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21 Ottobre 2019, h. 16:29

STUDI – Economia circolare: nelle MPI 39,5 miliardi € di fatturato con il 75,5% degli addetti, uno su due nell’artigianato

I processi di crescita si intrecciano con sempre maggiore intensità con la sostenibilità ambientale e il contenimento della produzione di rifiuti. La gestione delle fasi del ciclo di vita del prodotto da parte delle imprese e i modelli di consumo si orientano verso una maggiore riciclo, riuso e riparabilità dei beni e, in tale contesto, la domanda di lavoro sarà guidata dalle assunzioni di professioni legate alla sostenibilità ambientale. Ai temi dell’economia circolare è dedicata la Settimana dell’energia organizzata da Confartigianato Lombardia che si è aperta stamane a Milano, durante una conferenza stampa in cui sono stati presentati alcuni dati sulla dimensione della circular economy.

L’economia circolare in Italia realizza un fatturato di 55,8 miliardi di euro e un valore aggiunto di 18 miliardi, pari all’1,1% del PIL; le attività di riciclo, riuso e riparazione sviluppano 2,2 miliardi di euro di investimenti e un’occupazione di oltre mezzo milione di addetti. Su questo fronte l’Italia è al primo posto tra i maggiori paesi europei per quota di occupati nell’economia circolare, pari al 2,1% degli occupati di tutti i settori e superiore all’1,7% della media UE; la quota dell’Italia si colloca davanti al 2% della Spagna, all’1,6% del Regno Unito, all’1,5% della Francia e della Germania.

Economia circolare, domina la piccola impresa. Il 75,5% degli occupati dell’economia circolare si addensa nelle micro e piccole imprese. Nei 24 settori dell’economia circolare in Italia operano 143 mila MPI che, con i loro 385 mila addetti, realizzano un fatturato di 39,5 miliardi di euro, il 70,9% dell’intero comparto e contribuiscono alla crescita dell’economia italiana con 11,4 miliardi di euro valore aggiunto.

L’economia circolare presenta una alta vocazione artigiana. In Italia oltre metà (51,0%) dell’occupazione nei settori della circular economy è addensata nelle imprese artigiane.

I risultati di una survey condotta su oltre 1.700 imprese lombarde, presentati stamane dall’Osservatorio MPI di Confartigianato Lombardia, delineano l’orientamento delle micro e piccole imprese alla sostenibilità ambientale. In particolare si evidenzia che tra le azioni green intraprese dalle imprese figura la riduzione dei rifiuti: la quota di MPI e imprese artigiane che nel corso degli ultimi cinque anni hanno ridotto gli scarti prodotti si attesta al 30,9%; la quota sale al 50% per le imprese più sensibili al green, quelle che lavorano materiale riciclato e usano imballaggi riciclati. Il 28,2% delle MPI e imprese artigiane presentano almeno un grado elevato di riparabilità e/o riciclabilità e/o durevolezza, con una maggiore accentuazione di quest’ultima, in controtendenza rispetto al fenomeno di ‘obsolescenza programmata’ della produzione industriale di serie; nell’arco degli ultimi cinque anni il 38,4% di queste imprese ha migliorato il proprio livello di circolarità.

La migrazione dal modello lineare a quello circolare è caratterizzata da interventi in una o più fasi del ciclo produttivo. Nel 53,1% dei casi le imprese si sono attivate ponendo maggiore attenzione sulla scelta delle materie prime, nel 28,2% dei casi sulla gestione dei rifiuti, nel 26,7% dei casi sulle performance dei processi produttivi, e nel 20,2% dei casi sulla progettazione di prodotti.

Alla base della transizione verso modelli a basso impatto ambientale sono necessarie caratteristiche individuali quali consapevolezza, sensibilità e senso di responsabilità.  La survey ha colto anche questo aspetto, evidenziando che per oltre la metà delle imprese (55,4%) la scelta di usare imballaggi a minor impatto ambientale è dettata principalmente dalla propria sensibilità ambientale; nel 52,7% dei casi la scelta di incrementare il grado di circolarità dei propri prodotti, viene effettuata in modo consapevole attraverso ricerche ad hoc o consulenze dedicate e il 70% degli intervistati ha indicato la piena consapevolezza della destinazione degli scarti che produce.

Per una migliore economia circolare servono condizioni di contesto più favorevoli. Il 51,5% delle imprese segnala la concorrenza sleale connessa con un non corretto smaltimento dei rifiuti. In termini di policy le imprese indicano prioritariamente l’abbattimento dei tempi e delle procedure burocratiche connesse con i processi di smaltimento, segnalato dal 45% delle imprese. Infine appare evidente la pressione sul lato dei costi: le imprese segnalano nell’ultimo triennio un aumento del 21,8% del costo di smaltimento dei rifiuti mentre, nello stesso arco di tempo, i prezzi alla produzione delle imprese manifatturiere sono saliti del 4,9%.

Il report su MPI ed economia circolare presentato stamane all’evento di inaugurazione della Settimana dell’Energia dall’Ufficio Studi e dall’Osservatorio MPI di Confartigianato Lombardia. Clicca qui per scaricarlo.

 

L’economia circolare: il peso delle MPI in Italia

anno 2016, milioni di euro – Elaborazione Osservatorio MPI Confartigianato Lombardia su dati Istat

 

Peso dell’economia circolare nei paesi dell’Unione europea

Anno 2016. % occupati nei settori del riciclo, riuso e riparazione – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat


 

Interventi di policy: la modalità prioritaria per ottimizzare la gestione dei rifiuti dell’impresa

% rispondenti – Elaborazione Osservatorio MPI Confartigianato Lombardia su dati Sondaggio ‘Gestione rifiuti e vocazione al riciclo d’impresa’

 

 

Nell’arco degli ultimi 5 anni (2014-2019) a parità di fatturato l’impresa ha ridotto i rifiuti prodotti

% rispondenti – Elaborazione Osservatorio MPI Confartigianato Lombardia su dati Sondaggio ‘Gestione rifiuti e vocazione al riciclo d’impresa’

 

 

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