29 Ottobre 2013, h. 00:00

Il ‘made in’ incassa il primo «sì» dell’Europa

La battaglia di Confartigianato per tutelare i prodotti di qualità «made in Italy» ha tagliato un traguardo storico. Con 27 sì, 5 no e 7 astenuti, la Commissione mercato interno del parlamento europeo ha approvato la proposta di regolamento sul ‘made in’ presentata dal Vicepresidente della Commissione Europea Antonio Tajani che impone l’indicazione del paese di effettiva produzione per tutti i prodotti immessi nel mercato dell’Unione. “Saranno obbligati tutti quanti – ha spiegato Tajani ai microfoni del Tg@ di Confartigianato – a imporre il marchio ‘made in’ per i prodotti fatti in Europa e l’imprenditore avrà la facoltà di scegliere se scrivere ‘made in Europe’ oppure ‘made in Italy’ o ‘made in France’ a seconda del paese dove è stato realizzato. Saranno naturalmente obbligati a imporre il marchio di produzione anche gli imprenditori di Paesi extraeuropei. Non potremo avere in circolazione in Europa prodotti che vengono dalla Cina, dall’India, dal Vietnam che non abbiano l’etichettatura ‘made in China’, ‘made in India’, ‘ made in Vietnam’».
Soddisfatto il Presidente di Confartigianato, Giorgio Merletti, che parla di una “tappa storica per le imprese italiane”. “Confartigianato – aggiunge – “si batte da sempre per una chiara ed inequivoca identificazione dell’origine dei prodotti e delle lavorazioni, perché il mondo cerca il Made in Italy e i consumatori sono disposti a pagare un premium price pur di avere un prodotto fatto in Italia a regola d’arte”. Il disco verde a questo primo pacchetto europeo di misure a tutela dei prodotti fatti nell’Unione, arriva al termine di oltre dieci anni di negoziati e battaglie che hanno visto Confartigianato sempre in prima fila accanto agli europarlamentari italiani per difendere dalle contraffazioni le migliori produzioni del made in Italy e il diritto dei consumatori a conoscere l’origine dei prodotti acquistati. E proprio sulla sicurezza dei prodotti ha fatto leva la proposta legislativa di Tajani per scardinare, per ora solo in commissione, la resistenza del Paesi liberisti del nord Europa, più sensibili al tema sicurezza che al marchio di origine delle merci, vista la scarsa vocazione manifatturiera e l’ampio ricorso alla delocalizzazione Per diventare legge, però, il ‘made in’ deve ancora affrontare due ostacoli. Il primo è atteso entro fine dicembre con il voto in seduta plenaria dell’Europarlamento, un appuntamento che non dovrebbe riservare cattive sorprese. Più complessi saranno i successivi negoziati con il Consiglio d’Europa, dove si farà sentire l’opposizione dei paesi anglo scandinavi e della Germania. In vista di questo doppio appuntamento il presidente di Confartigianato Giorgio Merletti ha chiamato alla responsabilità i governi nazionali, a partire dal nostro. “Ora – ha detto – auspichiamo che anche il Governo Letta faccia la sua parte per difendere e valorizzare il ‘modello Italia’.

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