18 Luglio 2016, h. 13:16

INDUSTRIA 4.0 – L’onorevole Lorenzo Basso illustra l’indagine della Camera dei Deputati su Industria 4.0

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L’Italia guarda al futuro con un piano d’azione per stimolare il tessuto produttivo italiano e per accompagnarlo in un domani fatto di innovazione e tecnologie digitali a supporto delle imprese. E’ il progetto “Industria 4.0”, ispirato dall’Unione europea e che ha appena concluso la prima fase, quella di studio della realtà italiana. L’onorevole Lorenzo Basso, della Commissione attività produttive, commercio e turismo della Camera dei Deputati, ha incontrato la Consulta tecnica dei Segretari di Confartigianato per illustrare i risultati di questa prima fase conoscitiva. “In questi cinque mesi di audizioni e di viaggi all’interno del mondo imprenditoriale italiano – ha spiegato il relatore alla Camera dei Deputati di “Industria 4.0”, Lorenzo Basso  abbiamo visto un’Italia molto dinamica, fatta di piccole e medie imprese che hanno voglia di competere sul mercato internazionale e che hanno la possibilità di farlo. Quest’Italia chiede un’attenzione particolare e scrupolosa rispetto alle grandi sfide della rivoluzione digitale”. Se l’Italia è in colpevole ritardo rispetto agli altri Stati europei, con “Industria 4.0” vuole recuperare il distacco e tornare a recitare un ruolo da protagonista nello scenario comunitario. Cinque i pilastri individuati dalla Camera per accompagnare le imprese italiane in questa quarta rivoluzione industriale: la costituzione di una cabina di regia governativa, la costruzione delle infrastrutture necessarie allo sviluppo digitale, come la banda ultralarga, il wi-fi e la connessione 5g, lo sviluppo delle competenze professionali digitali, gli investimenti nella ricerca e l’implementazione dell’innovazione open. “Noi abbiamo le possibilità e le competenze per rimanere una delle grandi economie del mondo – ha aggiunto Basso – Sappiamo produrre prodotti di qualità, come servizi e turismo di qualità. Per farlo, però, c’è bisogno di raccogliere la sfida, di non aver paura del cambiamento, ma sapere che la nostra cultura, il nostro know-how e la nostra consapevolezza di saper essere ancora leader mondiali possono trovare giovamento da queste nuove sfide”.
Una sfida ambiziosa che dovrà far recuperare all’Italia anni di ritardo rispetto all’Europa. La Germania, ad esempio, ha adottato un piano “Industria 4.0” già nel 2011, seguita a stretto giro da Svezia, Belgio, Gran Bretagna, Paesi Bassi e Francia. All’appello manca l’Italia, che oggi guarda a certi modelli europei, e in particolare proprio a quello tedesco, fatto di un tessuto imprenditoriale completamente diverso dal nostro. Il Segretario generale di Confartigianato, Cesare Fumagalli, ha lanciato l’allarme in più sedi, “bisogna evitare di replicare modelli che non rispecchiano la realtà italiana”. “Sarebbe sbagliato importare un modello diverso – ha risposto Basso – Sarebbe sbagliato importare il modello tedesco, fatto di organizzazione ed efficienza per le grandi imprese, o quello americano, fatto di algoritmi che vogliono condizionare il mercato. Abbiamo bisogno di una via italiana alla quarta rivoluzione industriale. Soltanto valorizzando queste nostre caratteristiche saremmo competitivi. La quarta rivoluzione industriale cambierà completamente le dinamiche e i modelli produttivi di business, andrà anche a ridurre la dimensione delle imprese di tutto il mondo. L’Italia può vivere questa come una grande sfida ma anche  come una grande opportunità – ha poi concluso il deputato PD, Lorenza Basso – Le piccole imprese saranno quelle che più possono beneficiare dalle nuove tecnologie. Se riuscirà a raccogliere questa sfida, l’Italia potrà essere uno dei maggiori beneficiari della quarta rivoluzione industriale”.

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