14 Settembre 2011, h. 00:00

I big del giornalismo commentano la manovra finanziaria

<i>“L’aggravio delle entrate a cui stiamo assistendo ha un effetto depressivo pauroso, noi stiamo parlando di 100 miliardi di euro in più dal 2010 al 2014, per arrivare a 822 miliardi di entrate complessive, tutto questo ha un effetto sulla crescita asfittica degli ultimi 15 anni, che sappiamo esattamente quale sarà: noi avremo il segno meno per effetto di questa manovra”.</i> E’ Oscar Giannino, editorialista del Messaggero e conduttore radiofonico di Radio24, ad aprire la seconda tavola rotonda della Summer School di Confartigianato. Dopo i politici, infatti, è toccato ai giornalisti commentare la terza riscrittura, in quelle ore ancora non definitiva, della manovra finanziaria del Governo Berlusconi. Giudizi sulla manovra che sono anche giudizi su una fase politica. Sul palco, moderati da Paolo Feltrin – oltre a Giannino -, Nicola Porro, condirettore del Giornale, Sergio Rizzo, firma di punta del Corriere della Sera, Nunzia Penelope editorialista del Foglio. <I>“L’Europa </i>– spiega Giannino – <i>ci chiedeva che ci fossero meno spese e non più tasse. Invece non è così; l’Europa ci ha chiesto di sostenere la crescita, e il sostegno alla crescita non c’è. Classicamente, altri grandi paesi europei in difficoltà hanno alzato l’Iva, per creare risorse per diminuire la pressione fiscale su imprese e lavoro. Noi questa cosa non la facciamo. L’Europa si attendeva un’accelerazione della convergenza su tetti di anzianità e aumento del trattamenti di vecchiaia a 67 anni, naturalmente questo nella manovra non c’è”.</I> Un’analisi, quella di Giannino, condivisa in anche da Nicola Porro, che però arriva a differenti conclusioni. <i>”Questo governo</i> – si chiede Porro – <i> ha fatto una buona manovra? No. I motivi sono quelli che ha detto Giannino, ha continuato a pensare che la soluzione sia quella di rincorrere la spesa pubblica con maggiori entrate. E’ una deficienza di questo governo. Il governo ha fatto bene negli ultimi tre anni, un po’ meglio degli altri governi europei, ma non ha risolto il grande problema. Tutte le crisi finanziarie nascono dal debito”. </i> <i> “Se il debito </i>- rileva Porro – <i>non è fatto con lo scopo di produrre maggiore ricchezza, non esiste corpo sociale che possa campare. E i nostri 1800 mld di debito – aggiunge – non hanno prodotto ricchezza. Ma non se ne esce solo migliorando la manovra”.</i> Sempre in tema di debito, è intervenuto anche Sergio Rizzo. Per il giornalista del Corriere la responsabilità più grave di questo governo è di non aver modernizzato pubblica amministrazione e welfare. Taglio di dipendenti pubblici ed efficientamento della PA, secondo Rizzo avrebbero contribuito a contenere l’impennata del deficit pubblico. <i>Mentre il mondo andava avanti e cresceva noi ci siamo fermati, abbiamo evitato di fare quelle cose che andavano fatte, fondamentalmente modernizzare la pubblica amministrazione. La pubblica amministrazione è una cosa fondamentale; voi lo sapete – </i>rimarca Rizzo citando i dati di Confartigianato<i> – quanti sono i comuni in cui un’impresa può fare le pratiche on-line senza che l’imprenditore o l’artigiano si presenti allo sportello. Lo sapete quanti sono su 8101 in Italia? Sono 112”.</i> <i>“Abbiamo una classe politica che tira a campare”</i> osserva Rizzo che demolisce un altro dei provvedimenti-bandiera della Manovra: il taglio delle province.<i>“Andava fatto da tempo </i>- dice – <i> ma ho elementi per ritenere che non lo faranno”.</i> Troppo timide le misure di contrasto all’evasione fiscale contenute nella finanziaria. La denuncia è di Nunzia Penelope, che al tema dell’economia sommersa ha da poco dedicato un libro dal titolo: “Soldi rubati”. <i>“Questo paese siede su una enorme fortuna e probabilmente non lo sa e non prova neanche ad andarla a recuperare. Perché, oltre ad avere tutti gli anni 120 miliardi di evasione fiscale, adesso scopriamo che ci sono anche 450 miliardi di evasione accertata e non riscossa – del condono tombale del 2002 – di evasori con nomi, cognomi, scritti belli precisi all’Agenzia delle entrate, miliardi di euro che finora nessuno ha pensato di recuperare”.</i> Partendo da questi numeri, numeri di una guerra che se fosse stata realmente combattuta avrebbe consentito di tagliare <I>“8 punti di pressione fiscale che i cittadini pagano in più a causa dell’elusione”</i>, Penelope conclude: <i>“Ci stiamo a preoccupare del taglio delle province, della mensa a Montecitorio. Mi chiedo, per quale motivo questo argomento cade regolarmente nel vuoto”. </i> Su evasione e fisco, sono intervenuti anche Nicola Porro – <i>‘l’unico modo per combattere l’evasione, osserva, è la riduzione delle aliquote, e non in maniera demagogica, ma sulla linea di quanto fatto da questo Governo con la cedolare secca del 20% sugli affitti’-, </i>e Oscar Giannino che ha sollecitato le parti politiche a mettere mano al fisco, rimarca ‘seriamente’. Dice Giannino<I> “non si può massacrare l’80% delle piccole imprese italiane anziché difenderle per far pagare 40 punti in meno ai grandi”. </I>

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