22 Novembre 2017, h. 15:37

STUDI – Italia e Regno Unito con crescita più bassa nel 2017-2018. Solo in Italia PIL rimane del 5,9% sotto ai livelli pre crisi. I segnali degli indicatori congiunturali

Le previsioni dell’Istat pubblicate ieri confermano un aumento del PIL nel 2017 dell’1,5% e indicano una crescita dell’1,4% per il 2018, non distante dell’1,5% previsto nella Nota di aggiornamento del DEF di settembre. Per il prossimo anno la Commissione europea e il Fondo Monetario Internazionale sono meno ottimisti, indicando una crescita del PIL rispettivamente dell’1,3% e dell’1,1%. Una minore crescita mette sotto stress la politica fiscale appesantendo gli indicatori chiave del saldo strutturale di bilancio e del debito pubblico rapportati al PIL. A tal proposito va osservato che gli impegni previsti dal disegno di legge di bilancio per 22,1 miliardi di euro sono per la metà (49,5%) finanziati in deficit e che nel quadro programmatico il debito pubblico ha iniziato quest’anno il calo con una riduzione di 0,4 punti di PIL per proseguire nel 2018 con ulteriori 1,7 punti.

L’analisi dei dati recentemente pubblicati nell’edizione autunnale dell’Economic forecast della Commissione europea evidenzia che nel biennio 2017-2018 l’Italia – con il Regno Unito, appesantito dal processo di uscita dell’Unione europea – mostra il più basso tasso di crescita del PIL medio nei Paesi dell’UE.

Il minore dinamismo della ripresa italiana si regista anche nei dati di consuntivo dei conti nazionali: le stime preliminari del terzo trimestre 2017 indicano per l’Italia una crescita del PIL, su base annua, dell’1,8%, mentre la Spagna cresce del 3,1%, la Germania del 2,8% e la Francia del 2,2%.

Queste comparazioni internazionali non mettono in discussione che la ripresa sia in corso: il 2017 rappresenterà il migliore anno di crescita economica dal 2010 e segnali positivi provengono anche da alcuni indicatori congiunturali. Nei primi 9 mesi del 2017 la produzione manifatturiera sale del 2,7% (+1,7% la tendenza un anno prima) e nei primi sei mesi dell’anno il fatturato dei servizi sale del 3,5% (+1,8% un anno prima). Nei primi 8 mesi del 2017 il traffico autostradale di veicoli pesanti sale del 3,7% (era +4,2 un anno prima). Rafforza la crescita del PIL il dinamismo del made in Italy: negli ultimi dodici mesi l’export dell’Italia sale del 6,1%, la performance migliore tra i 4 maggiori paesi manifatturieri dell’Unione europea: segna un +4,8% la Germania, un +2,7% la Francia e un +2,8% il Regno Unito. Comprime la crescita l’aumento delle importazioni, appesantite dal rialzo della bolletta energetica. In ritardo la ripresa per edilizia e commercio: nei primi nove mesi del 2017 ristagna (-0,5%) la produzione delle costruzioni (-0,1%, in linea con il -0,2% di un anno prima) e segnano una debole crescita le vendite del commercio al dettaglio (+0,4%, stazionarie un anno prima).

Una analisi di più lungo periodo evidenzia la necessità di una accelerazione dei processi di crescita: nel 2017 il PIL in Italia rimane del 5,9% inferiore al livello pre crisi, recuperato pienamente in tutti gli altri maggiori Paesi dell’Eurozona: il PIL in Germania è del 10,9% sopra al livello del 2008, in Francia è sopra del 6,3% e quest’anno è ritornata in territorio positivo anche la Spagna con un PIL dell’1,5% superiore ai livelli pre crisi.

Le tendenze della crescita nella presentazione dell’Ufficio Studi alla XXII Convention Donne Impresa. Clicca qui per scaricarla.

 

 

Trend PIL nei principali paesi dell’Eurozona nel terzo trimestre 2017

Var. % rispetto III trimestre anno precedente – dati destagionalizzati e corretti per i giorni lavorativi – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

 

 

Tasso di crescita del PIL 2017-2018 nei Paesi UE

Anno 2018-Tasso medio annuo di variazione del PIL a prezzi costanti – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Commissione europea

 

 

Livello del PIL trimestrale

Dati destagionalizzati e corretti per i giorni lavorativi – Indice massimo Italia al I trim. 2008=100 – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat

 

 

 

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