23 Luglio 2009, h. 00:00

IRAP, LE ENTRATE FANNO MARCIA INDIETRO

Allarme rientrato: le società di capitali non dovranno riscrivere i bilanci e le dichiarazioni dei redditi per adeguarsi ai recenti indirizzi interpretativi dell’Agenzia delle Entrate in materia di deducibilità dei costi Irap per autovetture, telefonia o spese di rappresentanza. L’Agenzia ci ripensa e tira un colpo di spugna sulla circolare n.36 dello scorso 16 luglio, con la quale aveva di fatto trasfuso all’IRAP le limitazioni di alcune spese a deducibilità limitata già previste in materia di imposte dirette. Una previsione che aveva gettato lo scompiglio tra professionisti e imprenditori. Un ripensamento non proprio spontaneo, piuttosto un’azione in risposta al durissimo intervento di Confartigianato e delle altre organizzazioni di rappresentanza delle piccole e medie imprese. In una lettera inviata al Direttore delle Entrate Attilio Befera a pochi giorni dalla pubblicazione della circolare n.36, il responsabile del settore fiscale della Confederazione congiuntamente a quelli di altre quattro associazioni, aveva sottolineato l’infondatezza dei chiarimenti in materia di Irap contenuti nel documento. Giungendo alla conclusione che i chiarimenti forniti erano sbagliati. Nel merito e nella tempistica. Sbagliati perché <i>“in contrasto con il dettato normativo”</i>, con <i>“i principi contabili in materia di bilancio”</i>, oltre ad arrivare fuori tempo massimo <i>“rispetto al corretto svolgimento degli adempimenti”</i>. Le società di capitali, infatti, nella generalità dei casi approvano i bilanci entro aprile con il relativo stanziamento delle imposte. Inoltre, alla data del 16 luglio, giorno in cui la circolare è stata diffusa, la maggior parte delle imprese aveva già effettuato i versamenti a saldo ed in acconto. <i>“E’ del tutto evidente </i>– è scritto tra l’altro nella missiva indirizzata a Befera – <i>che la tempistica con cui sono stati resi noti gli indirizzi interpretativi assume fondamentale importanza per quanto concerne l’adempimento spontaneo, tenuto conto che la norma era conosciuta dal 1° gennaio 2008 e la dottrina, da tempo, era orientata su differenti interpretazioni”</i>. Alle 22 del 22 luglio, a poche ore di distanza dalla dura presa di posizione Confederale (dura nei contenuti, cortese nella forma) l’Agenzia delle Entrate è tornata sui suoi passi diramando una nuova circolare che supera le criticità sollevate da Confartigianato. Nella nuova circolare le Entrate precisano, tra l’altro:<i> “Con tale intervento (circolare 36 del 2009 ndr) non si è inteso, né sarebbe stato possibile, reintrodurre il legame tra IRES e IRAP che è venuto meno a seguito dell’abrogazione dell’articolo 11-bis del decreto IRAP”</i>. Giungendo alla conclusione che:<i> “La circolare non altera in alcun modo il trattamento dei costi di produzione dedotti integralmente o in misura superiore, per i quali l’amministrazione non potrà opporre le forfetizzazioni del TUIR. Queste ultime, infatti, nel sistema dell’IRAP non hanno valore di presunzioni e non possono essere utilizzate dagli uffici per contestare l’inerenza dei costi dedotti”</i>. Insomma, si sarebbe trattato di un malinteso interpretativo.

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