20 Febbraio 2007, h. 10:57

Il rilancio del cinema italiano comincia dagli artigiani Confartigianato e CIAC chiedono maggiore tutela e risorse economiche mirate per le piccole imprese che lavorano nella produzione cinematografica e nell’audiovisivo

Gli artigiani del cinema e del settore audiovisivo hanno una nuova rappresentanza: si chiama CIAC – Coordinamento Italiano Audiovisivi e Cinema affiliato a Confartigianato – ed oggi è stata ufficialmente presentata da Confartigianato nell’ambito del Convegno “Il cinema del futuro. Imprese artigiane e nuove tecnologie dell’audiovisivo”.

Al Convegno hanno partecipato il Vice Presidente di Confartigianato Tullio Uez,  il Presidente di CIAC Amedeo Fago, il Direttore generale per il cinema del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali Gaetano Blandini, il Direttore del Censis Giuseppe Roma, il Direttore generale di Artigiancassa Gianfranco Verzaro.

Il Vicepresidente di Confartigianato Uez e il Presidente di CIAC Fago hanno sollecitato il riconoscimento dello status di ‘artigiani’ per i numerosi mestieri coinvolti nella realizzazione dei film italiani e che danno lavoro a circa 40.000 persone. Uez e Fago hanno poi chiesto risorse economiche mirate al sostegno dei nuovi talenti e delle produzioni cinematografiche indipendenti.

“Confartigianato – ha sottolineato il Vicepresidente Uez – ha deciso di essere portavoce degli artigiani del cinema perché, così come avviene per molti settori produttivi che risentono della concorrenza internazionale, anche per difendere e valorizzare il nostro cinema dobbiamo puntare sui fattori che lo distinguono rispetto alle grandi produzioni di serie. Ma bisogna colmare subito due grandi lacune: serve una legge che riconosca la figura di imprenditore artigiano del cinema e servono corsi di formazione ad hoc per i diversi mestieri coinvolti nelle produzioni cinematografiche”.

“Il cinema italiano – ha aggiunto il Presidente Fago – potrà avere futuro se punterà sulle caratteristiche di artigianalità che da sempre lo contraddistinguono e che lo hanno reso famoso nel mondo. Occorre offrire ai tanti giovani che vogliono fare cinema l’opportunità di formarsi e di mettersi in proprio e di esprimere così l’indipendenza creativa indispensabile per realizzare film di qualità”.

Sollecitazioni alle quali ha risposto positivamente Gaetano Blandini, Direttore generale per il cinema del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, il quale, nel riconoscere il ruolo di rappresentanza di CIAC, ha annunciato che il Coordinamento Italiano Audiovisivi e Cinema farà parte del tavolo istituzionale che discuterà i contenuti della nuova legge per il cinema.

Blandini ha altresì assicurato l’attenzione del Ministero a consolidare la struttura imprenditoriale del cinema italiano ‘premiando’ le produzioni che utilizzano la creatività dei giovani e quelle che vengono realizzate nel nostro Paese.

Impegno a favore delle imprese di piccole dimensioni è stato confermato anche dal Direttore generale di Artigiancassa Gianfranco Verzaro il quale ha annunciato che la Banca specializzata nel credito agli artigiani si accinge a dare avvio all’attività di gestione del Fondo cinema, in convenzione con il Ministero dello Spettacolo.

Del forte dinamismo imprenditoriale nel settore del cinema e dell’audiovisivo ha parlato il Direttore del Censis Giuseppe Roma il quale ha anticipato i dati di una ricerca che verrà presentata a fine marzo. Dall’indagine emerge che le attività legate al cinema, grazie all’utilizzo della tecnologia digitale, sono cresciute di un terzo negli ultimi 5 anni. Infatti, le imprese di produzione e distribuzione cinematografica in Italia sono passate da 4.900 nel 2001 a 6.800 nel 2006, con entrate, al 2005, che rasentano i 2 miliardi di euro (esattamente 1.831 milioni di euro) provenienti per il 57,5% dalla vendita all’utente finale di DVD e supporti per l’home video.

Rispetto al 2000 gli incassi ai botteghini delle sale cinematografiche sono aumentati in termini reali del 16,7%, l’home video è cresciuto del 52,5% mentre i contributi statali sono diminuiti del 23%. Gli addetti nel comparto dell’audiovisivo (produzione e distribuzione cinematografiche e attività radiotelevisive), al 2005, erano 96.097. Di questi, il 43% sono veri e propri lavoratori autonomi, artigiani e piccoli imprenditori. Soltanto nel Lazio, si stima un’occupazione di 36.300 addetti, pari al 37,8% del totale nazionale.

Le figure professionali più richieste dalle imprese dell’audiovisivo sono i tecnici del suono e i tecnici del montaggio segnalati dal 15,4% degli imprenditori, seguiti dagli amministratori di produzione (9,9% di richieste) e dagli organizzatori generali (6,6%). Anche quando si chiede di indicare una seconda figura, diversa dalla prima, i tecnici del suono e del montaggio ottengono le maggiori segnalazioni (il 14,7%), seguiti questa volta dai registi (13,2%) e dagli amministratori di produzione. I tecnici del montaggio e del suono risultano anche le figure più difficili da reperire sul mercato (precedono i registi e i direttori di produzione) e che si vorrebbe coinvolgere stabilmente nella propria azienda.

Alla seconda parte del convegno sono intervenuti: Mario La Torre ordinario di economia degli intermediari finanziari all’Università “La Sapienza”, Massimo Mascini direttore del ‘Diario del lavoro’, Morando Morandini critico cinematografico, Bruno Torri segretario del Sindacato nazionale critici cinematografici, Mario Brenta regista e docente di cinematografia, Faliero Rosati sceneggiatore, Giuseppe Piccioni regista, Claudio Biondi docente di master universitari, Veronica Bilbao La Vieja produttrice cinematografica, Pasquale Gallo avvocato.

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