La ripresa del turismo coinvolge 213 mila imprese artigiane. Italia 5a al mondo per spesa dei turisti stranieri

 

Le prospettive dell’economia turistica nell’estate 2023 sono positive e i flussi sono ormai prossimi ai livelli pre pandemia: le più recenti rilevazioni sulle presenze turistiche mostrano, infatti, per i primi quattro mesi dell’anno una crescita del 26,8% su base annua trainata del +42,6% dei turisti stranieri mentre quelli italiani segnano un aumento del +13,9% e nel totale degli ultimi dodici mesi raggiungono un livello ormai prossimo (-1,6%) a quello del 2019.

Secondo la rilevazione di Banca d’Italia su turismo internazionale, nel 2022 il surplus della bilancia dei pagamenti riferita ai flussi turistici è più che raddoppiato in un anno e l'ammontare di 18,2 miliardi di euro è pari all'1,0% del PIL, lo stesso valore che aveva nel 2019 e più alto dal 2001 che è inoltre ben al di sopra della media dell'Ue: i dati annualizzati di aprile 2023 mostrano inoltre un miglioramento del surplus che sale a 18,4 miliardi di euro. Grazie a questa performance l'Italia ha ampliato la propria quota sul turismo globale dello scorso anno ed è quinta al mondo per entrate turistiche dei viaggiatori internazionali, pari nel 2022 a 44,3 miliardi di euro, dietro a Stati Uniti, Spagna, Regno Unito e Francia. La spesa dei turisti stranieri in Italia raddoppia in un anno (+108%) e ritorna sul livello del 2019, pur mantenendo un gap del 9% in termini reali. In chiave territoriale i dati relativi alle principali regioni - con almeno 1 miliardo di spesa dei turisti stranieri nello scorso anno - evidenziano che nel primo trimestre 2023 cinque regioni registrano un aumento superiore alla media nazionale di +34,8%: Lazio con il +71,5 %, Toscana con il +49,3%, Piemonte con il +39,6%, Friuli-Venezia Giulia con il +38,0% e Sardegna con il +35,3%. Per quanto riguarda gli ultimi 12 mesi, la crescita della spesa degli stranieri segna un aumento dell’83,4% e risulta superiore alla media in Sicilia con un aumento del +153,8%, Lazio          con +139,8%, Toscana con +107,5%, Campania con +101,7% e Veneto con +84,0%. In sette regioni la spesa 2023 è superiore a quella dell’anno pre pandemia: Puglia (spesa ultimi 12 mesi a marzo 2023 superiore del +116,6% rispetto al 2019), Trentino-Alto Adige (+34,6%), Lombardia (+18,2%), Sardegna (+13,0%), Friuli-Venezia Giulia (+10,2%), Veneto (+9,7%) e Campania (+7,3%).

I dati sulla spesa dei viaggiatori stranieri per regione nell’Appendice statistica ‘Imprese artigiane nei settori interessati da domanda turistica per regione e provincia nel 2023’. Qui per scaricarla.

L’artigianato nei settori interessati dalla domanda turistica – Nel 2022 la spesa dei turisti stranieri in Italia si concentra per il 43,1% in alloggio, equivalente a 19,1 miliardi di euro, seguono la ristorazione con il 21,7% (9,6 miliardi), lo shopping con il 17,4% (7,7 miliardi), il trasporto delle persone con l'11,7% (5,2 miliardi) e il restante 6,2% è destinato ad altre tipologie di spese (2,7 miliardi). Complessivamente le spese diverse dall'alloggio ammontano a 25,2 miliardi di euro (56,9%) ed una quota rilevante di questi consumi turistici può essere intercettata dalle piccole imprese e dall'artigianato. Alla fine del primo trimestre 2023 le imprese artigiane operanti in attività interessate dalla domanda turistica sono 213.003, pari al 16,8% dell'artigianato totale e danno lavoro a 576.078 addetti. In chiave settoriale il comparto principale è l'Agroalimentare che conta 45.872 imprese (21,5% del totale) e produce cibo e bevande, prodotti per cui siamo primariamente famosi presso i turisti stranieri e la cui qualità permette al nostro Paese di primeggiare per numero di prodotti agroalimentari a denominazione di origine e a indicazione geografica riconosciuti dall'Unione europea. Seguono le 43.899 imprese delle Altre attività manifatturiere e dei servizi (20,6%) che comprendono importanti attività dell'artigianato quali la produzione di gioielleria e bigiotteria, ceramica e vetro e cornici, lavorazione artistiche del marmo, del ferro, del rame e dei metalli, la fotografia, cure per animali domestici e servizi alle persone come ad esempio centri benessere e palestre. Sono 43.469 le imprese di Abbigliamento e calzature (20,4%) che contribuiscono al successo nel mondo della moda, tra i comparti più rappresentativi all'estero del made in Italy e dello stile italiano. A seguire 33.625 imprese (15,8%) del Trasporto persone integrano l'offerta dello spostamento dei turisti mentre 30.476 Ristoranti e pizzerie (14,3%) e 14.135 Bar, caffè e pasticcerie (6,6%) - insieme si tratta di 44.611 imprese e del 20,9% del totale - mettono a disposizione dei turisti i prodotti di qualità prodotti dal comparto Agroalimentare.

L’analisi territoriale evidenzia che a livello regionale il peso dell’artigianato nei settori a vocazione turistica rappresenta oltre un quinto delle imprese artigiane della regione in Sicilia, con il 22,4%, Toscana, con il 21,8% e Campania, con il 20,2%. A seguire, con valori superiori alla media nazionale del 16,8%, Marche (19,6%), Sardegna (19,4%), Calabria (19,3%), nel Lazio (18,4%), Puglia (17,0%) e Umbria e Provincia Autonoma di Bolzano (entrambe con il 16,9%). A livello provinciale l’artigianato a vocazione turistica mostra a Prato l’incidenza più alta, pari al 39,0% e quindi più che doppia rispetto alla media nazionale; seguono Fermo con il 31,5%, Palermo con il 24,8%, Firenze con il 24,6%, Agrigento con il 24,2%, Arezzo con il 23,9%, Reggio Calabria con il 22,7%, Catania con il 22,5% e Messina e Siracusa, entrambe con il 22,1%.

I dati per regione e provincia nell’Appendice statistica ‘Imprese artigiane nei settori interessati da domanda turistica per regione e provincia nel 2023’.

 
Ripartizione della spesa dei viaggiatori stranieri in Italia per categoria e ripartizione
Anno 2022. Composizione percentuale e milioni di euro - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Banca d'Italia

 
Composizione delle imprese artigiane nei settori interessati dalla domanda turistica per comparto
I trimestre 2023. Composizione percentuale delle 213.003 imprese artigiane registrate - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Unioncamere-Movimprese

 

Peso delle imprese artigiane nei settori interessati dalla domanda turistica per regione
I trimestre 2023. Incidenza % su totale imprese artigiane registrate - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Unioncamere-Movimprese

 
Le 45 province con peso delle imprese artigiane nei settori interessati dalla domanda turistica superiore rispetto alla media
I trimestre 2023. Incidenza % su totale imprese artigiane registrate - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Unioncamere-Movimprese


Gelati, spesa di 1,8 miliardi di euro e 9.379 laboratori di gelateria, 67,3% sono artigiani. I dati Confartigianato al TG1

La dinamica della domanda di gelato dell’estate del 2023 si inserisce in un contesto caratterizzato da una pressione inflazionistica che sta comprimendo i consumi delle famiglie, con ricadute anche sul settore alimentare. Nei primi cinque mesi del 2023 il volume delle vendite al dettaglio di beni alimentari è in flessione del 4,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il calo della spesa reale delle famiglie determinata dall’inflazione è, almeno in parte, controbilanciato dalla domanda dei turisti stranieri, le cui presenze sono in sensibile crescita nel corso del 2023.

L’elaborazione dei dati dell’Istat sui consumi consente di stimare per il 2022 in Italia una spesa delle famiglie per gelati pari a 1.788 milioni di euro. In chiave territoriale, la spesa per le famiglie per gelati più elevata si riscontra in Lombardia con 328 milioni di euro, seguita da Lazio con 167 milioni, da Veneto con 153 milioni, da Piemonte con 148 milioni, da Emilia-Romagna con 147 milioni, da Campania con 143 milioni, da Sicilia con 130 milioni, da Toscana con 107 milioni e da Puglia con 105 milioni.

L’analisi sul sistema di offerta, svolta in collaborazione con l’Osservatorio MPI di Confartigianato Lombardia, evidenzia la presenza al I trimestre 2023 di 9.379 laboratori di gelateria per cui è elevata la vocazione artigiana: le 6.311 gelaterie artigiane rappresentano, infatti, il 67,3% del totale, quota tripla rispetto al 21,2% registrato per il totale economia nazionale.

I numeri di Confartigianato al TG1 Economia. Qui per il servizio.

Va considerato che il perimetro delle attività artigianali relative al mondo del gelato è comunque più ampio, coinvolgendo i segmenti delle pasticcerie che producono dolci con il gelato e dei laboratori che producono gelati senza vendita al dettaglio. In tal senso nostre precedenti analisi hanno valutato che il 43,8% della spesa delle famiglie è intercettabile da parte delle gelaterie artigianali e micro e piccole imprese a vocazione artigiana.

In chiave territoriale, tra le principali regioni, si stima una presenza maggiore di laboratori di gelateria in Lombardia dove se ne contano 1.575 pari al 16,8% dei laboratori presenti in tutta la penisola, a cui segue il Veneto con 1.191 laboratori, pari al 12,7% del totale, Emilia-Romagna con 1.157 laboratori, pari al 12,3% del totale, Lazio con 990 laboratori, pari al 10,6% del totale, Piemonte con 787 laboratori, pari all’8,4% del totale, Toscana con 753 laboratori, pari all’8% del totale, Sicilia con 483 laboratori, pari al 5,2% del totale e Campania con 427 laboratori, pari al 4,6% del totale.

Tra queste regioni i laboratori di gelateria artigiani hanno peso maggiore, del 75,9%, in Piemonte dove sono 597, a cui seguono con un peso del 75,4%, il Veneto, che ne conta 898, con un peso del 71,9%, l’Emilia-Romagna, che ne conta 832, con un peso del 68,7%, la Sicilia, che ne conta 332, con un peso del 65,9%, la Lombardia, che ne conta 1.038, con un peso del 61,5%, la Toscana, che ne conta 463, con un peso del 59,7%, la Campania, che ne conta 255 e con un peso del 45,7%, il Lazio, che ne conta 452.

 

 
Spesa delle famiglie per gelati per regione
Anno 2022. Milioni di euro - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat
 
 

Laboratori di gelateria nelle regioni italiane e peso di quelli artigiani
I trimestre 2023 – imprese registrate - Elaborazione Osservatorio MPI Confartigianato Lombardia su dati Unioncamere-Infocamere

 

 


Caro tassi: segnali di rallentamento e maggiore costo per MPI di 6,7 miliardi di euro. Il report sul credito di Confartigianato

In un quadro europeo caratterizzato da una ancora elevata inflazione, prosegue il rialzo dei tassi interesse da parte della Banca centrale europea, con effetti sull’economia e sui bilanci aziendali che si fanno sempre più evidenti, nonostante alcuni segnali di resilienza manifestati dalle imprese italiane, come delinea il report sul credito dell’Ufficio Studi di Confartigianato pubblicato oggi. A fronte di un’inflazione che a giugno 2023, pur mostrando una decelerazione, si colloca al 5,5% in Eurozona e rimane lontana dal target del 2%, lo scorso 15 giugno il Consiglio Direttivo della Bce ha rialzato ancora i tassi di 25 punti base, lasciando aperta la prospettiva di un ulteriore aumento nella prossima seduta del 27 luglio. In dodici mesi i tassi ufficiali sono stati rialzati otto volte, per complessivi 400 punti base. In parallelo alla normalizzazione della politica monetaria si sta registrando un raffreddamento della congiuntura. Con la perdita del potere di acquisto delle famiglie, nei primi cinque mesi del 2023 il volume delle vendite al dettaglio cala del 3,7% su base annua. Sulla manifattura, nei primi cinque mesi del 2023 sta pesando un calo tendenziale dell’export del 3,2% mentre la produzione cede del 2,4%. L’analisi dei dati pubblicati oggi dall’Istat oggi delinea per le costruzioni una fase “post-superbonus”: nei primi cinque mesi del 2023 si osserva un calo della produzione del 2,8%, mentre il caro tassi colpisce il mercato immobiliare, con le transazioni immobiliari che nel primo trimestre del 2023 registrano una caduta tendenziale dell’8,3%. Nonostante questi segni di cedimento, l’economia nel suo complesso tiene, con il PIL che nel primo trimestre dell’anno sale dell’1,9% su base annua, sostenuto da investimenti, in salita del 3,3% su base annua, occupazione, che a maggio sale dell’1,7%, e presenze turistiche, che nei primi quattro mesi dell’anno registrano un aumento del 26,8%.

La stretta monetaria sta spingendo in alto il costo del credito. A maggio 2023 i tassi sui prestiti alle imprese sono saliti al 4,81%, con un aumento di 362 punti base su base annua. Un livello così alto del costo del credito non si registrava dalla Grande crisi, nel novembre del 2008. Nel confronto internazionale, in Italia si registrano tassi di interesse per le imprese più elevati tra i maggiori paesi Ue, conseguenza di un aumento più marcato negli ultimi dodici mesi. A fronte del tasso medio del 4,81% in Italia, l’Eurozona segna un 4,56%; nel dettaglio la Germania segna un 4,65%, la Spagna il 4,49% e la Francia un 4,28%. La crescita dei tassi in Italia è molto più marcata, registrando un aumento di +362 punti base in dodici mesi, a fronte del +311 punti base dell'Eurozona. Negli altri paesi, caro tassi più contenuti con +316 punti base in Germania, +312 punti base in Spagna e +286 punti base in Francia.

Il maggiore costo del credito determina effetti rilevanti sui bilanci delle imprese. In Italia si stima un maggiore costo su base annua sul credito erogato alle MPI (micro e piccole imprese fino a 50 addetti) di 6.749 milioni di euro. L’analisi per regione evidenzia il più elevato impatto della stretta monetaria in Lombardia con 1587 milioni di euro di maggiore costo per le MPI, seguita da Veneto con 715 milioni, Emilia-Romagna con 665 milioni, Lazio con 541 milioni, Piemonte con 509 milioni, Toscana con 507 milioni, Campania con 359 milioni, Trentino-Alto Adige con 350 milioni, Puglia con 280 milioni, Sicilia con 261 milioni e Marche con 173 milioni. Quest'ultimo dato è contenuto nell'Appendice statistica “Costo, dinamica e qualità del credito tra marzo 2021 e marzo 2023 per territorio” insieme a quelli relativi a livelli e dinamiche del costo del credito alle imprese, dei prestiti alle imprese, alle MPI e alle famiglie consumatrici per acquisto abitazioni, dei depositi delle imprese ed alla qualità del credito. Qui per scaricarla.

 

 

 
Tasso di interesse alle imprese nei principali paesi Ue e in Eurozona
Gennaio 2019-maggio 2023. Tasso %. Nuove operazioni di società non finanziarie - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Bce
 

Impatto caro tassi su costo del credito alle MPI per regione
Milioni di euro, maggiore su base annua su trend tendenziale tassi a maggio 2023 - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Banca d’Italia