La posizione dell’Italia di leadership europea dell’economia del mare esaminata in nostre precedenti analisi viene rafforzata dai risultati di una analisi territoriale sulle tendenze del mercato del lavoro.
Nell’ultimo biennio il mercato del lavoro in Italia ha registrato un buon andamento, nonostante un contesto caratterizzato da incertezze e dall’emergere di alcuni fattori critici. Tra il 2021 e il 2023, l’occupazione è salita del 4,5% nonostante lo scoppio e il perdurare della guerra in Ucraina, un crescente rischio geopolitico, la debolezza del commercio internazionale e una stretta monetaria di intensità senza precedenti nella storia dell’euro, con ricadute maggiormente penalizzanti per le imprese italiane.
Le più recenti tendenze del mercato del lavoro saranno esaminate nel corso del webinar di lunedì prossimo, 7 ottobre 2024, in cui sarà presentato il 31° report congiunturale di Confartigianato.
Metà dell’occupazione nelle province sul mare – Le 60 province costiere italiane rappresentano la metà del mercato del lavoro nazionale, registrando nel 2023 11,9 milioni di occupati pari al 50,5% del totale nazionale.
I territori affacciati sul mare dominano nel Mezzogiorno d’Italia, che si prolunga e si immerge nel bacino del Mediterraneo, dove le 33 province costiere sommano l’84,2% degli occupati della ripartizione, davanti al 49,4% delle 13 province del Centro, il 27,6% delle 10 province del Nord Est e il 9,1% delle 4 province liguri del Nord Ovest.
Aumento della domanda di lavoro trainata dalle 60 province costiere – Nel biennio in esame, come anticipato sopra, l’occupazione è salita del 4,5% e, nel dettaglio, le 60 province costiere hanno registrato una dinamica dell’occupazione del 5,5%, un tasso di crescita superiore di due punti al +3,5% registrato nelle 47 province non toccate dal mare. Il più accentuato dinamismo dell’economia del mare è sostenuto dal migliore andamento delle 33 province costiere del Mezzogiorno che registrano nel biennio un aumento del +6,3% dell’occupazione, seguito dalle 4 province liguri del Nord Ovest con +5,2% e dalle 10 province del Nord Est e le 13 province del Centro che, per entrambe le ripartizioni, segnano un aumento degli occupati del +2,1%. Il maggiore dinamismo dell’occupazione delle province costiere rispetto ai territori non marini è un fenomeno diffuso in tutte le ripartizioni.
L’analisi per provincia registra una crescita dell’occupazione a doppia cifra per Catania con +15,1%, Padova con +13,7%, prima provincia del Nord Est, Agrigento con +11,4%, Ascoli Piceno con +11%, prima provincia del Centro, e Catanzaro con +10,5%. Seguono, con un tasso di crescita dell’occupazione superiore ai sei punti percentuali, Brindisi con +9,7%, Massa-Carrara con +9,6%, Napoli con +9,4%, Lecce con +9,4%, Messina con +8,5%, Bari con +8,4%, Venezia con +7,8%, Foggia con +7,6%, Genova con +7,6%, prima provincia del Nord Ovest, Lucca con +7,6%, Campobasso con +7,5%, Cagliari con +7,3%, La Spezia con +6,3% e Barletta-Andria-Trani con +6,1%.
Dinamica occupati 2021-2023 in provincie costiere e restanti province
2021-2023, var. % cumulata occupati 15-64 anni – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat
Dinamica occupati 2021-2023 nelle 26 province costiere con trend sopra alla media
2021-2023, var. % cumulata occupati 15-64 anni superiore alla media del +5,5% – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat