minimo – e il 2014 la produzione del comparto è aumentata del 29,1%. Anche dati del periodo gennaio-ottobre 2015 segnano per Vicenza una crescita della produzione, pari a +5,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. A dare qualche ulteriore segnale di fiducia è l’andamento dell’export – da sempre vocazione delle piccole imprese, grazie anche alla vetrina di Fiera di Vicenza – che continua a tenere, registrando una crescita del 5,9%, dato che deve però tener conto del valore del metallo. “Il rafforzamento del dollaro –sottolinea Pozzebon – con il conseguente indebolimento dell’euro, rappresenta un enorme vantaggio per chi esporta nel mercato americano. Un traino che si aggiunge a quello messo in campo già dalla Banca Centrale Europea, la cui politica monetaria espansiva ha contribuito negli ultimi tempi a indebolire la valuta UE nel cambio col dollaro, a tutto vantaggio dell’export europeo”.

Se i principali mercati di sbocco delle esportazioni orafe vicentine, nei primi nove mesi del 2015, si confermano essere Hong Kong (19,3%), Emirati Arabi Uniti (15,8%) e Stati Uniti (12,7%), a dare le migliori performance sono mercati come Messico (+71,1%) e Sud Africa (+48,5%), che testimoniano il dinamismo delle piccole imprese a muoversi direttamente anche in nuovi contesti con un’offerta diversificata. “L’attenzione è inoltre su aree promettenti – aggiunge Pozzebon – come Iran e Vietnam, che ancora non esprimono grandi volumi ma a cui la categoria guarda con interesse, progettando attività anche l’export in ambito UE, dove crescono le vendite verso Germania, Francia e Regno Unito. “Purtroppo -prosegue Pozzebon -rimane in stagnazione il mercato interno, un tempo primo acquirente per cultura e stile. Ora l’auspicio è che i timidi segnali di ripresa, accompagnati dall’uso dei contanti fino a 3000 euro, possano favorire nuovamente all’acquisto di preziosi”. “Certamente – conclude il presidente Pozzebon –molti risultati dipendono anche dai cambiamenti strategici in corso nelle imprese, dove si rileva una maggior propensione all’innovazione quando c’è un ricambio generazionale o l’inserimento di nuove competenze. Quello dei giovani orafi è un tema su cui Confartigianato Vicenza crede e vuole spingere, anche con attività legate all’utilizzo di tecniche in 3D, il futuro potrà essere vincente solo con il giusto mix di competenze tradizionali e di idee innovative”. Esempi dei nuovi stimoli produttivi potranno essere verificati anche in occasione della “Collettiva” di aziende che Confartigianato Vicenza organizza anche quest’anno nell’ambito di VicenzaOro January in Fiera (fino al 27).

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