2 Agosto 2010, h. 00:00

I Confidi all’esame del Parlamento, il futuro fa rima con semplificazione

Le Commissioni finanze di Camera e Senato hanno valutato positivamente alcune delle proposte di Confartigianato per la riforma del Testo Unico Bancario. In particolare, per quanto riguarda la revisione dell’attività dei Consorzi di garanzia fidi, lo strumento che ha saputo sostenere artigiani e piccoli imprenditori nel pieno della crisi. Confartigianato aveva confermato la necessità di semplificare il corposo impianto normativo nato dopo la rivoluzione di Basilea 2, cominciando proprio da un rapporto sempre più stretto tra Associazione di categoria e Consorzio di garanzia, una collaborazione vitale per il sostegno alle esigenze creditizie delle imprese. “Sappiamo che l’istruttoria e la delibera devono essere necessariamente in capo agli enti finanziari. Su questo non c’è dubbio – ha subito chiarito Vito Sanfilippo, direttore del Consorzio regionale di garanzia per l’artigianato del Veneto – Tutto quello che riguarda la raccolta dei documenti, però, il rapporto diretto con l’impresa o la consulenza finanziaria di base può essere lasciata alle associazioni. Ma io vado anche oltre e penso a tutta la materia relativa all’antiriciclaggio o alla trasparenza. Se la normativa potesse spingersi oltre, riusciremmo a favorire ancor di più l’impresa”, ha concluso Sanfilippo. Un rapporto più stretto che porti a ridurre i costi, gli adempimenti e le pratiche a carico dei consorzi. Oggi, infatti, i Confidi sono costretti a pagare un prezzo davvero elevato per tutti gli aspetti amministrativi. “Fino a due anni fa – ha esordito Gianmario Caramanna, direttore di Confartigianato Fidi Piemonte – non avevamo più di 7 o 8 impiegati per tutta la parte amministrativa. Oggi, la nostra struttura, che è fatta di 70 persone, impiega circa 15/18 persone soltanto per la parte amministrativa e di controllo del 107”. La palla ora passa al Governo, che dovrà tenere conto delle necessità dei Consorzi fidi, della loro operatività ma soprattutto della loro sostenibilità organizzativa.

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