Sostenibilità e innovazione, MPI trainano crescita spesa R&S in 5 anni: +60,1% vs +15,4% medio grandi. Italia meglio di Francia e Germania

Il percorso di sostenibilità economica del sistema delle imprese italiane è caratterizzato dalle azioni che favoriscono investimenti che sostengono l'innovazione e la crescita della produttività. Sulla capacità di generare prodotti e servizi innovativi è determinante, tra i diversi fattori, la spesa in ricerca e sviluppo (R&S).

Con la pandemia, nel 2020 la spesa per ricerca e sviluppo è scesa del 4,7% in un anno, equivalente a 1,2 miliardi di euro in meno, ma nel più lungo periodo si è registrato un vivace dinamismo, trainato dalle MPI. Tra il 2015 e il 2020, infatti, la spesa in R&S delle imprese è salita 20,0%, con un maggior dinamismo delle micro e piccole imprese (MPI) che registrano una crescita della spesa del 60,1%, circa quattro volte l’aumento del +15,4% delle restanti imprese, ed equivalente ad un tasso medio annuo del 9,9%, a fronte del +2,9% delle restanti imprese. Le MPI, con un peso del 13,9% della spesa totale, spiegano il 31,2% della maggiore spesa registrata in cinque anni.

Questa analisi su uno dei fattori chiave della sostenibilità economica completa la ricognizione dell’Ufficio Studi sui tre ambiti della sostenibilità delle imprese, in preparazione del 1° Forum della Sostenibilità di Confartigianato Imprese, evento che si aprirà a Roma domani 27 giugno, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica e della Rappresentanza italiana della Commissione europea. Qui il programma.

I precedenti approfondimenti sulla sostenibilità e lavoro femminile del 21 giugno e sulla sostenibilità e domanda di lavoro del 13 giugno.

Nel confronto internazionale, la spinta della spesa in R&S delle MPI contribuisce in modo decisivo alla migliore performance del nostro Paese: il +20,0% della spesa in R&S del totale delle imprese in Italia supera infatti il +16,5% registrato in Germania ed è circa il doppio del +11,0% rilevato in Francia. I dati preliminari anticipati dall’Istat sulla spesa delle imprese per R&S nell’ultimo biennio sono incoraggianti: già nel 2021 la spesa torna a crescere (+5,2% rispetto 2020) e nel 2022 (+3,9% rispetto 2021) è previsto il recupero dei livelli del 2019.

La spesa per R&S attiva una domanda di lavoro con una elevata qualificazione: nel 2020 poco meno della metà (47,6%) degli addetti nelle imprese che spendono per R&S è laureato, 2,5 volte la quota del 18,8% rilevata per gli addetti del totale delle imprese.

Nell’offerta di servizi di R&S 60% occupati in MPI - Le attività di R&S attivano un rilevante comparto dell'offerta di servizi specializzati: sono 13.345 le imprese attive nei servizi di ricerca scientifica e sviluppo e danno lavoro a 38.080 addetti. Fondamentale apporto delle MPI, con 13.269 imprese e 22.969 addetti, pari al 60,3% degli addetti del settore.

Secondo il report sulle startup innovative nel primo trimestre del 2023, il comparto della ricerca e sviluppo è quello che presenta la più elevata l’incidenza delle startup innovative sul totale delle nuove società di capitali, pari al 68,9% a fronte del 3,7% della media.

 
Spesa delle imprese per R&S: Italia per classe dimensionale e confronto con Germania e Francia
Anno 2020. Var. % su 2019 e su 2015 e tasso % medio annuo 2015-2020. Intra-muros - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat ed Eurostat


In Italia 8,4 milioni occupati in professioni ad alta esposizione all’Intelligenza artificiale. Il report di Confartigianato

 

La scorsa settimana il Parlamento europeo ha adottato una posizione negoziale sulla legge sull’Intelligenza Artificiale (AI), nella quale sono contenute norme per un utilizzo dell’IA che sia affidabile, garantendo i diritti fondamentali e tutelando la democrazia da potenziali effetti dannosi.

Le ricadute sull’economia della diffusione dei sistemi di IA sono al centro dell’Elaborazione Flash ‘Intelligenza artificiale e rischio automazione: impatto su lavoro e imprese’ pubblicata oggi dall’Ufficio Studi in collaborazione con l’Osservatorio MPI di Confartigianato Lombardia. Qui per scaricarla.

Il lavoro descrive le evidenze contenute nel 25° report ed è integrato da alcuni approfondimenti inediti. La diffusione di sistemi di IA delinea una marcata discontinuità con il passato, determinando un cambio di paradigma, con effetti sul mercato del lavoro, sui processi di  formazione, sulla gestione delle competenze imprenditoriali, sulla mobilità e sull’ambiente. Salgono i rischi di concentrazione di mercato, intrecciati con rilevanti implicazioni geopolitiche, mentre si delineano fattispecie inedite sul fronte della legislazione, in particolare nella contrattualistica, nelle assicurazioni dei rischi e nella tutela della privacy.

Nel report viene esaminata la segmentazione del mercato del lavoro in relazione ad indicatori di impatto dell'IA. Nell'analisi di livello europeo vengono prese a riferimento le professioni con una alta esposizione dell'occupazione all'impatto dell'intelligenza artificiale, che in Italia comprendono 8.366.000 occupati, pari al 36,2% del totale, una quota inferiore di 3,2 punti percentuali rispetto alla media Ue a 27 di 39,5%. Nel confronto internazionale, la quota di occupati più esposti è massima, pari al 59,4%, in Lussemburgo, mentre si registra la minima esposizione per la Romania, con una quota più che dimezzata a tale massimo e pari al 25,8%. Tra i maggiori paesi europei risultano più esposte dell’Italia la Germania, dove il 43,0% dell’occupazione si riferisce a professioni con una alta esposizione all'IA e la Francia con il 41,4%, mentre si riscontra una quota minore in Spagna, dove l’elevata esposizione all’IA interessa il 35,2% degli occupati.

I dati per territorio - Il lavoro è corredato dall’Appendice statistica “IA & rischio automazione” che contiene i dati per regione e provincia sul peso delle imprese che investono nell’ambito dell’IA e il quadro delle imprese totali, delle MPI e di quelle artigiane e dei relativi addetti per livello di rischio automazione. Qui per scaricarla.

 
Quota di occupati in professioni ad alto impatto dell'IA nei paesi Ue a 27
Anno 2022, classificazione ISCO-08 - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat

 

 


Sostenibilità e lavoro femminile: donne occupate +2,9% in Italia vs +2,1% Ue, traino in Veneto, Lombardia, Lazio e Piemonte

 

Nell’ambito degli obiettivi relativi alle dimensioni dello sviluppo sostenibile – economica, sociale ed ecologica - si trova quello della parità di genere, all'interno del quale è  individuata la necessità di garantire alle donne la piena ed effettiva partecipazione alla vita politica ed economica.

L’Italia, come evidenziato nelle nostre analisi sul mercato del lavoro e l’imprenditoria femminile, evidenzia un grave ritardo nella partecipazione delle donne al mercato del lavoro - con un tasso di occupazione femminile tra i più bassi d'Europa - che si fa più marcato nel Mezzogiorno.

Il caratteri della sostenibilità sociale saranno tra i temi sviluppati nel 1° Forum della Sostenibilità di Confartigianato Imprese, evento che si terrà a Roma il 27 e 28 giugno a Roma, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica e della Rappresentanza italiana della Commissione europea. Qui il programma.

L'attività imprenditoriale è un canale fondamentale per la partecipazione al mercato del lavoro, con l'Italia che è il primo paese Ue per numero di imprenditrici e lavoratrici autonome, come evidenziato dal report presentato dall’Ufficio Studi in occasione dell’ultima Convention del Movimento Donne Impresa di Confartigianato.

Il trend positivo del mercato del lavoro trainato dalle componente femminile - In questa delicata fase congiunturale - qui la nostra analisi di un ampio set di indicatori elaborata per il 25° report - sta crescendo in modo robusto l’occupazione, nonostante la vigorosa stretta monetaria e le incertezze legate al prolungamento del conflitto in Ucraina.

Se prendiamo a riferimento i più dettagliati dati trimestrali, si osserva che nel primo trimestre 2023 l'occupazione sale del 2,3% rispetto allo corrispondente periodo precedente, combinazione di un aumento del 2,9% per le donne e del +1,8% per gli uomini. La dinamica dell'occupazione femminile in Italia è superiore al +2,1% della media Ue e, nel dettaglio supera il +1,5% della Francia e il +2,5% della Spagna, mentre in Germania si registra una crescita più marcata (+3,1%).

Il maggiore dinamismo dell'occupazione femminile risente del recupero delle attività dei servizi e del turismo. Il settore del commercio, alberghi e ristoranti è quello che presenta la dinamica più marcata dell’occupazione (+3,7%), con le donne occupate nel comparto che crescono del 6,7% a fronte del +1,4% degli uomini.

Donne decisive per il recupero dell'occupazione indipendente - Il lavoro indipendente è stato maggiormente colpito nella pandemia ed è ancora lontano dal ritorno ai livelli del 2019. Nell’ultimo anno il recupero dell'occupazione indipendente (+50 mila unità, pari al +1,0%) regista il maggiore impulso dalle donne imprenditrici e lavoratrici autonome, in aumento di 41mila unità, pari al +2,6%, mentre gli uomini sono saliti di 9mila unità, pari al +0,3%. La componente femminile spiega l’81,7% dell'incremento di occupati indipendenti.

L’analisi territoriale sulla dinamica dell’occupazione per genere, che centriamo sulle 6 maggiori regioni – che superano il milione di occupati e con più bassi livelli di errore campionario – si evidenzia un traino dell’occupazione femminile in Veneto con l’occupazione che sale del +3,6% con un +4,3% per le donne e un +3,0% per gli uomini, in Lombardia con l'occupazione che sale del 2,2% con un +3,3% per le donne e un +1,4% per gli uomini, nel Lazio con l'occupazione che sale del +1,2% con un +1,4% per le donne e un 1,1% per gli uomini e in Piemonte con l'occupazione che sale del +1,1% con un +1,6% per le donne e un +0,7% per gli uomini. L’occupazione femminile cresce anche nella altre due maggiori regioni: in Toscana l’occupazione sale del +2,3% con un +1,9% per le donne e un +2,7% per gli uomini e in Emilia-Romagna l’occupazione sale del +1,7% con un +0,9% per le donne e un +2,4% per gli uomini.

 

 
Dinamica occupazione per genere nei maggiori paesi Ue
I trimestre 2023, var. % tendenziale, 15 anni ed oltre - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat

 
Tasso di occupazione femminile per regione e maggiori paesi Ue
I trimestre 2023, % popolazione 15-64 anni - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat ed Eurostat