5 Dicembre 2018, h. 06:30

STUDI – Food economy e lavoro: in Italia +4,8% occupazione in Alimentari e bevande mentre ristagna (+0,7%) in Eurozona. Due addetti su tre in piccole imprese, alta la vocazione artigiana: 35,6% addetti nelle imprese artigiane

Nell’ultimo anno la food economy mostra una robusta crescita dell’occupazione, contribuendo alla dinamica del mercato del lavoro. Il comparto di Alimentari e bevande è uno dei più rilevanti della produzione made in Italy, con un fatturato delle imprese di 131,7 miliardi di euro, che per il 18,1% viene esportato, un contributo alla crescita di 24,2 miliardi di valore aggiunto.

Il confronto internazionale evidenzia che nell’ultimo anno l’occupazione nell’Alimentare e bevande salo del 4,8%, di gran lunga superiore al +0,7% dell’Eurozona; l’Italia è il Paese più dinamico tra le maggiori economie dell’Ue superando la Spagna che cresce del 3,9% e la Francia a +0,2% mentre la Germania diminuisce dell’1,3% ed il Regno Unito del 12,1%.

Il positivo andamento dell’occupazione del settore è reso possibile dalla performance delle piccole imprese e dell’artigianato alimentare. Nel settore dell’Alimentare e bevande lavorano in imprese artigiane 157.262 addetti, pari al 35,6% del settore (10,1 punti percentuali superiore al 25,5% rilevato per il Manifatturiero); nelle piccole imprese con meno di 50 addetti si contano 274.212 addetti, pari al 62,1% del settore (8,1 punti percentuali superiore al 54,0% rilevato per il Manifatturiero).

L’occupazione delle piccole imprese di Alimentari e bevande pesa per l’1,6% del totale degli addetti di tutti i settori. Il maggiore peso della piccola impresa del settore Alimentare e bevande sull’economia del territorio lo riscontriamo nel Mezzogiorno dove è pari al 2,9%, davanti a Nord-Est (1,6%), Centro (1,3%) e Nord Ovest (1,1%).

Le regioni con il maggiore peso delle MPI dell’Alimentare e bevande sono Molise (4,1% dell’occupazione di tutte le imprese della regione), Sicilia (3,4%), Calabria (3,2%), Puglia e Sardegna (3,1%) e Basilicata (3,0%).

In chiave provinciale ai primi posti troviamo le province di Nuoro dove gli occupati nelle piccole imprese di Alimentari e bevande sono il 5,8% degli addetti delle imprese della provincia. Seguono Trapani con 4,9% ed Enna e Ragusa con il 4,6%. Tra le altre ripartizioni troviamo il peso più elevato della food economy di piccola impresa ad Asti con 3,4% (prima provincia del Nord Ovest), Parma (prima provincia del Nord Est) con 3,4% e Viterbo con 3,1% (prima provincia del Centro).

La vocazione artigiana nel territorio. Valutando il peso dell’artigianato sull’occupazione del settore – ricordiamo che in media nazionale è del 35,6% – si osserva che più di un occupato su due nel settore Alimentare e bevande lavora nell’artigianato in Liguria, dove la quota è del 68,5%, seguita da Sicilia con 57,3%, Basilicata con 57,2%, Marche con 55,5%, Sardegna con 54,8%, Valle d’Aosta con 51,4%, Molise con 50,5%, Calabria con 50,2% e Toscana con 50,1%.

Le province a maggiore vocazione artigianale dell’Alimentare e bevande sono Massa-Carrara con 86,1%, La Spezia con 79,8%, Fermo con 79,3%, Livorno con 72,8%, Pesaro e Urbino con 72,2%, Savona con 70,8% e Rieti con 70,2%.

I dati per regione nella Appendice statistica “Food economy e l’artigianato alimentare” Clicca qui per scaricarla.

 

 

 

 

Dinamica occupazione nell’ultimo anno nell’Alimentare e Bevande

Var. % tendenziale al II trim 2018. Media 4 trimestri. Divisioni 10 e 11 Ateco 2007  – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat

 

 

Dinamica dell’occupazione nel settore Alimentare e bevande e confronto con Manifatturiero: 2009-2018

IV trim. 2009-II trim. 2018. Media degli ultimi 4 trimestri. Var. % tendenziale. Divisioni 10 e 11 Ateco 2007. 15 anni ed oltre – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat

 

 

 

Vocazione artigiana della food economy per regione

Anno 2016. % addetti imprese artigiane sul totale del settore Alimentare e bevande – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

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