26 Novembre 2005, h. 11:29

Confartigianato a confronto con il Ministro delle Politiche Agricole Giovanni Alemanno Alimentare: Le Pmi rimangono forti all’estero, + 3,4% l’export nel I semestre 2005. Ma si intravede la minaccia cinese e dell’Ue

Nonostante la crisi economica, le piccole imprese del settore alimentare mantengono buone posizioni sui mercati esteri.

L’indicazione emerge da uno studio di Confartigianato che è stato presentato oggi durante la giornata conclusiva della Conferenza Organizzativa delle Categorie, alla quale è intervenuto il Ministro delle Politiche Agricole e Forestali Giovanni Alemanno.

Secondo le rilevazioni di Confartigianato, a fronte del trend negativo di altri settori, il fatturato dell’export delle piccole imprese dell’alimentazione ha fatto registrare andamenti positivi sia nel 2004 (+ 4,4%), sia nei primi sei mesi del 2005 (+3,4%), con una previsione di incremento anche nel secondo semestre  dell’anno (+1,1%).

Le Pmi del comparto alimentare, insomma, difendono la qualità della nostra alimentazione all’estero e, per ora, fanno argine agli attacchi cinesi in Italia. I prodotti della Cina, infatti, stentano a farsi largo nel nostro Paese. La crescita delle importazioni alimentari dal Paese asiatico rimane su percentuali contenute: da agosto 2004 ad agosto 2005, è stata dell’8,8%, molto al di sotto della media del + 20% degli altri settori manifatturieri.

Tuttavia, la paura dell’insidia cinese e dei concorrenti europei comincia a diffondersi tra le Pmi.

Secondo l’indagine di Confartigianato, infatti, il 23,5% di un campione di 1.500 piccole imprese dichiara di sentirsi minacciato dall’invasione di prodotti cinesi sul mercato italiano e il 26,5% teme la concorrenza dei prodotti provenienti dall’Unione Europea.

Per quanto riguarda la competizione sui mercati internazionali, gli artigiani dell’alimentazione temono soprattutto (52,9%) la concorrenza delle altre nazioni europee e dei Paesi del Nord America (17,6%).

Quello delle imprese artigiane del settore alimentare è un patrimonio di gusto e di creatività, ma è anche serbatoio di occupazione.

Secondo i dati presentati oggi da Confartigianato, l’artigianato dell’alimentazione conta infatti 80.160 aziende (pari all’82% del totale delle imprese italiane del settore alimentare) che sono aumentate, dal 2001 ad oggi,  in media del 4% ogni anno, con 238.596 addetti (equivalenti al 54,5% del totale degli addetti del settore alimentare).

“Le nostre rilevazioni – ha sottolineato il Presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini rivolgendosi al Ministro Alemanno – devono spingere Governo ed imprese ad uno sforzo senza precedenti in tre direzioni per valorizzare le produzioni made in Italy. Il pericolo reale per le nostre imprese viene, più che dalla Cina, dalla concorrenza dei prodotti europei. Bisogna quindi insistere sulla strada dei marchi d’origine dei prodotti, sulle politiche di valorizzazione delle filiere produttive e delle aggregazioni di imprese, sull’innalzamento della qualità dei prodotti per consolidare la nostra presenza sui mercati mondiali”.

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