3 Ottobre 2022, h. 13:05

STUDI –  Caro-energia, risposta in ordine sparso in Ue. L’analisi nel report ‘Verso la manovra 2023’

La pressione dei prezzi dell’energia sull’economia italiana ed europea è senza precedenti. Nella nostra ultima rilevazione in Italia ad agosto 2022 si registra una crescita del 159,2% del prezzo alla produzione per fornitura di energia elettrica e gas e nel quarto trimestre 2022 il prezzo dell’energia elettrica per la famiglia tipo in tutela sale del 59% rispetto al trimestre precedente.

La salita dei prezzi dei beni energetici spinge in alto l’inflazione. Le stime preliminari di Eurostat pubblicate venerdì scorso indicano per settembre un tasso di inflazione del 10% per l’Eurozona. La dinamica dei prezzi è in doppia cifra anche in Germania (+10,9%), seguita dall’ Italia (9,5%), mentre è meno accentuata in Francia (6,2%). L’inflazione energetica sale al 40,8% in Eurozona, con una maggiore accentuazione in Italia (+45,0%) e Germania (+44,2%), con valori più che doppi rispetto alla Francia (+18,8%).

Gli interventi contro il caro-energia – Alla luce dell’evoluzione dello shock dei prezzi dell’energia saranno necessari ulteriori interventi, in un contesto in cui, in presenza di un elevato debito pubblico, la Commissione europea raccomanda all’Italia politiche fiscali prudenti. L’analisi degli interventi contro il caro-energia è contenuta nella l’Elaborazione Flash ‘Verso la manovra 2023.  Le prospettive di politica fiscale dopo la Nota di aggiornamento al DEF, tra avvio della XIX legislatura e varo della legge di bilancio’ pubblicata oggi dall’Ufficio Studi.

Come è già stato evidenziato dal Governo italiano uscente, in relazione agli interventi per contrastare gli effetti del caro-energia “nessun bilancio nazionale è in grado di sostenere questi sforzi da solo”, rendendo necessario un intervento finanziario dell’Unione europea. Dopo aver risposto alla pandemia con l’intervento congiunto di 806,9 miliardi di euro attuato con Next Generation EU, i paesi dell’Unione europea stanno articolando una reazione frammentata alla guerra dei prezzi dell’energia, che potrebbe risultare poco efficace per vincere la sfida in corso.

Sono 15 i paesi dell’Unione europea, tra cui Italia, Francia e Spagna, che hanno richiesto in una lettera alla Commissione un price cap del gas. La proposta di un intervento di emergenza per far fronte al rincaro dei prezzi dell’energia varata dalla Commissione europea lo scorso 14 settembre non comprende il tetto al prezzo del gas. Nel Consiglio europeo dell’energia del 30 settembre, nell’ambito degli interventi contro il caro-energia, non è stata trovata una soluzione su questo specifico tema, sul quale sarà cercato un compromesso in vista del Consiglio europeo del 6-7 ottobre.

Dopo l’accordo sulla solidarietà energetica franco-tedesca dello scorso 5 settembre, giovedì scorso la Germania ha annunciato un intervento di 200 miliardi di euro per stabilizzare i prezzi dell’energia, pari al 5,6% del PIL. Da un intervento di questa ampiezza deriva una minore pressione dei costi energetici per le imprese tedesche e un conseguente vantaggio competitivo rispetto al sistema manifatturiero italiano; come evidenziato il 29 settembre dalla dichiarazione del Presidente del Consiglio Draghi, è una risposta congiunta da parte dell’Europa alla crisi energetica che permette “di evitare pericolose e ingiustificate distorsioni del mercato interno”.

Nel documento per le elezioni 2022 ‘Costruiamo insieme il futuro del Paese’ le proposte di Confartigianato in materia di politiche energetiche e decarbonizzazione, tra cui la fissazione un tetto europeo al prezzo del gas, l’attuazione di una riforma strutturale della bolletta che escluda gli oneri di sistema impropri pagati dai piccoli imprenditori e il sostegno agli investimenti in energie rinnovabili, in particolare per la creazione di Comunità Energetiche e per iniziative di autoproduzione.

 

 

Tasso di inflazione a settembre: totale e beni energetici

Settembre 2022, var. % tendenziale, per Beni energetici in Spagna: agosto 2022 – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat

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