23 Novembre 2015, h. 12:42

Dalla Germania arriva una sentenza importante per la tutela del “made in Italy”, l’aceto “balsamico” è solo quello di Modena

aceto_balsamicoDalla Germania arriva una buona notizia per tante piccole imprese italiane dell’agroalimentare: il tribunale di Mannheim ha condannato un’azienda tedesca per aver impropriamente definito balsamico l’aceto prodotto in Germania. L’ennesimo caso di falso “made in Italy nel mondo, questa volta associato ad uno dei prodotti più conosciuti della tradizione italiana: l’aceto balsamico di Modena, che viene commercializzato in 120 paesi, coinvolge 107 cantine e 157 confezionatori, producendo un giro d’affari che supera i 700 milioni di euro.
E’ stato proprio il “Consorzio di tutela dell’aceto balsamico di Modena” a denunciare la Balema al tribunale tedesco, chiedendo la rimozione dell’aggettivo “balsamico” dai prodotti. La decisione del tribunale di Mannheim non si è fatta attendere e, come successo per il Grana padano e il Parmigiano reggiano, ha dato ragione a Modena e ai produttori dell’oro nero di questa terra. Secondo il tribunale tedesco, infatti, “balsamico non è un aggettivo generico e in quanto tale non può essere utilizzato per aceti prodotti lontano dall’Emilia”, a cominciare proprio dall’aceto “deutscher balsamico” della Balema.
Una sentenza che rappresenta un successo per le imprese del Consorzio modenese, un precedente importante per la giurisprudenza europea ed una rivincita per le tante imitazioni della nostra tradizione enogastronomica.
Se per i produttori modenesi la partita non è ancora finita, l’azienda tedesca ha fatto ricorso, infatti, e bisognerà attendere la fine di dicembre per la sentenza di secondo grado, questa storia ha riportato d’attualità la necessità di una maggiore tutela per i prodotti artigiani di qualità. Non soltanto quelli alimentari, le tante etichette Dop e Igt che rappresentano un primato per l’Italia, ma anche per tutte le produzioni di qualità. In questo senso, qualcosa si sta muovendo in Europa. Da qualche tempo, infatti, l’Unione ha espresso la volontà di allargare le tutele a lavorazioni come quelle della la ceramica, del vetro o dei tessuti. Se il Parlamento europeo ha già approvato a larga maggioranza il testo che estende questo tipo di tutele anche ai prodotti non alimentari o agricoli, la parola ora passa alla Commissione europea, che dovrà elaborare in tempi stretti una nuova legislazione in materia.

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