18 Aprile 2011, h. 00:00

Dalla Convention di Acqui Terme parte la sfida dei servizi innovativi per gli imprenditori

Tutto esaurito ad Acqui Terme per la sesta edizione della Convention dei servizi di Confartigianato; impossibile trovare una stanza d’albergo libera, non solo nella cittadina ma anche nei dintorni. Chi ha prenotato tardi scuote le spalle, sale sull’autobus e rassegnato parte per il proprio hotel lontano anche chilometri dall’avveniristico centro congressi inaugurato per l’occasione. <i>“Qui una cosa così non succedeva da tempo” </i>ha detto dal palco il sindaco di Acqui Terme Danilo Rapetti manifestando orgoglio per il successo dell’iniziativa. Un successo di partecipazione che non è sfuggito al quotidiano la Stampa che ha titolato su cinque colonne “Confartigianato invade la città”. Protagonisti della Convention gli oltre seicento tra vertici e funzionari delle associazioni di Confartigianato – portavoce dei 13.000 operatori presenti sul territorio – arrivati da tutta Italia per condividere esperienze e mettere sotto la lente la capacità del sistema di fornire risposte reali, concrete e innovative alle domande degli imprenditori associati. Uno stress test condotto attraverso dodici gruppi di lavoro, dedicati ai principali servizi offerti da Confartigianato. <i>”Usciamo dalla Convention di Acqui – </i> commenta il Segretario generale di Confartigianato Cesare Fumagalli – <i>con il conforto, avuto anche dalla presenza di autorevoli personaggi esterni, che la piccola impresa rappresenta la piattaforma per il futuro dell’economia italiana. Se questo è vero, il ruolo di Confartigianato si riconferma forte e decisivo per il sistema delle piccole imprese. Noi abbiamo progettato molte attività a cui daremo vita partendo dalla settimana prossima. Abbiamo dei fronti aperti di assoluta importanza, tra questi l’Agenzia per le imprese che sarà uno straordinario esempio di semplificazione e di privatizzazione del rapporto con la pubblica amministrazione; un altro fronte di assoluto impegno è l’ambizioso progetto di un nuovo welfare, non burocratico, personalizzato, vicino ed efficace. Abbiamo molti altri progetti che si attueranno nel corso dei prossimi mesi con una continuità che è davvero migliorata. Oggi il sistema di Confartigianato può dirsi sicuramente più in sintonia fra le proprie parti, con una sincronia che si dimostrerà proprio nella realizzazione e attuazione dei progetti nati oggi ad Acqui” </i> conclude Fumagalli. Per il presidente di Confartigianato e Rete Imprese Italia Giorgio Guerrini la Convention è stata un <i>“laboratorio di idee che ha messo al centro i territori, sempre più protagonisti anche di Rete Imprese Italia, che dopo aver concluso la fase di avvicinamento delle organizzazioni di rappresentanza oggi si avvia a scendere nelle singole realtà regionali”. </i> E se oggi per leggere e interpretare l’economia reale si fa sempre più ricorso ai numeri, un progetto dell’Ufficio studi di Confartigianato, presentato nella Convention, ha confermato l’importanza di mettere in rete metodologie e informazioni, un interscambio virtuoso con i territori, in questo caso la Lombardia, che in pochi mesi ha già raggiunto il successo. Spiega il responsabile dell’Ufficio studi nazionale Enrico Quintavalle: “<i>Confartigianato Lombardia ha messo a disposizione delle risorse da mettere in rete con l’Ufficio studi confederale, nello specifico la collaborazione con la giovane statistica Licia Redolfi e nell’arco di quattro mesi sono stati messi in pista un rapporto Annuale sull’artigianato e le piccole imprese relativo alle province lombarde e cinque pubblicazioni specialistiche di diversi aspetti economici”</i>. Il Segretario di Confartigianato Lombardia Vincenzo Mamoli, fa eco a Quintavalle. <i>“Sviluppare questa esperienza in rete</i> – spiega Mamoli -<i>, mettersi in rete in maniera intelligente con l’Ufficio studi di Confartigianato nazionale e il contributo del direttore scientifico Quintavalle, sono stati elementi determinanti: i primi risultati in Lombardia sono stati eccezionali”.</i> In chiusura di evento, Paolo Preti, professore di Organizzazione delle piccole e medie imprese presso l’Università Bocconi di Milano, ha opposto alla diffusa visione di un Paese che non cresce a causa della piccola dimensione delle imprese, quella dell’Italia che proprio grazie alle PMI è il quinto paese al mondo per produzione manifatturiera. Una formula di successo che ci ha permesso di uscire prima e meglio di altri dalla crisi.

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