28 Gennaio 2013, h. 00:00

Slitta la prima rata della Tares, i rifiuti si pagheranno a luglio 2013

Il Governo ha rinviato alla prossima estate il pagamento della prima rata della Tares, la nuova tassa sui rifiuti e servizi che dal primo gennaio di quest’anno ha sostituito la Tarsu e le tariffe Tia. Si tratta del secondo rinvio in poche settimane. Inizialmente, cittadini e imprese, avrebbero dovuto versare il tributo in quattro rate, la prima con scadenza a gennaio. A ridosso di Natale, con la Legge di stabilità, il Governo ha spostato il pagamento al 30 aprile; in questi giorni, nel Decreto per l’emergenza rifiuti in Campania e Lazio è spuntata un’ulteriore proroga. La prima rata della Tares si pagherà a luglio. L’allungamento del calendario porta con sé un’immediata conseguenza: le rate non saranno più quattro ma probabilmente due. La prima da versare a luglio, mentre la seconda entro dicembre. Due maxi rate che cadranno in altrettanti momenti dell’anno particolarmente pesanti dal punto di vista fiscale, coincidendo con i versamenti degli acconti e i saldi Irpef, Ires e IMU. Rete Imprese Italia, in una nota, ha bollato il rinvio come un “compromesso dal sapore elettoralistico che sposta il problema senza risolverlo”. Lo slittamento, insomma, sarebbe dettato più da necessità elettorali che dalla reale volontà di avere più tempo a disposizione per correggere alcuni meccanismi della Tares che rischiano di far esplodere le tariffe. Che la Tares colpirà duro è chiaro da tempo. Secondo le prime stime dell’Ufficio studi di Confartigianato la nuova tassa costerà a cittadini e imprese circa 1 miliardo e 700 milioni in più l’anno con un aggravio di spesa di circa 28 euro per abitante. A rendere rovente la bolletta, saranno due elementi: l’imposta dovrà finanziare integralmente i costi della raccolta e smaltimento dei rifiuti, e i comuni che finora non sono riusciti a raggiungere la copertura totale del servizio con la Tarsu, dovranno necessariamente alzare le tariffe; in più, la Tares, servirà per coprire le spese dei “servizi indivisibili dei comuni”, quali illuminazione pubblica e manutenzione delle strade. Per le imprese, le variazioni del prelievo presentano significative differenze per settore di attività, territorio e classe dimensionale dei comuni. Non è escluso che alcuni settori che producono pochi rifiuti possano addirittura risparmiare nel passagguio da Tarsu a Tares, come nel caso dei parrucchieri, ma nel complesso si pagherà di più. Ad esempio, un laboratorio di pasticceria di 80 metri quadri vedrà salire il costo del servizio di circa un terzo, se in città, e addirittura triplicare se in un piccolo centro urbano.

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