14 Settembre 2015, h. 13:47

Alla Summer School di Confartigianato il punto su riforme e Legge di stabilità

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Dai rapporti con l’Europa alle modifiche della Costituzione e della legge elettorale. Dai cambiamenti attesi dalla pubblica amministrazione alle nuove sfide per la scuola e il sistema formativo fino alle imminenti misure di finanza pubblica. La Summer School di Confartigianato, tradizionale appuntamento della ripresa autunnale giunta quest’anno alla decima edizione, ha toccato gli aspetti più scottanti delle riforme sulle quali si gioca il futuro degli imprenditori.
Alla due giorni svoltasi a Roma il 7 e l’8 settembre, i massimi dirigenti del Sistema Confederale provenienti da tutta Italia si sono confrontati con esponenti politici di maggioranza e opposizione, rappresentanti del Governo, esperti e docenti universitari. Un’occasione di analisi, approfondimento e dibattito per costruire le prossime iniziative e attività di Confartigianato, in attesa che le riforme prendano il via e servano finalmente e davvero – come ha sottolineato il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti – “per corrispondere al mondo che cambia e per costruire una società che sia veramente di sviluppo e non continui ad essere di conservazione”. La Summer school di Confartigianato è stata teatro del confronto tra gli esponenti politici di maggioranza e opposizione che hanno ingaggiato un duello di cifre sulle misure della prossima Legge di stabilità. I margini di manovra sono, come sempre, risicati, stretti tra i vincoli europei e le ipotesi di risparmio derivanti dalla spending review. In attesa di avere le idee più chiare sulle coperture finanziarie, secondo Pierpaolo Baretta, Sottosegretario al Ministero dell’Economia e Finanze, c’è comunque spazio per alleggerire il carico fiscale sulle imprese “e per interventi – ha detto – a sostegno del lavoro e delle assunzioni. Stiamo studiando misure di decontribuzione che seguano il jobs act per continuare sulla strada della riduzione delle tasse sulle imprese”. Ipotesi confermate da Giorgio Santini, senatore del Partito democratico, il quale ha aggiunto: “Continuerà da parte del Governo, e il Parlamento rafforzerà questa tendenza, la riduzione della tassazione sulle imprese, sotto diverse forme, ad esempio con la diminuzione dell’Ires, l’imposta sul reddito, e interventi sulla tassazione degli immobili, sugli impianti ‘imbullonati’ e sulla stessa Imu sui capannoni. Inoltre, continueremo a ridurre la tassazione del lavoro a carico delle imprese”. Ma sugli impegni del Governo l’opposizione è decisamente scettica, come ha sottolineato l’onorevole Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera: “Mancano più di 17 miliardi per compensare le clausole di salvaguardia, cioè l’aumento dell’Iva dall’anno prossimo. Il Governo non ha 1 euro neanche per questi 17 miliardi, quindi tantomeno per metterne altri 10 per ridurre la pressione fiscale”. Intanto, sul fronte del mercato del lavoro qualcosa si è mosso con il via libera del Governo agli ultimi 4 decreti attuativi del Jobs act. Il senatore di Area Popolare e Presidente della Commissione lavoro del Senato, Maurizio Sacconi, li ha commentati così: “I quattro decreti sono tutto sommato positivi, soprattutto per quanto riguarda la riforma delle politiche attive per il lavoro, ma dovremo verificare in che misura lo Stato sarà in grado di condizionare le Regioni più inefficienti, che sono la maggioranza. Altrettanto positivi sono il riordino degli ammortizzatori scoiali e l’integrazione dei servizi ispettivi”. Sulle prossime scelte italiane e sui destini della nostra economia incombono però le politiche di Bruxelles, come ha sottolineato Antonio Tajani, vicepresidente del Parlamento europeo: “Serve un’Europa più politica – ha detto – che continui a perseguire l’obiettivo del 20 per cento del Pil proveniente dal manifatturiero prima dell’anno 2020. Serve far rispettare tutte le regole a sostegno delle imprese, come la direttiva contro i ritardo pagamenti, e agevolare l’accesso al credito. A questo proposito ben venga quindi la scelta del Commissario europeo per la stabilità finanziaria Jonathan Hill di dar vita ad un mercato unico dei capitali, in modo che a fianco del finanziamento bancario ci sia il venture capital o altri strumenti. Bisogna anche combattere una grande battaglia per ridurre il peso burocratico. In Italia vanno realizzate le grandi riforme come quella della giustizia e della burocrazia e occorre ridurre la pressione fiscale sulle imprese, puntando poi ad un’armonizzazione fiscale che consenta alle imprese di competere al meglio nell’Unione europea”.

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