19 Ottobre 2007, h. 00:00

Cinema ed artigianato, un binomio sempre più stretto


Dietro all’industria del cinema si nasconde un grande patrimonio di professionalità artigiane che contribuisce in maniera determinante alla migliore riuscita di un film, di uno spettacolo teatrale o di una produzione televisiva. Dagli autori ai sarti dei costumi, dalle scenografie ai tecnici del suono e della luce. Il mondo del cinema e dell’audiovisivo non può fare a meno delle capacità di questi 95.000 lavoratori artigiani. Confartigianato si era già mossa per ascoltare le esigenze di questo mondo, ma ora ha compiuto un ulteriore passo, creando un momento di confronto dedicato a questo settore che avrà il compito di rappresentare l’intero comparto dell’audiovisivo, a livello nazionale e territoriale. Infatti, così come avviene per molti settori produttivi che risentono della concorrenza internazionale, anche per il nostro cinema si deve puntare sui fattori che lo distinguono rispetto alle grandi produzioni di serie. In primo luogo le tante maestranze artigiane del settore che stanno vivendo una profonda crisi, non fosse altro perché sempre più spesso il cinema italiano investe all’estero. La Finanziaria 2008 contiene una serie di proposte in tal senso, tra cui una normativa che vorrebbe riservare agevolazioni fiscali a quelle imprese che investano almeno il 12% della spesa totale in Italia, una quota che però la Confederazione vorrebbe fosse alzata a garanzia del futuro di chi lavora nelle grandi produzioni cinematografiche italiane. Proprio all’avvenire guarda Amedeo Fago, coordinatore di questo gruppo sull’audiovisivo. “Il cinema italiano potrà avere futuro se punterà sulle caratteristiche di artigianalità che da sempre lo contraddistinguono e che lo hanno reso famoso nel mondo. Occorre offrire ai tanti giovani che vogliono fare cinema – ha aggiunto Fago – l’opportunità di formarsi, di mettersi in proprio e di esprimere così l’indipendenza creativa indispensabile per realizzare film di qualità”. Una volta di più si torna ad associare l’artigianato con la qualità. A confermarcelo, in occasione di un incontro avvenuto lo scorso 18 ottobre presso la sede di Confartigianato, anche Gabriella Lo Faro, titolare della sartoria per il cinema e lo spettacolo “Costumarte”, che ha contribuito alla realizzazione di “Amedeus”, film vincitore nel 1985 del Premio Oscar per i costumi. “Il costume è fondamentale per la buona riuscita di un film. Soltanto chi ha competenza e capacità manuali può rendere un costume vero, come se fosse uscito da un baule del settecento o dell’ottocento. Le botteghe dei sarti, dei ricamatori e di tutto l’indotto artigiano del settore – continua la Lo Faro – rappresentano un patrimonio importante che andrà perduto se non si darà la possibilità ai giovani delle accademie di apprendere quanto si fa al loro interno”. Le tecniche dell’artigianato nel mondo del cinema e dell’audiovisivo però non si limitano alla filiera della produzione, ma accompagnano la realizzazione di un film fin dentro le case e nelle sale di proiezione. In primo luogo ci sono gli autori, ma anche gli sceneggiatori, le produzioni e la distribuzione, con la tecnologia che ha aperto numerose opportunità. Con le tecnologie digitali infatti, oltre ad una netta diminuzione dei costi, le imprese di produzione e distribuzione sono cresciute di un terzo nel quinquennio 2000/2005, dalle 4.900 alle 6.800 unità, aumentando al tempo stesso i ricavi e l’occupazione del settore. Una crescita spinta dal dinamismo imprenditoriale del comparto del cinema e dell’audiovisivo, che ha trovato nelle tecnologie digitali e nelle possibilità offerte dalla trasmissione satellitare e della rete internet un ottimo campo di diffusione.

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