27 Settembre 2016, h. 16:25

STUDI – In Francia e Spagna deficit sempre oltre il 3% del PIL in 10 anni. Per Italia persiste criticità del debito pubblico, ma deficit eccessivo solo in 3 anni su 10. Germania e Olanda squilibrio macroeconomico da 4 anni

In linea con la nuova normativa sulla legge sul bilancio, entro oggi, 27 settembre, è prevista la pubblicazione della Nota di aggiornamento del DEF 2016 che indicherà le tendenze del tasso di crescita del PIL, il quadro macroeconomico e i dati chiave di finanza pubblica. Circa questi ultimi l’Istat venerdì scorso ha stabilizzato i dati del 2015 indicando un indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil pari a -2,6% (era -3,0% nel 2014) mentre il debito pubblico si colloca 132,2% del PIL, in aumento rispetto al 131,8% del 2014.

Il rapporto deficit/PIL per l’Italia si mantiene ampiamente al di sotto del limite del 3% previsto dal Patto di Stabilità e Crescita mentre rimangono critiche le condizioni del debito pubblico che è il più elevato in Uem e in rapporto al PIL è secondo solo dopo quello greco. E’ probabile che la Nota di aggiornamento del DEF 2016 non confermi l’avvio della riduzione del debito, a causa della crescita più bassa del previsto.

L’analisi delle serie storiche di finanza pubblica – integrate con le ultime previsioni della Commissione europea relativamente al 2016 e 2017 – evidenzia che nell’arco di dieci anni i 19 Paesi dell’Eurozona hanno gestito 90 casi su 190 di deficit peggiore del 3% del PIL. Nel dettaglio Francia e Spagna in tutti e 10 gli anni presentano un deficit superiore 3%, mentre l’Italia supera il limite solo in tre anni e la Germania in due. Una lunga fase di squilibrio dei conti pubblici si registra anche in Grecia (9 anni su 10 oltre il limite), Portogallo (8) e Irlanda (7).

Mentre per l’Italia, come abbiamo visto, persiste il pesante fardello del debito che condiziona pesantemente la politica fiscale, la Germania – insieme con l’Olanda – mantiene un persistente avanzo delle partite corrente che, secondo il meccanismo di allerta della Commissione europea rappresenta uno squilibrio macroeconomico. Secondo le ultime valutazioni di Eurostat nel 2015 la Germania presenta un saldo di parte corrente della bilancia dei pagamenti pari al 7,5% del Pil, in aumento rispetto al 7,0% del 2014 e di 1,5 punti al di sopra del limite massimo del 6%; per l’Olanda il saldo arriva al 9,1% del Pil, il più elevato nell’Unione. La Germania ha visto continuamente incrementare il saldo del conto corrente che, nell’arco di dieci anni più che raddoppia passando dal 3,5% del 2005 al 7,5% del 2015, violando il limite del 6% per quattro anni consecutivi.

Per approfondire le tendenze delle politiche di bilancio si veda il report “Verso la legge di bilancio 2017. Le tendenze della finanza pubblica”. Clicca qui per scaricarla.

 

 

Indebitamento netto dei Paesi UEM nel decennio 2008-2017

(% PIL – 2016 e 2017 previsioni Ce Spring forecast; in rosso deficit <-3% PIL – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Commissione europea)

us_27092016

 

 

Saldo di parte corrente della bilancia dei pagamenti dal 2006 al 2015 per Olanda, Germania e Italia
% del Pil

(Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat)

us_27092016_2

rss