5 Novembre 2015, h. 18:28

Il Faberlab di Tradate accende i riflettori sull’architettura 3d

faberlabIl Faberlab di Confartigianato Varese continua a guardare al futuro della manifattura digitale, saldando sempre più il legame tra i piccoli imprenditori e le opportunità offerte dalle tecnologie di ultima generazione. Giorno dopo giorno, il Faberlab di Tradate (VA) sta diventando un punto di riferimento per l’innovazione digitale, per tutto il territorio ma anche, e soprattutto, per il Sistema Confartigianato.
In Italia non c’è un’associazione di rappresentanza che si sia spinta tanto in avanti nel mondo della manifattura digitale e della stampa 3d. Un primato che Confartigianato Varese vuole consolidare con un ulteriore passo in avanti: l’architettura 3d. Per questo, venerdì 6 novembre, il Faberlab di Tradate ospita il workshop “Stampa 3D, la migliore soluzione per il mondo dell’architettura”, organizzato con la collaborazione dell’Ordine degli Architetti di Varese e SmartUp, il laboratorio dell’Università LIUC di Castellanza.
Il workshop diventa l’occasione giusta per presentare la nuova stampante a disposizione del Faberlab, la ProJetx60, una macchina innovativa e tecnologicamente avanzata, estremamente potente e veloce, capace di realizzare modelli in gesso e stampare in quadricromia. Tutte qualità che possono far fare il salto di qualità agli addetti del settore, architetti, interior designer e tutti gli artigiani coinvolti.
La stampa 3d permette a tanti professionisti e artigiani di sviluppare plastici e modelli velocemente e a costi contenuti. “Abbiamo dotato il Faberlab di una macchina innovativa, di ultima generazione, che ci permetterà di fare un ulteriore salto in avanti insieme a imprese, professionisti, maker, studenti e semplici cittadini – ha spiegato Davide Galli, presidente di Confartigianato Varese – Qui coltiviamo i valori del buon lavoro tipico dell’artigianato, fatto di idee, passione, personalizzazione. Qui si apprendono le competenze necessarie per sviluppare quell’idea fino a farla diventare un progetto”.

Relatore del workshop “Stampa 3d, la migliore soluzione per il mondo dell’architettura” del Faberlab di Tradate è Marco Muscogiuri, architetto, docente e ricercatore al Politecnico di Milano. Lo abbiamo intervistato per capire le possibilità attuali e i possibili scenari futuri della stampa 3d applicata all’architettura:

1) Professore, quali sono gli obiettivi del workshop?
“La finalità di questo convegno è quella di illustrare come le nuove tecnologie di stampa 3D possano cambiare il ruolo e gli usi del modello fisico di architettura, contribuendo ad aumentarne la diffusione, implementarne le potenzialità e l’utilizzo da parte di tutti i professionisti che lavorano nel mondo della progettazione e delle costruzioni. Da sempre il modello di architettura è uno strumento estremamente potente sia nella fase di sviluppo dell’idea progettuale, sia nella fase di comunicazione del progetto finito. I software di modellazione digitale, sempre più accessibili a tutti, hanno, da certi punti di vista, portato ad abbandonare la necessità di realizzare i modelli tridimensionali. Ma, al contrario, il modello tridimensionale resta uno strumento basilare, ed è forse quello più utile per la comprensione da parte dei non addetti ai lavori. Solo nel modello tridimensionale fisico si riescono a capire tutti gli aspetti di un progetto. La stampa 3D  rilancia l’uso del modello fisico in quanto lo rende più semplice e molto più veloce da realizzare, anche e soprattutto perché si interfaccia direttamente con gli stessi software di modellazione, portando a un drastico taglio dei tempi di esecuzione”.

2) La stampa 3d sta allargando i propri orizzonti applicativi. Ad oggi, quali sono le possibilità nel campo dell’architettura e dell’edilizia?
“Nell’ambito della produzione di modelli, la stampa 3D è già molto diffusa. Ma le sue potenzialità riguardano anche la produzione vera e propria di componenti edili o addirittura di parti di edifici “stampati” direttamente in cantiere o prodotti altrove e assemblati in cantiere. La stampa 3D consentirà un minore spreco di risorse e un minore consumo energetico per la produzione dei componenti edili e sicuramente un notevole risparmio sui materiali: tutto nasce da un file, da un disegno Cad, e dunque viene realizzato solo quello che è strettamente necessario, non ci sono tagli e non ci sono sfridi per gran parte dei componenti. Viene ottimizzato il materiale utilizzato in funzione della forma da ottenere, anche rispetto ai calcoli strutturali. Il risparmio del materiale è calcolato intorno al 50-60%. Inoltre, consentirà di stampare anche in cantiere se necessario, dunque è possibile tagliare drasticamente i costi di stoccaggio in magazzino e i costi di trasporto, utilizzando, in alcuni casi, anche materiali che trovano in loco (che però in questo caso vanno ovviamente testati e raffinati, dunque tutto dipende da quello che si deve stampare). Infine, è un sistema che consente una pressoché infinita possibilità di “customizzazione” e di realizzare su misura anche tutti i pezzi , senza alcun problema e senza alcun costo aggiuntivo, cosa che ovviamente non si potrebbe fare se si dovessero realizzare degli stampi o dei casseri ad hoc (pensiamo a componenti prefabbricati in cemento armato oppure in materiali plastici). Si tratta dunque di un sistema adattabile, leggero, flessibile, customizzabile e riconfigurabile a seconda delle esigenze, che consente di utilizzare meno materiale, di costruire più velocemente e in sito: è un sistema just-in-time e on-demand, che evita lo stoccaggio in magazzino e il trasporto di elementi prefabbricati”.

3) Secondo lei, quali sono i vantaggi per un piccolo imprenditore del settore nell’utilizzo della stampa 3d?
“È presumibile che nel prossimo futuro le stampanti 3D si diffonderanno abbastanza in fretta negli studi di progettazione, di ingegneria, architettura e design, così come vent’anni fa si sono diffusi i plotter, che inizialmente erano delle macchine estremamente costose. Questo consentirà la realizzazione immediata di plastici di lavoro a partire da file di studio abbozzati e contribuirà a modificare le metodologie di progetto. Questo perché le stampanti 3D da un lato consentono un’immediate visualizzazione fisica del modello, dall’altro impongono una maggiore accuratezza nello sviluppo progettuale. Per quanto riguarda la stampa 3D di componenti e prototipi, dipende ovviamente da quello che fa il singolo imprenditore. Le applicazioni sono innumerevoli, soprattutto in ambito manufatturiero, e consentono una produzione diretta degli elementi, dal file al modello fisico, in scala ridotta, ingrandita o in scala reale, oppure al prototipo reale che posso testare direttamente e posso modificare in tempo reale, fino alla produzione di oggetti e componenti, senza passaggi intermedi e senza sprechi”.

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