9 Marzo 2015, h. 13:11

STUDI – Al via il Quantitative easing (Qe) della Bce per combattare la deflazione; in Eurozona prezzi in calo dello 0,6%. Attesi effetti positivi su tassi interesse e cambio

Oggi parte il programma ampliato di acquisto di attività finanziarie nell’Eurozona da parte della Bce finalizzato a combattere la deflazione, noto come Quantitative easing (Qe); il programma varato il 22 gennaio scorso dal Consiglio direttivo della BCE prevede l’acquisto da parte dell’Eurosistema di titoli per 60 miliardi al mese, da marzo di quest’anno a settembre 2016, per un totale di 1.140 miliardi.

Le operazioni proseguiranno, comunque, fino a quando non si vedrà un cambiamento duraturo, che riporti la traiettoria dell’inflazione verso l’obiettivo di un valore vicino al 2%; gli interventi potrebbero portare ad acquisti di titoli di Stato italiani valutati nell’ordine di 130 miliardi; nell’arco di 19 mesi si tratta di acquisti di titoli del debito pubblico italiano per 6,8 miliardi al mese.

Gli acquisti di titoli spingono verso il basso i tassi di interesse e accrescono la convenienza per il sistema bancario a concedere credito all’economia rispetto agli impieghi in titoli pubblici. Va ricordato, infatti, che nell’arco degli ultimi tre anni, successivi allo scoppio della crisi del debito sovrano, la consistenza dei titoli di stato nei bilanci della banche è quasi raddoppiata (+91,1%) crescendo di 190,9 miliardi di euro equivalente ad un ritmo di 5,3 miliardi al mese. Il ritmo di acquisto mensile di titoli di stato italiani nell’ambito del programma di Qe della Banca centrale europea (6,8 miliardi al mese) è superiore di oltre un quarto (+28%) dell’incremento medio mensile dello stock di titoli del debito pubblico detenuto dalle banche italiane dopo lo scoppio della crisi del debito sovrano nell’arco dell’ultimo triennio.

Di contro nell’arco dell’ultimo triennio i prestiti al sistema produttivo sono in flessione del 9,4%, pari a 93,1 miliardi in meno e i prestiti alle famiglie consumatrici sono diminuiti del 2,6%, pari a 13,3 miliardi di prestiti in meno.

Inoltre effetti positivi sull’economia – e in particolare per quella italiana, maggiormente orientata all’export – derivano da una svalutazione del cambio. A tal proposito va osservato che il cambio euro/dollaro nell’ultimo anno si è svalutato del 14,6%, arrivando ai minimi degli ultimi dieci anni.

Le ‘munizioni’ della BCE: l’analisi sulle condizioni di politica monetaria ad inizio 2015 nell’Elaborazione Flash “Tendenze del credito alle imprese artigiane a settembre 2014” 

Dieci anni di tasso di inflazione per Italia e Eurozona

(gennaio 2005-gennaio 2015 – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat)

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Rendimento BTP a 10 anni

(gennaio 2005-gennaio 2015 – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Banca d’Italia)

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Tasso interesse per società non finanziarie

(gennaio 2005-dicembre 2014 – nuove operazioni – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Banca d’Italia)

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Tassi di cambio euro/dollaro

(dollari per euro – gennaio 2005-gennaio 2015 – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Banca d’Italia)

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