19 Gennaio 2011, h. 15:48

ETICHETTATURA MADE IN ITALY Il Segretario Generale di Confartigianato Cesare Fumagalli: “L’origine dei prodotti influenza gli acquisti di 129 milioni di consumatori europei. Servono leggi per difendere qualità e trasparenza”

“Conoscere l’origine dei prodotti è fondamentale per i consumatori italiani ed europei.  E l’Unione Europea dovrebbe adeguarsi alle esigenze dei cittadini per tutelare il loro diritto alla corretta informazione sui prodotti che acquistano. Del resto ciò avviene ovunque nel mondo, tranne che in Europa”.

Il Segretario Generale di Confartigianato Cesare Fumagalli interviene sull’approvazione della legge sull’etichettatura dei prodotti alimentari. “I principi di trasparenza dell’informazione sulla provenienza degli alimenti – sottolinea Fumagalli – sono gli stessi che devono caratterizzare norme a tutela della qualità di tutti i nostri prodotti manifatturieri. Come i principi contenuti nella legge Reguzzoni-Versace sulla tracciabilità del tessile-abbigliamento la cui attuazione però è bloccata dai veti europei”.

Secondo Cesare Fumagalli “più informazione e maggiore trasparenza significa rilancio dei consumi”. A questo proposito, cita i risultati di una ricerca dell’Ufficio studi di Confartigianato condotta su dati Eurobarometro e dalla quale risulta che 1 cittadino europeo su 3, vale a dire 129 milioni di persone, sceglie cosa acquistare sulla base dell’origine dei prodotti riportati in etichetta. In Italia l’attenzione all’origine dei prodotti riguarda 25 milioni di persone. Una propensione che cresce proprio per i prodotti alimentari: il 43% dei cittadini dell’Ue, pari a 175 milioni di persone, acquista gli alimenti influenzato dalla consapevolezza della provenienza dei prodotti”.

“La legge Reguzzoni-Versace – sottolinea il Segretario Generale di Confartigianato – fissa principi e regole importanti per difendere e valorizzare il nostro patrimonio manifatturiero e per garantire ai consumatori la certezza di conoscere la provenienza della merce acquistata. Spero che questi principi possano prevalere sui cavilli degli euroburocrati e che la difesa della qualità dei settori manifatturieri europei divenga patrimonio comune di tutti i Paesi dell’Ue.

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