11 Febbraio 2016, h. 15:13

STUDI – Con fine stop all’import cinese in UE a rischio 69.800 occupati in artigianato italiano

Le istituzioni europee stanno proseguendo nelle valutazioni sul riconoscimento alla Cina dello status di economia di mercato (Market economy status, Mes). Dopo l’ingresso del Paese nell’Organizzazione mondiale del Commercio nel 2001 l’Unione europea stabilì di valutare entro quindici anni la concessione alla Cina dello status di economia di mercato, e di conseguenza per quest’anno è prevista la definizione di una proposta sul riconoscimento da parte della Commissione. A tal proposito va ricordato che dal 2001 l’Unione europea ha triplicato il peso delle sue importazioni dal paese asiatico, che passa dallo 0,82% del Pil al 2,34% del 2015. Nel 2001 la Cina era il 9° Paese di origine delle importazioni manifatturiere dell’Italia, nel 2014 risale al 3° posto e nei primi dieci mesi del 2015 supera la Francia diventando il nostro 2° paese di origine delle importazioni dietro alla Germania.

Nei prossimi mesi, anche su richiesta dell’Italia, verrà condotto uno studio approfondito sull’impatto del riconoscimento sull’economia dell’Unione. Il riconoscimento del status di economia di mercato porterà all’abbattimento delle barriere commerciali all’import cinese: alla fine del 2014 per la difesa commerciale sono in vigore nell’Ue 81 misure anti-dumping, di cui 52 (64,2% del totale) riguardano le importazioni dalla Cina. A livello mondiale il WTO indica che il 34,9% (pari a 498 misure) delle 1428 misure anti-dumping in vigore nei Paesi membri è applicato alle importazioni dalla Cina.

In attesa delle valutazioni delle istituzioni europee, abbiamo preso in esame il modello che stima l’impatto della concessione del Mes alla Cina sviluppato in un paper dell’Economic Policy Institute e che misura potenziali perdite di occupazione che nei 3-5 anni successivi alla concessione oscillano tra lo 0,9% e l’1,8% dell’occupazione complessiva dell’Unione, indicando fino a 3.490.900 posti a rischio.

A scopo indicativo abbiamo svolto un esercizio prendendo a riferimento la distribuzione della quota di occupati a rischio per settore nell’Unione pubblicato nel lavoro e applicandola ai settori dell’artigianato italiano, con risultati che evidenziano come la composizione settoriale del manifatturiero e in particolare quello delle imprese artigiane rendono la nostra economia significativamente vulnerabile rispetto alle maggiori importazioni dalla Cina a più basso costo.

Dall’analisi focalizzata sulle imprese dell’Artigianato, si evidenzia che – se verrà concesso alla Cina lo status di economia di mercato –nei 3-5 anni successivi alla concessione sono a rischio 69.780 addetti, pari al 2,5% degli occupati dell’artigianato; le potenziali perdite di occupazione sono concentrate (77,4%, pari a 54.020 addetti) nel Manifatturiero artigiano, che presenta un tasso di esposizione al rischio del 5,5%, più che doppio rispetto al totale dell’artigianato. Considerando il totale delle Piccole imprese fino a 50 addetti i posti a rischio salgono a 223.600 unità.

Nel dettaglio territoriale la regione con il più alto tasso di occupati nell’artigianato manifatturiero a rischio è la Toscana con l’8,3%, seguita dalle Marche con il 7,8%, dall’Umbria con il 6,3% e dal Veneto con il 6,1%.

I settori manifatturieri maggiormente esposti in valore assoluto sono Tessile, abbigliamento e pelle con 24.900 posti di lavoro a rischio nell’Artigianato (15,5%), Mobili e altre manifatturiere con 8.800 addetti artigiani (8,2%), e i Prodotti metallo con 5.810 unità (3,2%).

Infine va segnalato che nell’ultimo trimestre del 2015 che il 22,9% delle piccole imprese esportatrici (con meno di 50 addetti) considera la Cina tra i Paesi maggiormente concorrenti.

I dati sull’impatto per settore e per regione nell’artigianato e nelle piccole imprese disponibili nell’Appendice statistica “Il riconoscimento dello status di economia di mercato alla Cina. Un esercizio sull’impatto sull’Artigianato e le MPI per regione”. Clicca qui per scaricarla.

 

Peso delle importazioni dalla Cina in Unione europea

(Ue a 27 – % del Pil – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat)

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Misure anti-dumping in vigore alla fine del 2014

(Valori assoluti e percentuali – misure in vigore al 31.12.2014 – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati WTO e Commissione europea)

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Occupati a rischio nell’artigianato per regione a seguito concessione Mes alla Cina

(Valori assoluti degli addetti – impatto nei 3-5 anni successivi alla concessione – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat e Economic Policy Institute)

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N.B. differenze tra la somma dei valori delle regioni con il totale Italia sono da attribuirsi agli arrotondamenti

 

 

Tassi di esposizione al rischio degli addetti dell’artigianato manifatturiero per regione a seguito concessione Mes alla Cina

(% su totale addetti artigianato manifatturiero – impatto nei 3-5 anni successivi alla concessione – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat e Economic Policy Institute)

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Cina tra i principali Paesi concorrenti per il Made in Italy

(II trim. 2004-IV trim. 2015. % imprese manifatturiere esportatrici con 1-49 addetti. In rosso media mobile a 4 termini- Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat)

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