10 Ottobre 2016, h. 08:49

BERGAMO – Imprese e web: una sfida per sviluppare il business

conferenzaorganizzativa-2016-sfida-digitale-6-1024x683È un rapporto positivo quello esistente tra le imprese bergamasche e il web, con un trend in crescita rispetto agli anni precedenti, anche se c’è ancora molto da fare per accompagnare le imprese a cogliere le interessanti opportunità di business garantite dalle nuove tecnologie digitali.  È questo il messaggio uscito dai lavori della 29^ Conferenza Organizzativa dei Quadri Associativi tenutasi lo scorso 7 ottobre nella sede di Confartigianato Imprese Bergamo.

L’incontro dal titolo “L’impresa e la sfida del digitale: Innovazione e Comunicazione per sviluppare il business” è stato introdotto dal direttore dell’Associazione, Stefano Maroni, che ha moderato i lavori. Il primo a porgere i saluti è stato il presidente Angelo Carrara che ha ricordato l’importanza della Conferenza Organizzativa durante la quale vengono lanciati temi molto importanti (le scorse edizioni si è parlato di welfare, innovazione, aggregazioni, internazionalizzazione) che aiutano a portare avanti non solo le imprese, ma il territorio. Carrara si è soffermato sul titolo dell’incontro e sulla parola “sfida”. “Dobbiamo smettere di parlare di crisi: siamo in un momento “sfidante”, che ci obbliga a metterci in gioco. Quella della digitalizzazione è solo una delle tante sfide che dobbiamo affrontare”. A dare la prima fotografia dell’impatto della digitalizzazione sulla vita di tutti noi è stata Valentina Trevaini, componente del Comitato di Presidenza con delega alla Formazione e Comunicazione e coordinatrice della Conferenza Organizzativa che ha ringraziato il Gruppo di lavoro “Formazione e Comunicazione” per aver lavorato tanto sul tema. “Oggi la cultura del digitale è importante in qualsiasi professione e in qualunque economia e avrà un ruolo sempre maggiore. Le imprese dovranno avere la capacita di essere comunicatori e di saper ascoltare il mercato. Comunicare l’innovazione richiede però anche innovazione negli strumenti per comunicare. Dunque, l’incontro di oggi è una grande opportunità per ascoltare e capire i vantaggi che ci può dare il digitale per modernizzare e arricchire i mestieri che già esistono”. “La mia curiosità è sapere quando potremo intonacare con un Ipad, stringere i tubi con un Iphone, dare la tinta ai capelli con il mouse – ha affermato il vicepresidente con delega all’Innovazione Giacinto Giambellini – sono certo che questo accadrà, la domanda è quando. Se la domanda la poniamo ad un artigiano digitale la risposta sarà: presto! Ma mi chiedo: quando accadrà io sarò pronto? Come persona, come utente, come cliente? Io sono un imprenditore che vuole essere al passo con i tempi e per esserlo devo avere delle risposte. Risposte che come dirigenti dobbiamo dare a i nostri soci, che contengano concretezza, fattibilità, sostenibilità. La Confartigianato è abituata a dare queste risposte, conosce il mondo che rappresenta. Nulla viene lasciato al caso. La certezza è che in un tempo vicino si potrà davvero intonacare con l’Ipad, stringere i tubi con l’Iphone, mettere la tinta con il mouse e che tutti saremo pronti”.

Licia Redolfi dell’Osservatorio MPI di Confartigianato Lombardia ha quindi presentato i risultati emersi dal sondaggio online condotto nel 2015 dall’Osservatorio MPI di Confartigianato Lombardia sulla digitalizzazione delle imprese bergamasche e lombarde a cui hanno risposto 251 imprese orobiche, nel 78,1% dei casi con più di 15 anni di attività. A Bergamo la percentuale di MPI e imprese artigiane attive sul web tocca il 55,2% (di poco inferiore alla media lombarda che è del 57,7%). La maggior parte di esse (il 68,1%) dispone solamente di un sito internet, mentre il 23,2% anche di un profilo social, il 4,3% sia del sito che di un negozio di e-commerce, mentre il restante 4,3% utilizza contemporaneamente tutti e tre gli strumentiC’è però un 44,8% che non è per nulla “digitale”. Tra i motivi che hanno portato a questa “lontananza” dallo strumento informatico, la maggior parte degli intervistati (48,9%) ha evidenziato che i propri prodotti e servizi “non sono comunicabili o vendibili sul web”, mentre il 26,6% rinuncia per la mancanza di competenze interne e per i costi eccessivi.

Infine, un ultimo “focus” presentato in Conferenza, riguarda nello specifico un’indagine effettuata da Confartigianato la scorsa primavera sul tema “manifattura digitale, innovazione e subfornitura”, destinata alle imprese del settore meccanico e manifatturiero. All’indagine hanno risposto 391 imprese totali, 106 delle quali bergamasche. Dai dati risulta che il 25,7% del campione orobico orobiche conosce e già utilizza (o ha intenzione di utilizzare in futuro) almeno una delle tecnologie digitali per la produzione (manifattura 3d, Internet delle cose, social manufacturing e/o cloudcomputing, realtà aumentata, realtà virtuale, robotica, nanotecnologie e materiali avanzati). In particolare quasi un’impresa su due della Meccanica bergamasca (il 45%) utilizza tecnologie digitali, rispetto al 23,3% degli altri settori manifatturieri.

Occorre “tenere il passo” con l’innovazione che avanza ed accettare i cambiamenti se non si vuole correre il rischio di diventare specie in via d’estinzione. Questo lo spunto di riflessione emerso dall’apprezzata esposizione di Claudio Belotti, coach di fama internazionale, che ha sollecitato le imprese e tutti i presenti a una maggiore apertura nei confronti delle nuove tecnologie e del digitale. Belotti ha ripercorso la storia di questi ultimi anni mostrando come i cambiamenti avvenuti nel mondo siano epocali. Se un tempo usavamo le costosissime enciclopedie, oggi la fonte più autorevole è Wikipedia, un’enciclopedia del web gratuita, formata non dagli esperti, ma dagli utenti. Oggi a Milano ci sono interi isolati in cui non si parla più italiano. È un fatto, la globalizzazione, la digitalizzazione sono già qui. Siamo noi che non le vediamo. Abbiamo accesso a qualsiasi tipo di informazione, il 98% delle informazioni e delle notizie è infatti su internet. Ci siamo evoluti tecnologicamente, lo smartphone che abbiamo in tasca è più evoluto della navicella spaziale che ci ha portati sulla luna. Tuttavia ci siamo evoluti molto meno della nostra consapevolezza e capacita di adattarci. Ed è per questo che l’Italia e l’Europa sono i Paesi in cui serpeggia maggiormente il pessimismo verso il futuro, diversamente da Paesi come la Cina che sono ottimisti. “Cosa significa? Chi è pessimista non fa, chi è ottimista fa perché ci crede – ha detto Belotti –. Dunque dobbiamo diventare ottimisti e essere punti di riferimento per i nostri clienti. Ricordiamoci che non è la specie più forte a sopravvivere né quella più intelligente ma quella più portata al cambiamento”.

Belotti ha quindi ripercorso le storie di marchi una volta celebri e oggi decaduti per non aver saputo prevedere e affrontare i cambiamenti, come Blockbuster, soppiantata da Netflix, Chrysler acquistata dalla Fiat, Jaguar comprata dalla Tata, i marchi Kodak e Nokia, una volta leader del proprio settore e oggi superati.

Tra i marchi che hanno saputo invece approfittare del momento c’è Amazon, colosso mondiale del mercato on-line col quale anche Confartigianato Bergamo sta trattando per avvicinare le imprese artigiane a questo canale di vendita.

“Abbiamo bisogno di network, reti di lavoro basate sulle relazioni – ha affermato Belotti -, la nuova leadership si basa sulla collaborazione, non sulla gerarchia. Bisogna avere passione ed essere solidi. Col coraggio di provare cose nuove, anche sapendo che sbaglieremo”. Fra le doti del moderno imprenditore Belotti annovera il pensiero critico (ossia la capacità di analizzare e risolvere un problema in modo innovativo, diverso); la collaborazione intra network (cioè imparare a collaborare di più, a condividere); ragionare (ossia trovare risposte e soluzioni); gestire bene la comunicazione scritta, orale e digitale; essere informati; avere curiosità e immaginazione. “È ora che smettiamo di parlare di crisi: questo è un buon momento se abbiamo la furbizia di cambiare alcuni modi di ragionare e di affidarci a chi ci può aiutare. È semplice, ma non è facile. C’è bisogno di qualcuno che te lo spieghi. Ma soprattutto non bisogna avere paura delle cose che non conosciamo. Dobbiamo sempre chiedere a chi ce lo sa spiegare”. “E – ha concluso Belotti – bisogna cogliere le opportunità. Per farlo bisogna crederci, essere positivi e sapere fare la strategia e il metodo. Avere i primi due fattori dipende da noi, il terzo fattore si trova chiedendo agli esperti. Occorre quindi credere in noi stessi e valorizzare le cose che sappiamo fare bene. E poi creare una rete con gli altri. Per poter affrontare l’era digitale come un’opportunità e non come un rischio”.

Grande entusiasmo ha suscitato tra gli intervenuti la visione del filmato “Artigiani: cantieri di futuro”. Il mediometraggio, realizzato da Confartigianato Imprese Bergamo in collaborazione con Teamitalia Srl, con il contributo di Camera di Commercio di Bergamo e Fondazione Credito Bergamasco e con il sostegno di UniSalute e Credito Bergamasco – Gruppo Banco Popolare, ha lo scopo di valorizzare l’artigianato bergamasco per recuperarne i valori e trasmetterli alle nuove generazioni, evidenziando lo stretto connubio tra tradizione e innovazione, tra lavorazione manuale e utilizzo delle nuove tecnologie, tra nuovi mestieri e radicamento sul territorio.

“Quello che abbiamo visto oggi ci obbliga a riflettere – ha detto in conclusione Carrara – Non è importante la crisi economica, ma la crisi delle relazioni”.  E presentando un filmato realizzato dal Movimento Giovani Imprenditori insieme all’Associazione Italiana Persone Down in occasione della realizzazione di un calendario benefico che ritrae imprenditori artigiani al lavoro insieme ai ragazzi con sindrome di Down, Carrara ha affermato: “Noi ragioniamo come se fossimo sempre nel nostro universo: una visione, un senso, un verso. Ma i più grandi astrofisici dicono che esistono i “pluriversi”, più piani, più mondi, ma soprattutto più punti di vista. Quindi occorre che iniziamo a pensare come in un “pluriverso”. E dobbiamo fare dei contratti anche con le altre generazioni, quelli che sono diversi da noi”. “Il rischio della digitalizzazione è una grande connessione – ha concluso -,  ma anche una grande solitudine. E infatti non siamo mai stati cosi soli come adesso. La sfida del digitale è imprescindibile. Tutto quello che abbiamo visto oggi capita, è questione anche di mesi. Ma tutto ciò va coniugato con l’innovazione delle relazioni. Solo con questa pluralità di visioni arriveremo a vincere questa sfida in modo eccezionale. Perché l’innovazione è anche questo. E finché avremo questi giovani, il nostro mondo non finirà”.

La mattinata è terminata con la visita guidata alla mostra “Dalla radio alla fibra ottica. Storia artigiana delle telecomunicazioni moderne” in Sala Agazzi, esposizione delle invenzioni dei piccoli imprenditori artigiani che hanno fatto la storia delle telecomunicazioni.

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