16 Febbraio 2015, h. 12:43

STUDI – Crisi Libia: negli ultimi 3 mesi crollo vendite del made in Italy del 35,1%

Con l’aggravarsi delle condizioni di sicurezza in Libia la Farnesina domenica 15 febbraio segnala che “l’Ambasciata d’Italia a Tripoli ha sospeso temporaneamente le proprie attività fino a nuovo avviso. L’escalation della crisi in Libia ha condizionato l’andamento dell’interscambio commerciale: nell’ultimo trimestre disponibile, settembre-novembre 2014, il made in Italy verso la Libia crolla del 35,1%.

Nel totale dei primi 11 mesi del 2014 il made in Italy verso la Libia vale 2.063 milioni e scende del 18,5% rispetto allo stesso periodo del 2013; in parallelo nello stesso periodo sono cadute del 47,6% le importazioni, prevalentemente energetiche.

Dopo le esportazioni di prodotti petroliferi raffinati (56%) i settori interessati dagli acquisti dalla Libia sono: Macchinari e apparecchiature (9,6%), Apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (7,1%), Prodotti alimentari (4,4%), Autoveicoli (3,2%), Prodotti delle altre industrie manifatturiere (2,7%; la metà rappresentato da Gioielleria, e pietre preziose lavorate).

Va segnalato che l’export italiano nel 2013 aveva recuperato i livelli precedenti alla crisi del 2011 connessa con la guerra civile in Libia.

In Libia sono rilevati, al 2013, 6.952 operatori all’esportazione.

 

Export ed import con Libia

(2006-2014 – milioni di euro – primi 11 mesi dell’anno – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat)

STUDI_libiaOltre i due terzi delle esportazioni non energetiche verso la Libia provengono da cinque regioni italiane: Lombardia con il 23,3%, Veneto con 13,9%, Emilia-Romagna con 12,0%, Toscana con 9,5% e Campania con 9,4%. Le province maggiormente esposte sono Milano, seguita da Torino, Salerno, Napoli, Padova, Verona, Vicenza, Arezzo, Brescia e Bergamo. Pressoché l’intero export petrolifero proviene da Siracusa (62,5% del totale Coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio) e Cagliari (36,2%.

L’analisi per territorio nel focus statistico.

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