25 Giugno 2014, h. 00:00

Piccola mobilità, è caos sulle assunzioni del 2012

I problemi sembrano non finire per le piccole imprese artigiane. Non bastavano la crisi economica e quella strutturale del Paese, una politica incapace di migliorare la vita dei cittadini, la tassazione alle stelle e tutte le altre questioniche tengono legata l’economia italiana. Oggi, infatti, sugli imprenditori, o almeno su una parte di questi, si aggira una nuova ed inquietante nube: quella di una possibile richiesta di restituzione degli incentivi del 2013 legati alla piccola mobilità. Fin dal 1993, infatti, una piccola impresa poteva assumere chi era stato licenziato da un’altra impresa ed era privo di mobilità, sfruttando un bonus mensile di circa 300 euro ad assunto. Una possibilità importante, tanto per chi aveva perso il lavoro, parliamo in media di lavoratori di 50 anni, quanto per le piccole imprese, che potevano contare su forza lavoro già qualificata. Nel 2013, però, la riforma Fornero cambia il mercato del lavoro, chiude l’esperienza della piccola mobilità ma lascia per i primi mesi del 2013 un vuoto normativo sul destino dei fondi già assegnati con le assunzioni del 2012. Se è vero che l’INPS aveva comunicato che la norma non sarebbe più esistita per le assunzioni fatte nel 2013, è pur vero che migliaia di imprenditori avevano ottenuto quei fondi nel 2012, con contratti della durata di 12 o 18 mesi, in alcuni casi anche per tutto il 2013. Oggi, però, sembra che lo Stato non riesca a trovare i 40/50 milioni di euro necessari per coprire gli incentivi già assegnati nel 2012, ma anzi, che voglia farsi restituire quei fondi, creando l’ennesimo, incredibile paradosso. “Fin dall’inizio, Confartigianato si è mossa per chiedere il rifinanziamento dei contratti e degli accordi già fatti nel 2012 e, nel caso in cui l’INPS dovesse fare rivalsa, Confartigianato Imprese è pronta fin da ora, per sostenere eventuali azioni legali, anche con azioni pilota, che fossero necessarie”, ha sottolineato Claudio Miotto, vicepresidente vicario di Confartigianato con delega alle politiche fiscali. Se l’INPS dovesse iniziare spedire le note di rettifica agli imprenditori che hanno assunto nel 2012 grazie alla piccola mobilità, il rischio sarebbe quello di innescare una serie di azioni legali a catena che danneggerebbero tutti, dall’INPS agli artigiani. “Quanto costa creare un nuovo posto di lavoro? – ha continuato Miotto – In questo caso, abbiamo aziende che cercano professionalità già qualificate e che, con un decremento di 250/300 euro, possono creare immediatamente posti di lavoro. Credo che ci siano abbastanza elementi affinché il Governo si faccia carico di trovare queste risposte, che sono risposte economiche e che porterebbero vantaggi economici e sociali estremamente superiori all’investimento”.

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