30 Marzo 2020, h. 18:07

STUDI – Marzo 2020, una analisi degli ultimi dati 

Si prospettava, fin dalle prime fasi della crisi Covid-19, una straordinaria espansione del deficit degli stati e la necessità di politiche innovative per la gestione del debito pubblico. In una lettera al Financial Times del 25 marzo, l’ex Presidente della Bce Mario Draghi indica la necessità di intervenire con forza e velocità per evitare una prolungata depressione, resa più profonda da una pletora di fallimenti che lasciano danni irreversibili (“The challenge we face is how to act with sufficient strength and speed to prevent the recession from morphing into a prolonged depression, made deeper by a plethora of defaults leaving irreversible damage”). La perdita di reddito del settore privato deve alla fine essere assorbita, in tutto o in parte, dai bilanci pubblici (“The loss of income incurred by the private sector — and any debt raised to fill the gap — must eventually be absorbed, wholly or in part, on to government balance sheets”).
Dopo l’attivazione della clausola di fuga del Patto di stabilità e crescita da parte della Commissione europea, che ha così lasciato ai libri di storia il limite del deficit al 3% del PIL,  l’Unione europea è apparsa incerta e divisa sulla governance fiscale da adottare. Il Consiglio europeo dei capi di Stato del 26 marzo rinvia di due settimane l’adozione delle misure, indicando che la risposta “sarà intensificata, ove necessario (sic!), intraprendendo ulteriori azioni in modo inclusivo, alla luce degli sviluppi, al fine di dare una risposta globale”. Si tratta di “un’ultima chiamata” per l’Europa, come appare chiaro nell’intervento del Presidente Mattarella nella dichiarazione di venerdì scorso: “Sono indispensabili ulteriori iniziative comuni, superando vecchi schemi ormai fuori dalla realtà delle drammatiche condizioni in cui si trova il nostro Continente. Mi auguro che tutti comprendano appieno, prima che sia troppo tardi, la gravità della minaccia per l’Europa. La solidarietà non è soltanto richiesta dai valori dell’Unione ma è anche nel comune interesse.”
In parallelo al pericoloso tentenamento dell’Unione europea, i governi nazionali procedono alla programmazione e al varo di politiche espansive senza precedenti. Negli Stati Uniti viene varato un piano per 1900 miliardi di dollari, pari al 10% del PIL (ricordiamo che con gli interventi pubblici, a seguito della crisi del 2009, il deficit Usa salì di 6,6 punti di PIL). Tra i paesi europei, gli stimoli fiscali – varati e programmati a breve – nei maggiori paesi europei oscillano tra il 2 e 5 punti di PIL; molti di questi programmi saranno ampliati nel corso dell’anno, man mano che il quadro statistico metterà in evidenza gli effetti della guerra al coronavirus. Negli ultimi giorni si addensano report con dati inimmagiabili solo due settimane prima.
La crisi di liquidità, se non adeguatamente compensata, determinerà il fallimento di un numero insostenibile di imprese, togliendo alla fase di rilancio la sua necessaria base produttiva. Servono interventi immediati e ingenti, come ha messo in evidenza nei giorni scorsi il presidente di Confartigianato. Uno studio del prof.Fabiano Schivardi, predisposto in collaborazione con Cerved e pubblicato su ‘lavoce.info’, ipotizza che, in uno scenario cauto con emergenza sanitaria fino a giugno e due mesi per tornare alla normalità, il 17,2% delle società di capitali – con 2,8 milioni di lavoratori – registrerebbe una crisi di liquidità; la quota raddoppierebbe, arrivando al 33% – con 3,8 milioni di lavoratori a rischio – in uno scenario più severo, nell’ipotesi di una emergenza che si prolungasse fino a dicembre. La recessione sarà profonda, anche per le maggiori economie esportatrici. Il 22 marzo l’Ifo indica uno scenario di calo del PIL della Germania del 7,4%. Il 26 marzo il CPB (Netherlands Bureau for Economic Policy Analysis) stima, in uno scenario che prevede 6 mesi di restrizioni, un calo tra il 5 e il 7,7% del PIL per i Paesi bassi.  Lo stesso giorno escono i dati preliminari sulle vendite di made in Italy in Cina che, a febbraio, rilevano un crollo del 21,6% dopo la flessione dell’11,9% registrata a gennaio, evidenziando gli effetti del lockdown cinese. I danni saranno particolarmente accentuati nelle filiere turistiche. Il 24 marzo Iata, che rappresenta circa 290 compagnie aeree in 120 paesi, stima che l’estensione per un trimestre delle restrizioni di viaggio in essere determinerebbe un calo della domanda globale di voli del 38%.
La domanda di energia elettrica: analisi di due scenari. L’elaborazione dei dati giornalieri di Terna – provvisori e  senza correzioni per la stagionalità – indica che, nella settimana tra il 19 e il 25 marzo, il fabbisogno del sistema elettrico è sceso del 21% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nell’ipotesi di scuola che questa tendenza si prolungasse  fino a maggio, e che necessitassero due mesi per il recupero, si registrerebbe su base annua un calo del 5,2% della domanda elettrica. Nello scenario più severo di  prolungamento del lockdown fino a  luglio, e che necessitasse di quattro mesi per il recupero, la richiesta di energia elettrica nel 2020 diminuirebbe del 10%, identico a quello rilevato nel 1943, sotto i bombardamenti durante la seconda guerra mondiale.
In calo anche la domanda di carburanti, in relazione ai trasporti limitati agli spostamenti essenziali di persone e merci. L’analisi dei dati forniti da Autovie Venete sul traffico autostradale sul tratto della A4 Quarto d’Altino-Trieste evidenzia, dal 23 febbraio al 22 marzo 2020, un calo del 43,2% del traffico autostradale rispetto alla settimana analoga di un anno prima. Dal 16 al 24 marzo, dopo il lockdown, si registra una caduta dell’85,7% dei transiti di mezzi leggeri e del 41,9% di quelli di mezzi pesanti.
Prima di piombare nell’incubo della crisi da coronavirus, l’Europa e l’Italia erano impegnate nell’intensificazione delle azioni per la riduzione degli effetti del cambiamento climatico. Paradossalmente, il lockdown associa a devastanti danni economici e sociali, misurabili benefici per l’ambiente: secondo le valutazioni di Ispra pubblicate il 26 marzo, infatti, per i primi tre mesi del 2020 si attende una riduzione del 5-7% delle emissioni di gas serra in Italia.
L’analisi nella rubrica ‘Imprese ed energia’ di QE-Quotidiano energia.

Crisi Covid-19 e domanda energia elettrica: due scenari

Dati mensili, var. % durante lockdown per: 1) crisi mar-giu+2 mesi recupero 2) crisi per mar-ago+4 mesi recupero – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Terna 

 

Numero e relativo trend veicoli pesanti transitati sulla A4 Quarto d’Altino-Trieste nel 2020

Settimane 2020 al 22 marzo, tratto A4 gestito da Autovie Venete SpA; in grassetto var. % con settimana analogo del 2019  – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Autovie Venete 

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