Gioira e Redi Rubinetterie

Gioira e Redi, la rubinetteria piemontese d’eccellenza

Mattia e Giorgio Redi fotografati da Ivan Demenego – testo di Fabrizio Cassieri (clicca sull’immagine per ingrandirla) – Fotografie e intervista realizzati prima dell’emergenza Covid-19.

L’economia italiana è fatta di piccole imprese e distretti produttivi: centinaia di territori capaci di sviluppare competenze e specializzazioni settoriali, tanto da legare la storia, la cultura e la tradizione manifatturiera di quella terra a un prodotto o a una lavorazione specifica. Uno degli esempi più significativi di queste realtà è il distretto del Cusio – Valsesia, nel Piemonte nordorientale, che da sempre è la patria della rubinetteria made in Italy.
Centinaia di piccole imprese che da decenni si tramandano segreti e tradizioni, conoscenze e tecniche di lavorazione, in un lembo di terra stretto tra il Lago Maggiore, la Svizzera e la provincia di Novara. Il cuore di questo distretto produttivo è San Maurizio d’Opaglio, il piccolo centro che sorge sulla sponda occidentale di un gioiello unico al mondo: il Lago d’Orta. “La nostra famiglia produce rubinetteria igienico-sanitaria da quattro generazioni, nel 2017 abbiamo festeggiato l’80° anniversario e siamo tra i fondatori del Museo del Rubinetto, l’orgoglio del nostro paese”, inizia a raccontare Giorgio Redi della Gioira e Redi Rubinetterie, una piccola impresa che miscela tradizione, innovazione e sostenibilità ambientale per produrre rubinetti affidabili e dal design curato, capaci di conquistare importanti fette di mercato. In Italia come nel resto del mondo, tra Stati Uniti, Canada, Russia, Europa, Colombia e Libano. “I nostri rubinetti sono apprezzati per il design, la funzionalità e le certificazioni che ne garantiscono sicurezza e qualità. Negli ultimi anni, questo mestiere è cambiato in tutto, dalle materie prime al mercato, passando per i gusti e le tendenze del momento. Oggi la competizione è globale, c’è maggiore attenzione ai consumi energetici e alla salute di tutti”, continua a raccontare un imprenditore gentile e accogliente, mentre ci guida alla scoperta delle diverse zone di produzione dell’azienda. Al suo fianco c’è il figlio Mattia, la quarta generazione che si alterna al timone dell’azienda di famiglia. “Abbiamo già avviato e completato il processo di trasformazione tecnologica dell’impresa. La progettazione è digitale, utilizziamo la stampa 3D per la prototipazione dei nuovi modelli”. La produzione, invece, è fatta al tornio, partendo dalla conchiglia o dalla barra di ottone. “Il nostro è un settore che già da anni ha abolito il piombo e ha messo in campo tutte le soluzioni tecnologiche per abbattere i consumi energetici”, aggiunge Mattia, un artigiano giovane e appassionato che oggi è chiamato ad affrontare l’ennesima sfida del mercato italiano: le drammatiche conseguenze del blocco delle attività dovuto alla diffusione del Covid-19. “Una volta di più, l’Italia ha dimostrato tutti i limiti di uno stato incartato nella burocrazia e poco sensibile alle necessità delle piccole imprese. Viviamo e lavoriamo in una delle zone più colpite d’Italia, abbiamo chiuso immediatamente per salvaguardare la salute dei nostri collaboratori. Non tutti hanno fatto lo stesso, però, approfittando della burocrazia e dei mancati controlli dello Stato per tornare a lavorare e a fare concorrenza sleale al mercato”, aggiunge con uno sfogo che dà la dimensione di quanto oggi la burocrazia pesi sulla piccola impresa italiana. “Siamo sommersi di carte, autorizzazioni e certificazioni, per non parlare di tutta le scartoffie per le esportazioni. Così non si può più lavorare, la tecnologia deve aiutare a semplificare e a sostenere il lavoro delle piccole imprese”.
Tecnologia digitale e pannelli fotovoltaici per alimentare il capannone dell’azienda, macchinari a basso consumo e soluzioni tecniche per ridurre il consumo idrico dei rubinetti prodotti. La Gioira e Redi di San Maurizio d’Opaglio è un modello di piccola impresa sostenibile e a basso impatto ambientale, capace di innovare giorno dopo giorno una tradizione cominciata nel 1937 da Dante Gioira, il bisnonno di Mattia Redi. “L’innovazione ci aiuta a velocizzare la produzione in serie per seguire i ritmi sfrenati del mercato attuale, ad abbattere i costi di progettazione e prototipazione e a testare al meglio i nostri prodotti. Oggi bisogna presentare una collezione a semestre, il rischio è di finire fuori mercato. La concorrenza è tanta e globale, la qualità del made in Italy è ancora una garanzia riconosciuta in tutto il mondo, ma sarà difficile ripartire dopo questa crisi. Soprattutto, perché è arrivata quando avevamo appena visto i primi segnali di stabilizzazione del mercato dopo la crisi del 2008. Ci sarà da lavorare, non ci tiriamo indietro ma abbiamo bisogno di un Governo efficace e veloce nell’offrire risposte e soluzioni a tutti i piccoli imprenditori”.

 

Gioira e Redi Rubinetterie
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Confartigianato Piemonte Orientale
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