Prodotti e servizi per lo sport: 56 mila addetti in MPI. Il report Confartigianato per la Settimana europea dello sport
Ieri la Camera dei deputati ha approvato in seconda deliberazione, la modifica all’articolo 33 della Costituzione, a cui è stato aggiunto il seguente comma: «La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell'attività sportiva in tutte le sue forme».
La diffusione dell’attività sportiva si coniuga con l’offerta di beni e servizi che nel tempo hanno assunto una rilevanza crescente. In occasione della Settimana europea dello sport (European Week Of Sport, EWOS), che si svolge ogni anno dal 23 al 30 settembre, l’Ufficio Studi di Confartigianato pubblica l’Elaborazione Flash ‘Imprese, MPI e made in Italy dello sport’ – qui per scaricarla – nella quale si esamina una prima perimetrazione della struttura imprenditoriale delle attività economiche collegate allo sport, la diffusione delle imprese artigiane nella produzione di beni per l’attività sportiva, il confronto europeo nella fabbricazione di articoli sportivi, le vendite del made in Italy di articoli sportivi secondo la tassonomia proposta da Eurostat.
Inoltre, il report di Confartigianato propone una analisi dell’occupazione e della spesa pubblica per lo sport, della presenza dell'associazionismo sportivo non profit, della pratica sportiva e della partecipazione a spettacoli sportivi. Il lavoro contiene su focus sui cluster della bicicletta e della nautica da diporto, in cui è integrato il box tematico sull’economia del mare.
Imprese, MPI e vocazione artigiana nelle attività dello sport - Nei 14 settori dei prodotti e servizi per l’attività sportiva - di cui 4 nella manifattura e 10 nei servizi – operano 25.252 unità locali delle imprese, di cui 25.118 sono micro e piccole con meno di 50 addetti (MPI). In termini occupazionali, nei settori dei prodotti e servizi per l’attività sportiva lavorano 70.715 addetti, di cui otto su dieci (79,2%) in micro e piccole imprese, in cui si contano 56.002 addetti.
Per valutare la specializzazione dei territori nel settore dei prodotti e servizi per l’attività sportiva abbiamo esaminato Il peso degli addetti delle unità locali nel perimetro in Italia vale lo 0,4% del totale economia. Sul territorio si evidenzia una maggior vocazione alla produzione di beni e servizi per lo sport in Valle d’Aosta dove il comparto pesa, in termini di addetti, il 2,1% degli addetti del totale economia; seguono Provincia Autonoma di Trento con l'1,3%, Provincia Autonoma di Bolzano con l’1,2%, Veneto con lo 0,6% e Piemonte, Emilia-Romagna e Liguria, tutte con lo 0,5%.
Sono otto gli ambiti provinciali in cui il peso degli addetti nei settori di prodotti e servizi per l’attività sportiva sugli addetti del totale economia è uguale o superiore del doppio della media nazionale: Valle d’Aosta (2,1%), Sondrio (1,3%), Provincia Autonoma di Trento (1,3%), Provincia Autonoma di Bolzano (1,2%), Belluno (1,1%), Forlì-Cesena (1,0%), Vicenza (0,9%) e Treviso (0,8%).
Peso addetti nei settori di prodotti e servizi per l’attività sportiva per regione
Anno 2020. % su tot. addetti territorio. In unità locali di imprese attive - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat
Province con peso addetti nei settori di prodotti e servizi per l’attività sportiva superiore alla media
Anno 2020. % su tot. addetti territorio. In unità locali di imprese attive - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat
La categoria al Ministero della Salute: 'Spazio professionale per l'odontotecnico a garanzia di qualità e sicurezza delle protesi'
Una delegazione composta dai Presidenti e dai Responsabili nazionali di Confartigianato Odontotecnici e Cna SNO Odontotecnici ha partecipato ad un incontro presso il Ministero della Salute, richiesto per rappresentare le difficoltà del settore dovute principalmente ad una disciplina di settore obsoleta, che non riconosce il dovuto spazio professionale all'odontotecnico, e all’esercizio abusivo della professione odontotecnica, aggravato dal recente sviluppo di nuove tecnologie che consentono la fabbricazione di dispositivi anche da parte di soggetti non abilitati.
A ciò si è andata ad aggiungere la pesante divergenza tra la disciplina nazionale e la normativa comunitaria che riconosce espressamente all'odontotecnico il ruolo di fabbricante e, in quanto tale, gli attribuisce una serie di adempimenti e responsabilità non previsti dalla legge di settore.
Ai fini del perseguimento degli obiettivi di trasparenza e di tutela della sicurezza del cittadino, sui quali fonda il Regolamento 2017/745, è necessario ridefinire inequivocabilmente il perimetro di attività dell’odontotecnico affinché possa, nel suo ruolo esclusivo di fabbricante di dispositivi medici su misura in campo odontoiatrico, adempiere alle prescrizioni del Regolamento: questa è stata la posizione espressa durante l’incontro dai rappresentanti dell’odontotecnica, che hanno sollecitato l’attenzione del mondo politico affinché il legittimo riconoscimento del ruolo e del grado di autonomia e responsabilità dell’odontotecnico possa tradursi nella garanzia della qualità della protesi dentale e quindi nella sicurezza del paziente odontoiatrico.
E' stata, a tal fine, sottolineata con forza l'esigenza di partecipazione della Categoria ai lavori del Gruppo istituito presso il Consiglio Superiore di Sanità per la revisione del profilo professionale dell'odontotecnico, dal momento che sull'eventuale definizione dello stesso si fonderà il futuro dell'odontotecnico e, più in generale, della filiera del dentale.
Confartigianato e Cna hanno infine anticipato la propria posizione, che meglio espliciteranno in sede tecnica con un documento ad hoc, rispetto ai requisiti necessari per l'iscrizione al Registro dei fabbricanti di dispositivi medici al fine di evitare l'accesso allo stesso da parte di soggetti senza titolo e le pesanti conseguenze sul piano della qualità e sulla sicurezza dei dispositivi prodotti.
L’età dell’incertezza e le sfide per le piccole imprese in transizione nel report di Confartigianato
In occasione di Match Point 2023, una due giorni di approfondimento e dibattito organizzati il 18 e 19 settembre a Roma da Confartigianato (leggi QUI la cronaca dell'evento), l’Ufficio Studi ha presentato il report "Futuri possibili per le imprese a vocazione artigiana”. Qui per scaricare il Rapporto. Il lavoro delinea le condizioni di contesto in cui operano le imprese italiane, propone una analisi sui principali mutamenti economici mondiali e offre una panoramica sulle le sfide che le imprese affrontano nelle transizioni in corso, demografica, digitale e green.
Il secolo dell’incertezza - Una prospettiva di lungo periodo evidenzia come il XXI secolo si sta caratterizzando per il dominio dell’incertezza: dal 2000 si sono succedute dieci crisi, con 6 anni di recessione nei 15 anni tra 2008 e 2022 mentre nei 47 anni tra 1961 e 2007 gli anni di recessione erano stati solo 2. Nella serie storica del trend della produzione manifatturiera domina (63,4%) il cambio del segno, un indicatore di incertezza di quindici punti superiore al valore degli anni Novante del secolo scorso. Con l’incertezza, si ampliano anche le diseguaglianze: il PIL pro capite in volume supera del 17% il livello di inizio secolo nell'Eurozona mentre scende del 2% in Italia.
Fine della turbo-globalizzazione? - Nell'ultimo decennio il commercio internazionale cresce più del PIL mondiale, mentre con la pandemia si sono acuite persistenti difficoltà nell'approvvigionamento di materie prime e nell’Unione europea si amplia la domanda di produzioni strategiche per le transizioni green e digitale; il baricentro della manifattura mondiale si è spostato verso oriente e in alcuni comparti della manifattura italiana, pari a circa un quinto della totale, la produzione si è più che dimezzata.
Seidenstraße, la Via della seta che passa per Berlino - La Cina è il quarto mercato dell’export tedesco, mentre era il dodicesimo dieci anni fa. Nel primo semestre del 2023 il rallentamento dell'economia cinese si traduce in un calo dell'8,5% del suo export della Germania in Cina, mentre la recessione tedesca si riflette per l’Italia in una diminuzione dello 0,9% dell'export verso la Germania, il nostro primo partner commerciale, mentre si registra un aumento del 4,9% delle vendite del made in Italy destinate al resto del mondo.
La sfida dei BRICS – Nel 2024 i BRICS passeranno da 5 a 11 membri, aumentando significativamente il loro peso sull’economia mondiale e segnatamente nell’offerta di energia. Con l’allargamento, la quota dei BRICS della produzione mondiale di gas naturale passa dal 22,1% al 35,5% mentre quella della produzione di petrolio greggio più che raddoppia, passando dal 20,4% a 43,1%.
Autocrazie vs democrazie – Una analisi che elabora i dati del Fondo Monetario Internazionale sulla base della classificazione dei paesi per regime di Our World in Data, la piattaforma dati espressione dell’Università di Oxford, evidenzia la crescita del peso economico delle autocrazie, che dieci anni rappresentavano fa il 27,9% del PIL del mondo, quota che nel 2023 sale al 34,4%, concentrando il 70,4% della popolazione mondiale. Il nostro Paese è più esposto verso le autocrazie sul lato delle importazioni, prevalentemente di natura energetica, con una quota del 34,5%, superiore di 10,1 punti percentuali rispetto al 24,3% dell’Eurozona.
Africa driver della crescita negli anni Venti - Nello scacchiere mondiale va crescendo il ruolo dell'Africa, che tra il 2021 e il 2028 registrerà una crescita del PIL del 31,2% rispetto al corrispondente periodo pre-pandemia, una dinamica superiore al +29,7% registrato dall’Asia, che è stato il continente più dinamico del periodo 2012-2019. Dal 2001 al 2021 la quota dell’export dell’Ue a 27 in Africa è scesa di 18 punti percentuale, a fronte di un corrispondente aumento di 18 punti della quota della Cina.
Criticità nell’offerta di servizi pubblici e malfunzionamento di alcuni mercati - Agli stimoli provenienti da uno spazio internazionale sempre più complesso, si associano esternalità che derivano dal criticità del contesto istituzionale. L’intervento dello stato in alcuni ambiti – come quelli dell’istruzione e della giustizia civile - non corregge la diseguaglianza economica. Pandemia e crisi energetica hanno fatto emergere alcuni malfunzionamenti dei mercati, segnalati dall’andamento di alcuni vettori di prezzo in una fase di turbolenza inflazionistica, e che mostrano rilevanti ricadute sulla competitività delle imprese.
Le sfide delle transizioni, demografica, digitale e green – La dinamica demografica sta influenzando lo spessore della struttura imprenditoriale italiana, pesa sulla rarefazione dell’offerta di lavoro e amplifica la difficoltà di reperimento del personale. Sul digitale il report propone preliminari misure dell’impatto di automazione e dell’Intelligenza artificiale (IA) sul mercato del lavoro e sulla gestione delle piccole imprese. Una presentazione dei risultati di questa analisi dell’Ufficio Studi è proposta nell’articolo ‘Intelligenza artificiale: una valutazione dell’impatto sul lavoro e le imprese’ a firma di Enrico Quintavalle pubblicato su Spirito artigiano.
Infine, il report propone l’analisi di un ampio set di ‘marcatori’ della sostenibilità presenti nel DNA delle piccole imprese, tra i quali un modello di specializzazione settoriale più ‘leggero’, una più elevata vocazione all’economia circolare, una maggiore presenza tra gli occupati di donne, giovani e stranieri.
Futuri possibili per le imprese a vocazione artigiana - Indice
Il secolo dell’incertezza
Fine della turbo globalizzazione?
L’insostenibile leggerezza delle istituzioni
Stato non corregge le diseguaglianze
Il malfunzionamento di alcuni mercati
Le sfide delle transizioni: Demografica , Digitale, Ambientale
La sostenibilità nel DNA delle piccole imprese
Quota dei BRICS della produzione mondiale di gas naturale e petrolio greggio
Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Bp
Crescita PIL 2021-2028 vs pre pandemia (2012-2019) per continente
Variazione % cumulata PIL a prezzi costanti - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat
Donne Impresa, in Regione la presentazione del Rapporto biennale sull'occupazione lombarda
Si è svolto oggi pomeriggio l’evento di presentazione del Rapporto sull’occupazione in Lombardia.
L'indagine ha puntato ancora una volta l'attenzione sui paradossi del lavoro delle donne, segnato, per le dipendenti, da gender gap salariale e tassi importanti (53% del totale) di dimissioni di madri con figli 0-3 anni.
Guardando alle aziende, l'imprenditoria femminile in Lombardia ha dimostrato nell'ultimo biennio grande resilienza e capacità di reinventarsi e rimodellarsi secondo le esigenze e le condizioni del mercato.
"Seguiamo con particolare attenzione il dinamismo delle attività guidate da donne; in questo senso, il Movimento dedicato alle imprenditrici testimonia l'impegno speciale di Confartigianato - dichiara il Presidente di Confartigianato Lombardia, Eugenio Massetti - Siamo convinti, infatti, che la considerazione del contributo e il riconoscimento del valore che esprimono le donne nel mondo del lavoro sia segno rivelatore del cambiamento culturale della società".
A Palazzo Pirelli, in rappresentanza del Movimento Donne Impresa di Confartigianato Lombardia, la Presidente Anna Maria Piccione è intervenuta all'evento coordinato dalla Consigliera di Parità di Regione Lombardia.
"Le imprese guidate da donne assumono più donne, costituendo così un antidoto alla fragilità dell'occupazione femminile - spiega Piccione, con un contributo che porta con sé la vision del Movimento - Il welfare è nel DNA delle piccole aziende perché i collaboratori sono persone che vengono accompagnate, formate, conosciute, non solo dal punto di vista professionale. Certo non è un sistema codificato, ma è efficace, c'è una sorta di codice etico nelle micro e piccole imprese, seppur non scritto. Tuttavia, mancano quasi del tutto gli strumenti per le imprenditrici, un welfare di prossimità perché è questa la dimensione e l'orizzonte più idoneo per le MPI. E' un mondo da indagare e studiare, per questo auspicheremmo che nei prossimi Rapporti vengano prese in esame anche le imprese con meno di 50 dipendenti, le micro e piccole aziende sono la spina dorsale della nostra Lombardia" ha sottolineato la Presidente Piccione.