21 Dicembre 2018, h. 12:00

STUDI – La caduta degli investimenti pubblici: lo spread con l’Europa vale 17,1 miliardi di euro. Effetti pesanti su occupazione: con mancati investimenti persi 122 mila posti di lavoro in Edilizia

Dopo la manifestazione di Milano #QuelliDelSì, le tendenze degli investimenti pubblici e della dotazione infrastrutturale sono al centro dei lavori dell’Assemblea di Anaepa -Confartigianato Edilizia svolta oggi a Roma. Il report presentato oggi dall’Ufficio Studi illustra ed approfondisce le evidenze emerse nel Rapporto “La caduta. Lo spread di investimenti pubblici e infrastrutture” presentato giovedì scorso a Milano.

La caduta. Nel recupero degli investimenti manca la componente della domanda pubblica. Nel 2017 gli investimenti pubblici si posizionano su un livello inferiore del 37,7% rispetto al picco del 2009. L’Italia è ultima in UE per investimenti pubblici. Nelle previsioni per il 2018 gli investimenti pubblici in Italia sono al minimo storico dell’1,9% del PIL, con un divario di 0,9 punti rispetto al 2,8% della media UE, spread che vale 17,1 miliardi di euro.

Persi 122 mila posti di lavoro nelle Costruzioni a seguito della caduta degli investimenti pubblici. Una analisi controfattuale evidenzia che il calo degli investimenti pubblici in Costruzioni rispetto all’1,8% del PIL registrato nella media del quinquennio 2005-2009 equivale, in termini di input di lavoro, ad un calo di 122 mila occupati nelle imprese delle Costruzioni.

Nel 2018 segnali di recupero delle gare d’appalto, ma nel 2017 l’importo delle gare perfezionate è inferiore di 4,1 miliardi al livello del 2014. L’analisi delle procedure di affidamento di lavori in appalto – importo maggiore di 40 mila euro – evidenzia nel primo quadrimestre 2018 un andamento positivo, con un incremento del 31,2% dell’importo complessivo delle gare perfezionate, che consolida il +12,5% registrato nel 2017.

Investimenti bloccati per 4 miliardi di euro per 647 opere incompiute. Nel 2017 sono 647 le opere incompiute che sottendono investimenti pubblici bloccati per effetto dell’incompiutezza degli interventi per 4,0 miliardi di euro. Nell’ultimo anno le opere incompiute si sono ridotte del 14,0% e l’importo degli investimenti bloccati è diminuito dell’8,2%.

La burocrazia: servono 4,4 anni per un’opera pubblica, più della metà sono “tempi morti”. I tempi di realizzazione delle opere sono elevati, pari a 4,4 anni nel 2017, sostanzialmente stazionari (riduzione di 0,1 anni) nell’arco degli ultimi quattro anni. Più della metà del tempo non è operativo, influenzato dai procedimenti burocratici ed autorizzativi: i tempi di attraversamento, calcolati come l’intervallo temporale che intercorre tra la fine di una fase e l’avvio della successiva, sono pari a 2,4 anni e rappresentano il 54,3% della durata dell’opera.

Dopo il terremoto, lo ‘tsunami’ della burocrazia: sono 161 gli atti normativi per gestire la ricostruzione in Centro Italia (Marche, Lazio, Abruzzo e Umbria), 1 ogni 5 giorni. La ricostruzione nelle aree colpite dal terremoto del Centro Italia non è favorita dalla complessità della normativa che dovrebbe guidare la gestione degli interventi di ripristino: un monitoraggio sul campo dell’Ufficio Studi di Confartigianato Marche conta 161 principali atti normativi emanati dalla prima scossa del 24 agosto del 2016.

Per approfondire sono disponibili on line il Rapporto “La caduta” e la presentazione “Edilizia: check point dicembre 2018” e il Clicca qui per scaricarli.

 

Investimenti fissi lordi pubblici nei Paesi dell’Ue

Anno 2018. % sul PIL – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Commissione europea

 

Analisi controfattuale: occupazione nelle Costruzioni a seguito mancati investimenti pubblici

Anni 2009-2017. Migliaia occupati; ipotesi % investimenti in costruzioni sul PIL 2010-2017 pari alla media 2005-2009 – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

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