8 Gennaio 2008, h. 00:00

Nessuna flessione per i dolci artigiani sulle tavole delle feste

Festività all’insegna del made in Italy con i prodotti più consolidati della tradizione alimentare nazionale che scalzano salmone, ostriche e caviale nelle preferenze dei consumatori. E se il prodotto è una specialità artigiana, e soprattutto un dolce, il sorpasso è ancora più deciso ed evidente. Gli italiani, tra Natale e l’Epifania, hanno confermato una certa tendenza al risparmio e hanno bandito dalle tavole i prodotti più costosi. Ma non solo quelli. Ad essere penalizzati sono stati soprattutto i generi considerati ‘voluttuari’, come ad esempio quelli esotici, che negli ultimi anni hanno fatto la loro comparsa in pranzi e cenoni. Si è risparmiato sul cibo, ma non sulla qualità. Lo dimostra in modo particolare il settore dei dolci natalizi artigiani che, nonostante i portafogli più leggeri dei consumatori, è riuscito a confermare le eccellenti performance del 2006. Un successo determinato non solo dalla qualità e dalla bontà dei prodotti, ma anche da una attenta politica dei prezzi che nell’ultimo anno ha permesso di mantenere gli aumenti al 2,2%, quindi al di sotto del tasso d’inflazione fissato al 2,4%, al di là dei forti rincari fatti registrare in tutto il 2007 dalle materie prime, che hanno interessato anche il frumento (+ 50,6%), il latte (+6,3%), il burro (+10,6%), le uova (+4,9%), ingredienti fondamentali per la preparazione dei dolci. “I pasticceri e i panificatori artigiani – fa notare Giacomo Deon, Presidente dei Pasticceri di Confartigianato – a costo di comprimere i profitti, si sforzano di non scaricare i rincari delle materie prime sui consumatori e di mantenere un corretto rapporto qualità-prezzo. Il nostro impegno a frenare la corsa dei prezzi è tanto più significativo se si considera che gli acquisti delle materie prime incidono per il 34,7% sul fatturato di pasticcerie e panifici artigiani”. In testa alla classifica dei dolci artigiani più venduti nel periodo natalizio, si trovano i tradizionalissimi panettoni e pandoro, sfornati da 45.000 pasticcerie e panifici, i cui consumi si sono attestati su un valore di 240 milioni di euro, pari a circa 120 mila quintali di prodotto. Una fetta importante di mercato, pari al 29,8% del totale. Le vendite sono andate meglio nelle regioni del Nord dove sono stati preferiti dal 90% dei consumatori. Numeri più contenuti nelle regioni centrali (50%) e in quelle del Mezzogiorno (30%), che evidenziano una marcata preferenza per i dolci tipici della tradizione locale, come strudel e zelten trentini, cavallucci e ricciarelli toscani, panpepato umbro, struffoli e pastiera campani, catreddate pugliesi, quazunielli calabresi, mustazzoli siciliani, pabassinas sardi. Numeri da primato anche per i dolci a base di cioccolato realizzati dalle oltre 400 cioccolaterie specializzate esclusivamente nella lavorazione del cacao, che hanno registrato un’impennata delle vendite con l’avvicinarsi dell’Epifania. Nell’ultimo mese, secondo una rilevazione di Confartigianato, gli italiani hanno speso circa 55 milioni di euro in specialità artigiane al cioccolato. Come per panettoni e pandoro, anche per il cioccolato artigiano non si evidenziano perdite di quote di mercato, con valori sovrapponibili a quelli dello scorso anno.

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