25 Maggio 2016, h. 13:42

STUDI – Spread burocratico Italia–Ue 28 di 24 punti percentuali: per oltre 8 imprenditori su 10 è un problema per l’attività. Tempo per pagare le tasse del 52% superiore alla media Ocse

L’attività e gli investimenti nelle imprese italiane sono fortemente penalizzate dalla burocrazia che caratterizza un ambiente meno competitivo per lo sviluppo delle attività imprenditoriali. Nonostante il recente miglioramento grazie al percorso delle riforme, nella graduatoria internazionale relativa alle regolamentazioni che favoriscono o limitano l’attività imprenditoriale, l’Italia si colloca al 45° posto e rimane in ritardo rispetto alle maggiori economie europee collocandosi dietro al Regno Unito (6° posizione nel mondo), Germania (15° posizione), Francia (27° posizione) e Spagna (33° posizione).

Come è stato evidenziato nella presentazione di sabato scorso all’Assemblea Giovani Imprenditori – clicca qui per scaricare le slides – anche la trasmissione di impresa può aiutare a mantenere il know how necessario per una più efficiente relazione con la Pubblica amministrazione. Nel nostro Paese, infatti, la burocrazia impatta in modo pesante sull’attività delle imprese. L’analisi dei dati di Eurobarometro evidenzia che la complessità delle procedure amministrative è un problema per l’attività dell’86% degli imprenditori, 24 punti in più del 62% della media dell’Unione europea a 28 Paesi. Nel dettaglio l’Italia si colloca al terzo posto dietro alla Grecia (95%) e alla Francia (89%). Inoltre nel confronto con gli altri maggiori Paesi europei, la quota delle imprese italiane che indicano il fenomeno come un problema superiore di 27 punti al 59% della Spagna, di 36 punti rispetto al 50% della Germania e di 64 punti superiore al 22% del Regno Unito.

In Italia a fronte di una più elevata tassazione di impresa – pari al 64,8% dei profitti commerciali – si registra anche una più onerosa burocrazia fiscale: per gli adempimenti fiscali una impresa italiana impiega 269 ore all’anno, 92 ore in più della media Ocse di 177 ore (il 52,0% in più) e superiore alle 218 ore della Germania, alle 158 ore della Spagna e alle 137 ore della Francia e alle 110 ore del Regno Unito.

La pesante burocrazia e la scarsa efficienza dei processi della P.A. rende più complessa e difficile la relazione dei cittadini con gli uffici pubblici con un tempo richiesto, spesso eccessivo, per l’utilizzo degli sportelli, nonostante le crescenti opportunità offerte dal sistema prenotazioni e pagamenti on line.

Nel 2015 il 22,3% dei cittadini con oltre 18 anni che si è recato a sportelli dell’anagrafe è stato in coda per oltre 20 minuti; va peggio per le ASL dove le lunghe code interessano il 52,2% degli utenti e per gli uffici postali dove per pratiche quali spedizione raccomandate, versamenti in conto corrente e ritiro pensioni il 52,6% degli utenti rimane in coda oltre 20 minuti. Se consideriamo la media delle tre tipologie di sportelli, ponderata con il numero degli utilizzatori, osserviamo che la coda di oltre 20 minuti interessa il 45,1% dei cittadini con oltre 18 anni che si sono recati agli sportelli di Anagrafe, ASL e uffici postali; tale quota è cresciuta in modo sostenuto e precisamente di 7,2 punti in cinque anni – nel 2010 era pari al 39,7% – e addirittura di 11,9 punti rispetto al 33,1 di dieci anni prima.

 

 

Complessità delle procedure amministrative come problema per l’attività d’impresa nei Paesi europei

(Anno 2015- frequenza % di risposte “è un problema” – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Commissione Europea)

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Total tax rate ed ore necessarie per pagare le tasse nei maggiori paesi UE

(Anno 2015-% imposte nazionali e territoriali su risultato operativo lordo e ore – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Banca Mondiale-Pwc Doing Business 2016)

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Incidenza delle code lunghe – attese di oltre 20 minuti – agli sportelli Anagrafe, ASL e Poste Anagrafe tra 1995 e 2015

(Anni 1995-2015; 2004 n.r. – % persone di 18 anni e più utilizzatrici degli sportelli negli ultimi 12 mesi – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat)

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