Progetto Arte

L’arte della lavorazione del tufo nelle mani di due fratelli materani

Giuseppe e Vincenzo Rizzi fotografati da Ivan Demenego – testo di Fabrizio Cassieri

 

rizzi-bMatera sta vivendo una fase di crescita esponenziale, confermandosi come una delle realtà italiane più attive e dinamiche. Una città capace di attrarre turisti e investimenti, stimolando il tessuto imprenditoriale e la nascita di una nuova generazione di artigiani. Qui sono nati e cresciuti Giuseppe e Vincenzo Rizzi, due fratelli oggi quarantenni. “Abbiamo iniziato quasi per caso – racconta Giuseppe – con un piccolo sasso che avevamo preso con gli amici per passare le serate, come si fa spesso a quell’età. Ci siamo messi a lavorare per risistemarlo, ci siamo appassionati e, dopo venti anni di attività, l’entusiasmo è ancora quello dei primi tempi”, spiega con un sorriso questo giovane artigiano materano, che insieme al fratello Vincenzo e altri tre collaboratori sono il cuore, la mente e le braccia della Progettoarte di Matera. “Facciamo lavorazioni artigianali del tufo per l’edilizia e il restauro, oltre alla creazione di complementi d’arredo e oggettistica per la casa. Lavoriamo seguendo le tecniche tradizionali della nostra città, che venti anni fa, quando abbiamo iniziato, si stavano perdendo”.

Sono lontani i tempi della “Matera vergogna d’Italia”. Oggi, i sassi sono un brulicame di attività, una fucina di cultura e buona tavola, di arte e di artigianato di qualità che può vantare un’impresa d’eccellenza come questa. “Ogni giorno facciamo innovazione di prodotto, esploriamo le nuove tendenze dell’interior design e sperimentiamo nuove forme da presentare ai nostri clienti. In venti anni di impresa, abbiamo sviluppato milioni di idee – aggiunge Giuseppe Rizzi – Vendiamo sul web, ma il nostro mercato di riferimento rimane la Basilicata e le regioni limitrofe”.

OLYMPUS DIGITAL CAMERANonostante l’effervescenza del territorio lucano, anche la Progettoarte si scontra con le tante difficoltà italiane. Burocrazia, fisco e credito soprattutto, le tre zavorre degli imprenditori artigiani. “Il sistema creditizio ha parametri troppo rigidi per il dinamismo di una piccola impresa. Le banche sposano il conto corrente, non le idee degli imprenditori”, denuncia un imprenditore che ha iniziato comprando un attrezzo alla volta, reinvestendo immediatamente il profitto dei primi lavori. “C’è bisogno di un netto cambiamento culturale nei confronti delle piccole imprese – aggiunge – Servono regole certe in cui operare, non si può affidare tutto alle interpretazioni dei burocrati o dei funzionari pubblici”. Per fortuna, però, c’è il tufo di Matera da lavorare. “Vedere ciò che riusciamo a creare con le nostre mani, dagli elementi per il restauro alle creazioni per l’arredo casa, è l’energia per continuare a migliorarci. Il tufo di questa terra, che è una pietra calcarea di formazione sedimentaria, è un materiale fantastico, estremamente duttile ma anche molto fragile. Si presta alle lavorazioni ma va trattato con attenzione – spiega ancora Giuseppe Rizzi – perché basta una disattenzione per vanificare tutto il lavoro fatto. La soddisfazione maggiore è stringere tra le mani una nostra creazione, guardarla e capire la bellezza di ciò che siamo riusciti a creare plasmando il tufo della nostra terra”.

 

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