2 Dicembre 2018, h. 00:44

ALIMENTAZIONE – Dal 19 dicembre scattano le norme per distinguere il pane fresco. Ma la battaglia continua in Parlamento

Il pane non è tutto uguale. Lo sanno bene i consumatori che ogni giorno sono alle prese con la difficoltà di capire se il prodotto che acquistano è davvero fresco.E lo sanno soprattutto i panificatori artigiani che danni si battono per distinguere ciò che tutti i giorni esce fragrante dai loro forni rispetto alle altre tipologie di pane.
Qualcosa si muove: il 19 dicembre entrerà in vigore un decreto interministeriale che, dopo 12 anni di attesa, stabilisce la differenza tra pane fresco e pane conservato o a durabilità prolungata. Differenza che dovrà essere riconoscibile ai consumatori.
E’ un primo positivo passo all’insegna della chiarezza. Ma per i Panificatori di Confartigianato non basta. E il Presidente Enrico Meini lo ha detto chiaro e tondo il 28 novembre nel corso di un’audizione al Senato. Perché proprio in Parlamento giacciono disegni di legge che dovrebbero fare chiarezza su tutti gli aspetti dell’attività di panificazione.

In particolare, secondo Confartigianato, è necessario coordinare e unificare in un testo unico le proposte normative per evitare sovrapposizioni e confusioni e definire in modo inequivocabile le caratteristiche del pane fresco. Tutto ciò per garantire la qualità della produzione artigiana, sempre più richiesta dai consumatori attenti ed esigenti. All’audizione in Senato, i Panificatori di Confartigianato hanno anche indicato la necessità di definire le caratteristiche del forno di qualità, in modo da renderle chiaramente riconoscibili, prevedere un preciso quadro di controlli e di sanzioni, armonizzare i corsi regionali di formazione professionale per i responsabili dell’attività produttiva.

 

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