20 Agosto 2009, h. 20:38

Nel 2009 nelle Pmi c’è posto per 94.670 dipendenti. Ma il 32,5% è introvabile.

Confartigianato lancia l’emergenza manodopera: mancano all’appello falegnami, idraulici, sarti, fornai. Ma anche informatici e addetti alla robotica.

Nonostante la crisi, l’artigianato e le piccole imprese si confermano serbatoio di occupazione stabile e qualificata.

Lo dimostrano i dati dell’Ufficio studi di Confartigianato secondo i quali le opportunità di lavoro non mancano: tanto che, nel 2009, il fabbisogno occupazionale dichiarato dalle piccole aziende è di 94.670 persone.

Ma il 32,5% di questi potenziali nuovi dipendenti, ben 30.750 persone, risulta introvabile.

Confartigianato lancia l’emergenza manodopera nelle piccole imprese con una classifica delle figure professionali di cui gli imprenditori lamentano le maggiori difficoltà di reperimento.

Ai primi posti per il numero più elevato di professionalità richieste e non disponibili vi sono falegnami ed operatori specializzati nella lavorazione del legno: servono 2.690 persone, ne mancano 1.390, pari al 51,7% del fabbisogno totale.

A seguire parrucchieri ed estetisti: sui 6.570 dipendenti necessari, ne mancano all’appello 3.210. Problemi anche per gli elettricisti: le aziende ne cercano 9.850, non se ne trovano 2.840.

Anche meccanici e autoriparatori sono pronti ad assumere 3.900 persone, ma ben 1.640 sono introvabili.

Non va meglio per gli idraulici: le imprese dovranno rinunciare ad assumerne 1.560 su un fabbisogno totale di 6.910.

Anche nel settore alimentare le opportunità di lavoro non mancano: 1.340 i posti disponibili nei panifici e pastifici, ma il 38,8% rimarrà scoperto. Situazione analoga per le pasticcerie e gelaterie dove il fabbisogno di manodopera è di 2.200 persone, il 28,2% delle quali difficile da reperire.

Problemi anche per i sarti: su 1.600 posti disponibili ne rimarranno scoperti 550.

Se dalle attività tradizionali ci si sposta a quelle più innovative, le difficoltà delle imprese a reperire personale rimangono le stesse.

Infatti, su un fabbisogno di 9.910 tecnici informatici e telematici, le imprese artigiane dovranno rinunciare ad assumerne 2.930. Stessa sorte per gli addetti alla robotica: introvabile il 37% degli 810 potenziali dipendenti. Maggiore disponibilità, ma sempre inferiore alle necessità delle imprese, per gli addetti all’organizzazione e al controllo della produzione: risulta di difficile reperimento il 22,5% dei 2.440 potenziali dipendenti.

UFFICIO STAMPA

Lorenza Manessi
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