23 Ottobre 2017, h. 16:37

ALIMENTAZIONE – Etichettatura alimenti: luci e ombre delle nuove norme

In Italia le complicazioni burocratiche a carico degli imprenditori sono sempre in agguato. Ne sanno qualcosa le aziende del settore alimentare alle prese con le nuove norme in materia di etichettatura. E’ di pochi giorni fa la reintroduzione dell’obbligo di indicare sulle etichette lo stabilimento di produzione. Un’ottima legge per la quale Confartigianato si batte da tempo con l’obiettivo di garantire chiarezza e trasparenza ai consumatori. Peccato, però, che quello che doveva essere un fatto positivo rischia di creare non pochi problemi alle imprese.

Massimo Rivoltini, Presidente di Confartigianato Alimentazione, lo sottolinea, senza mezzi termini: “Confartigianato si è sempre battuta per la tracciabilità dei prodotti e quindi per l’indicazione in etichetta dello stabilimento di produzione. Tuttavia, nel nuovo provvedimento noi rileviamo alcune criticità. A cominciare dal fatto che le nuove regole riguardano soltanto l’Italia e i prodotti provenienti dall’estero potranno continuare ad inserire indicazioni generali e non quelle sullo stabilimento di produzione. Inoltre rileviamo un’eccessiva velocità di adeguamento: abbiamo soltanto 180 giorni di tempo per smaltire incarti e imballaggi recanti le indicazioni imposte dalla norma precedente. Quindi dovremo gettarli via e riadattare gli impianti stampa alle nuove norme con un notevole aggravio di costi. E ancora, le sanzioni previste per le irregolarità sono molto pesanti, si arriva addirittura a 15mila euro”. “Senza dimenticare – aggiunge il Presidente Rivoltini – che il provvedimento che reintroduce l’obbligo di indicare in etichetta lo stabilimento di produzione è ancora sub judice, perché l’Unione europea deve ancora pronunciarsi sulla sua legittimità. Di conseguenza, noi imprenditori rischiamo paradossalmente di essere costretti ad adeguarci rapidamente ad una legge che impone costi notevoli ma che potrebbe essere cassata dall’Ue e quindi dovremmo tornare ai blocchi di partenza. Una situazione a dir poco tragicomica”.

Come se non bastasse, sono in arrivo nuove regole sulle sanzioni per chi vìola le norme sulla etichettatura degli alimenti. “Il provvedimento è in fase istruttoria ma già avanzata – rileva Rivoltini – e ci preoccupa l’aspetto della definizione dell’entità delle sanzioni, che sono molto pesanti, per reati legati alla etichettatura. Noi non diciamo che chi sbaglia non deve pagare, ma  sosteniamo che le sanzioni devono essere commisurate alle dimensioni dell’impresa”. Il Presidente Rivoltini denuncia quindi il carico di burocrazia che blocca l’attività delle imprese: “Gli imprenditori  italiani, soprattutto nel settore dell’alimentazione, sono gravati da un carico infinito di leggi e adempimenti, talvolta in contraddizione tra loro, e nei quali non sanno districarsi. Si parla tanto di semplificazione e di sburocratizzazione, ma noi non ne vediamo traccia. Anzi!”.

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