27 Marzo 2006, h. 16:51

INSTALLAZIONE IMPIANTI Confartigianato e Cna chiedono la riforma delle leggi sul settore: meno burocrazia per le imprese, più sicurezza e qualità per i consumatori

Gli installatori di impianti devono lavorare 45 giorni all’anno al servizio della burocrazia. E’ l’effetto del caos normativo e dell’eccesso di leggi che disciplinano il settore della installazione e manutenzione di impianti.

La denuncia arriva dai rappresentanti di Confartigianato Impianti e di Cna Installazione Impianti i quali, oggi a Roma, hanno sollecitato una riforma complessiva della ‘giungla’ di norme e regolamenti che costringe le 150.890 imprese (il 95% delle quali sono artigiane) di un settore con 450.000 addetti e che vale 11 miliardi di euro a dedicare il 15% dell’attività quotidiana a compilare moduli o a fare la fila agli sportelli della Pubblica Amministrazione.

“Attualmente – hanno sottolineato il Presidente di Confartigianato Impianti Luciano Mattozzi e il Presidente di Cna Installazione Impianti Franco Bianchi – esistono troppe norme ripetitive, confuse e contraddittorie e troppi adempimenti che disorientano noi imprenditori e i cittadini. Dobbiamo fare i conti con la legge 46/90 sulla sicurezza degli impianti, con la legge sul risparmio energetico, con le delibere emesse a getto continuo dall’Autorità dell’Energia, con i regolamenti regionali, provinciali e comunali”.

Gli installatori di impianti di Confartigianato e di Cna chiedono quindi al nuovo Parlamento e al nuovo Governo di mettere ordine nella legislazione sul settore, coordinando le disposizioni vigenti e riformando alcuni aspetti essenziali dell’attuale disciplina. “La sicurezza non si garantisce con la burocrazia. Non ne possiamo più di combattere tutti i giorni con carte e articoli di legge. Basti pensare che, per costituire un’impresa, dobbiamo svolgere 65 adempimenti burocratici presso 15 diverse amministrazioni. Vogliamo poter assicurare, in modo semplice e chiaro, ai consumatori servizi di qualità e vogliamo poter operare in condizioni di libera concorrenza”.

“Siamo pronti a confrontarci con le forze politiche e ad offrire il nostro contributo di proposte – hanno detto – per costruire, entro tempi rapidi e certi, una nuova normativa che assicuri contemporaneamente la qualità e l’efficienza degli impianti, la sicurezza dei consumatori, la qualificazione delle imprese, il risparmio energetico, la tutela dell’ambiente”.

Questi i punti principali del testo unico della nuova normativa sugli impianti sollecitato da Confartigianato e Cna:

– Applicare la disciplina sull’installazione impianti a tutte le categorie di edifici, qualunque sia la destinazione d’uso, coordinandola con le disposizioni vigenti in materia di sicurezza;

– Rivedere i requisiti di qualificazione tecnico-professionale degli imprenditori in rapporto alla complessità tecnica delle tipologie degli impianti, valorizzando anche il ruolo didattico svolto dagli imprenditori sul luogo di lavoro;

–  Definire le responsabilità dell’installatore rispetto a quelle del progettista;

– Razionalizzare, semplificare e coordinare procedure e adempimenti per l’avvio e l’esercizio dell’attività di impresa;

–  Organizzare un sistema efficiente di verifiche degli impianti per garantirne l’effettiva sicurezza; 

– Impedire alle aziende che vendono e distribuiscono energia di operare nel mercato tipico dell’attività degli installatori di impianti, relativo cioè ai servizi di manutenzione post contatore;

–  Introdurre un sistema di sanzioni che corresponsabilizzi imprese e consumatori;

–  Coordinare le competenze dello Stato, delle Regioni e degli Enti locali, anche tramite gli accordi in sede di Conferenza Stato-Regioni. 

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