28 Ottobre 2021, h. 15:21

GREEN ECONOMY – Confartigianato tra i protagonisti di ECOMONDO, fiera internazionale dell’economia circolare

Ultime ore per la 24° edizione di Ecomondo, evento di riferimento in Europa per l’innovazione tecnologica e industriale. Una fiera internazionale con un format innovativo che unisce in un’unica piattaforma tutti i settori dell’economia circolare: dal recupero di materia ed energia allo sviluppo sostenibile.

Confartigianato Imprese è stato tra i protagonisti della quattro giorni di Rimini con uno stand istituzionale all’interno dell’Osservatorio Tessile, insieme alla Commissione Europea, al Ministero della Transizione Ecologica, all’Albo dei Gestori Ambientali e all’UNIRAU.

Lo stand – che ha suscitato un grande interesse di pubblico – ha ospitato due imprese associate, eccellenze, rispettivamente, nella rigenerazione del cashmere e nel riuso della pelliccia. Per l’impresa Papini Fratelli era presente Niccolò Papini, giovane imprenditore pratese che ha esposto campioni di cashmere in ogni fase del processo di rigenerazione, sino al capo nuovo. Andrea Amadei dell’Atelier Jadei, pelliciaio di terza generazione, ha esposto alcuni capi di pelliccia rigenerata, a dimostrazione della possibilità di riutilizzare – in un’ottica di economia circolare – capi impossibili da riciclare.

La presenza istituzionale all’interno di Ecomondo oltre ad informare i visitatori sul ruolo che Confartigianato sta avendo nel processo di decision making a livello europeo sulla Strategia Tessile Europea e sull’implementazione di una normativa sull’End of Waste, ha evidenziato l’importanza delle micro e piccole imprese nei processi di recupero degli scarti pre e post consumo attraverso l’intervento di Daniele Gizzi – Responsabile Nazionale dell’Unità Operativa Ambiente ed Economia Circolare – al convegno “Ecoprogettare, innovare, misurare: il futuro del tessile circolare”.

Dal 1° gennaio 2022 partirà in Italia, con un anticipo di tre anni rispetto al resto dell’Europa, la raccolta differenziata anche per i rifiuti tessili.

“In base ai dati di ISPRA riferiti al 2018 – sottolinea Gizzi – in Italia gli scarti tessili da raccolta urbana ammontavano a circa 146mila tonnellate e si stima che l’87%di questi prodotti finisca in discarica o negli inceneritori e che il 13% venga riciclato, ma con usi di valore inferiore. Solo l’1% è riciclato e trasformato in nuovi abiti. L’obiettivo è quello di ridurre il consumo di materie prime, minimizzando l’impatto di anidride carbonica per la produzione, risparmiando anche sui costi di importazione. Il distretto di Prato oggi conta 6.500 imprese e 33.000 addetti ed è uno degli esempi di sostenibilità sul fronte del recupero”.

 

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