10 Marzo 2014, h. 00:00

Le imprese specialistiche finiscono nel caos

In questi anni di crisi economica e politica, governi e istituzioni hanno dato spesso il peggio di loro stessi. Norme annunciate e mai entrate in vigore, le finanziarie scritte in una notte, e potremmo continuare ancora a lungo. Oggi, però, a questa galleria degli orrori si aggiunge l’ennesimo, disarmante episodio. Questa volta tocca alle piccole imprese specialistiche che orbitano nella galassia degli appalti pagare, almeno per ora, le conseguenze dell’instabilità e della scarsa capacità progettuale della politica italiana. “Una situazione insostenibile, noi in queste ore, in questi giorni stiamo lavorando affinché il governo recuperi la situazione e nel prossimo decreto reintroduca queste disposizioni”, ha denunciato Stefano Bastianoni, Segretario di Confartigianato Costruzioni.
Una storia, però, che è bene ripercorrere a ritroso. Tutto nasce quando le grandi aziende generali fanno saltare l’obbligo di qualificazione per le imprese che lavorano nella galassia degli appalti, confinando le piccole imprese specialistiche fuori dal mercato. Dopo le proteste di Confartigianato e delle altre organizzazioni di rappresentanza, però, una norma inserita nel cosiddetto ‘decreto Salva Roma’ avrebbe permesso nuovamente alle piccole imprese di lavorare. Una speranza per migliaia di aziende delle costruzioni, dell’impiantistica, delle pulizie, del restauro che altrimenti sarebbero state condannate alla chiusura. Ma quando il Salva Roma veniva affossato in Parlamento, le piccole imprese finivano nuovamente in un pericoloso cono d’ombra normativo. Nonostante le rassicurazioni che volevano quella norma nella nuova versione del Salva Roma, la bollinatura della Ragioneria dello Stato e le notizie pubblicate sui principali quotidiani italiani, di quella norma, nella terza versione del Salva Roma, non c’era traccia. Sparita, sfilata un attimo prima della firma del Presidente della Repubblica. E imprese specialistiche di nuovo nel baratro. Nel frattempo, però, è stato avviato un tavolo tecnico di confronto tra il Ministero delle Infrastrutture e le sigle di rappresentanza per snellire e modernizzare quelle norme del codice appalti che riguardano la qualificazione delle micro e piccole imprese ed il rapporto tra loro ed i general concractor. “Il principio che noi, a quel tavolo, intendiamo ribadire è questo: il legislatore quando ha emanato il regolamento del Codice degli appalti ha stabilito che ci sono lavori generali e lavori specialistici – ha spiegato Stefano Bastianoni – Noi lavoriamo affinché la salvaguardia delle attività specialistiche, che è tipica delle imprese artigiane e delle piccole imprese, venga riconosciuta anche nelle leggi di riordino dell’intero sistema normativo degli appalti”. Un principio che Confartigianato proporrà al Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Maurizio Lupi, nell’incontro che le sigle di rappresentanza hanno chiesto urgentemente per porre fine ad una vicenda grottesca, l’ennesima di questa Italia che naviga a vista.

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