21 Maggio 2025, h. 12:16 Notizie
EVENTI – L’intermodalità al centro di CI.TE.MO.S. 2025. Confartigianato guida le imprese nel futuro sostenibile
Torna il Festival CI.TE.MO.S – Città, Tecnologia, Mobilità Sostenibile, giunto alla sua IX edizione, con una formula innovativa che il 23 maggio 2025 vedrà lo svolgimento simultaneo di quattro convegni in altrettante città italiane: Bari, Bologna, Cagliari e Verona. Le quattro dirette sono disponibili in questa pagina.
Promosso da Confartigianato Imprese Sostenibili, CITEMOS è un punto di riferimento nazionale per analizzare le sfide della mobilità del futuro, dell’innovazione tecnologica e della sostenibilità ambientale, con un focus sul contributo decisivo delle micro e piccole imprese italiane.
Le PMI protagoniste della mobilità del futuro. Verso un’Italia più connessa e sostenibile
“CI.TE.MO.S – afferma il Presidente di Confartigianato Marco Granelli – è il punto di incontro tra imprese, territori, istituzioni e mondo della ricerca. Un festival che promuove una visione integrata della mobilità, basata su tecnologie digitali, intelligenza artificiale, reti logistiche intelligenti e una pianificazione infrastrutturale coordinata. CI.TE.MO.S è un laboratorio nazionale di idee e soluzioni concrete per consentire agli artigiani e alle piccole imprese di fare la propria parte e affrontare le sfide della mobilità sostenibile. L’edizione 2025 si concentra su un tema strategico per la transizione ecologica ed economica: l’intermodalità come strumento per un sistema di mobilità efficace, a basso impatto ambientale, capace di aumentare l’efficienza logistica e rafforzare la competitività dei territori”.
Sostenibilità fa rima con competitività. Confartigianato lancia un messaggio chiaro: solo attraverso un modello intermodale, sostenuto dalla forza innovativa delle PMI, sarà possibile affrontare le sfide economiche, ambientali e sociali del nostro tempo. “Il nostro Paese ha bisogno di una visione chiara e condivisa sul futuro della mobilità – conclude Granelli –. Con CI.TE.MO.S vogliamo contribuire a tracciarla, puntando su innovazione, collaborazione e sostenibilità. Perché un’Italia più connessa è anche un’Italia più forte”.
Quattro città, quattro focus sull’intermodalità
Il programma dell’edizione 2025 di CI.TE.MO.S declina il concetto di intermodalità secondo le specificità dei territori:
• Bari: logistica sostenibile nel trasporto marittimo, tra nuove rotte e sfide globali.
• Bologna: reperibilità e filiere delle batterie per la mobilità elettrica.
• Cagliari: intermodalità e trasporto regionale e urbano.
• Verona: sinergie tra gomma e ferrovia nel trasporto merci.
Intermodalità: la spina dorsale della mobilità sostenibile
I dati dell’Ufficio Studi di Confartigianato confermano la centralità dell’intermodalità per l’economia italiana. Nel 2023, l’interscambio commerciale estero dell’Italia ha viaggiato principalmente su:
• Strada (41,4%)
• Nave (31,5%)
• Ferrovia (14,5%)
• Aereo (10,2%)
• Gasdotti (2,4%)
Tra il 2018 e il 2023 è aumentata di 1,4 punti la quota di interscambio con l’estero trasportato via nave e di 1,1 punti di quella via aereo, mentre è scesa di 2,8 punti quella su strada. Più stabili le quote di ferrovia (-0,3% ) e condotte (+0,6%).
Questa pluralità di vettori evidenzia come un sistema di trasporto integrato sia essenziale per una nazione esportatrice come l’Italia, collocata strategicamente tra Mediterraneo e valichi alpini.
Intermodalità e transizione ecologica
Il comparto trasporti e logistica è responsabile del 14,4% delle emissioni totali del sistema produttivo italiano. Nel 2023 le emissioni hanno raggiunto 42,4 milioni di tonnellate di CO₂, con un aumento dell’8,9%, così suddivise:
• Strada: 18,4 milioni,
• Marittimo: 16,3 milioni,
• Aereo: 5,8 milioni,
• Logistica: 1,9 milioni.
Spostare quote significative di traffico su rotaia e nave, sfruttando l’intermodalità, rappresenta una scelta strategica per ridurre l’impatto ambientale in linea con gli obiettivi europei e nazionali di decarbonizzazione.
Bologna e Verona: ‘capitali’ degli interporti italiani
Due delle città protagoniste del Festival – Bologna e Verona – sono anche nodi infrastrutturali strategici. Ospitano i due maggiori interporti italiani, che insieme coprono 8,5 milioni di metri quadrati, pari al 22,6% dell’intera superficie nazionale degli interporti.
Se Verona è il primo interporto italiano grazie ai suoi 4,5 milioni di superficie, Bologna ne contende il primato sia per la superficie dell’area logistica (in cui svolgono gestione e immagazzinaggio delle merci), sia per superficie dell’area intermodale (in cui si svolge il trasferimento tra diversi mezzi di trasporto).
La regione leader è il Veneto (25,4% della superficie complessiva), seguita da Emilia-Romagna (17,3%) e Campania. L’Italia conta 26 interporti riconosciuti, con un’area logistica totale di 13 milioni di mq, di cui 5,6 milioni dedicati ai magazzini e 4,2 milioni all’intermodalità, su 289 linee ferroviarie.
Nella classifica europea dei migliori 100 interporti per performance logistica, sei interporti italiani – Verona, Parma, Bologna, Padova, Nola e Torino – figurano tra i primi venti, testimoniando l’eccellenza logistica nazionale.
Il sistema portuale: motore dell’economia intermodale
Anche i porti italiani, da Bari a Cagliari, giocano un ruolo chiave nell’intermodalità. Nel 2023, attraverso i porti è transitato un terzo dell’import-export nazionale, per un valore di 379,5 miliardi di euro.
Nelle 29 province sedi dei principali porti commerciali operano:
• 38.506 unità locali di imprese attive nel trasporto e logistica, con oltre 345.000 addetti.
• Il 97,5% delle imprese sono micro e piccole, con una forte presenza artigiana (30,3%, che sale al 43,8% nel trasporto su strada).
Il porto di Trieste ha la leadership nazionale con 63,6 milioni di tonnellate di merci trasportate nel 2022, seguito dal porto di Genova con 50,4 milioni di tonnellate, dal porto di Siracusa con 37.3 milioni di tonnellate, dal porto di Livorno con 36,6 milioni di tonnellate, dal porto di Cagliari con 35,6 milioni di tonnellate, dal porto di Ravenna con 32,6 milioni di tonnellate, dal porto di Reggio di Calabria con 32,4 milioni di tonnellate, dal porto di Venezia con 26,9 milioni di tonnellate, dal porto di Messina con 24,7 milioni di tonnellate, dal porto di Napoli con 15,9 milioni di tonnellate.
Nonostante crisi energetiche, conflitti internazionali e instabilità geopolitica, queste province hanno registrato un incremento occupazionale del 7,3% tra il 2021 e il 2024, rispetto al +6,1% nazionale. Nel Mezzogiorno, la crescita ha sfiorato il +9,8%, dimostrando come l’intermodalità sia anche leva di sviluppo territoriale.
Segui le dirette streaming dei 4 eventi di CI.TE.MO.S
BARI
BOLOGNA
CAGLIARI
VERONA
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