4 Settembre 2020, h. 08:13

FASE DUE – Il contagio dell’ottimismo. Le imprese che ripartono e rimettono in moto l’Italia

Artigiani e piccoli imprenditori che non si arrendono, che si sono rimboccati le maniche per far ripartire l’Italia. Confartigianato racconta le testimonianze di chi interpreta la crisi come opportunità, inventando nuovi modi di fare impresa, lanciando nuovi prodotti, trasformando i propri servizi. Ecco dunque le storie dell’Italia delle piccole imprese contagiate dalla voglia di reagire e di continuare a lavorare. Storie che si possono anche ascoltare nel programma ‘Siparte’ su Isoradio Rai, in onda dal lunedì al venerdì dalle 14 alle 15.

 

 

Gli “artigiani del gusto” pronti per rilanciare il food made in Italy | Ascolta la storia a ‘Siriparte’ su Isoradio

Gli artigiani e le piccole imprese del settore alimentare, pur tra mille gravi difficoltà, stanno cercando di reagire agli effetti della crisi scatenata dalla pandemia anche sperimentato modalità di commercializzazione alternative alla vendita tradizionale, come e-commerce e consegne a domicilio.
Un impegno che vede protagonista Confartigianato Alimentazione da sempre in prima linea per preservare le migliori tradizioni produttive italiane tramandate di generazione in generazione e per valorizzare un patrimonio unico al mondo per ricchezza e varietà di alto valore culturale, economico e sociale.
Basti dire che nel settore alimentare operano 89.000 aziende artigiane con 156.000 addetti. Nell’ultimo anno l’Italia ha esportato prodotti alimentari per un valore di 35,3 miliardi e l’occupazione del settore, negli ultimi cinque anni, è cresciuta del 12,9%. Massimo Rivoltini, Presidente di Confartigianato Alimentazione, spiega che bisogna coniugare tradizione e innovazione per prepararsi per una ripartenza di slancio che apra nuovi orizzonti ed opportunità commerciali. Tra queste, l’iniziativa ComprArtigiano, promossa da Confartigianato e nata dalla collaborazione tra Confartigianato Alimentazione e la società Made in Italy SLC, è lo strumento per consentire alle PMI di superare i propri limiti dimensionali e di localizzazione, grazie ad un accesso immediato ai mercati globali.
‘ComprArtigiano’ è uno store con un primo punto vendita a Roma, dove in uno spazio di 200 metri quadri è possibile assaggiare, degustare e acquistare l’eccellenza dei prodotti realizzati dagli artigiani del settore alimentare di tutte le regioni.
Al negozio della Capitale si aggiungeranno a breve altri punti vendita in tutto il Paese. Ma, oltre che negli store fisici, la qualità del food artigiano è in vetrina sul portale https://comprartigiano.shop/. Su queste piattaforme digitali i consumatori di tutto il mondo potranno scegliere ed acquistare le specialità alimentari italiane offerte dalle aziende artigiane di tutti settori e di tutta Italia: soltanto food rigorosamente artigiano, 100% made in Italy, garantito da Confartigianato.
Con ‘ComprArtigiano’ Confartigianato valorizza e propone dunque l’Italia del buon cibo, rappresentata dai prodotti artigiani che sono un piacere per il palato e che generano occupazione, reddito e ricchezza per il nostro Paese.

 

Imprese di pulizia, competenza e tecnologia al servizio di salute e sicurezza | Ascolta la storia

Nell’emergenza sanitaria si è riscoperto il valore della pulizia e dell’igiene come strumento fondamentale per ridurre il rischio di contagio e proteggere la salute collettiva. E sono apparse alla ribalta le imprese di pulizia che normalmente svolgono un’attività ‘dietro le quinte’.
Spiega Stefano Rampazzo, Presidente delle Imprese di pulizia di Confartigianato: “La pulizia, la disinfezione, la sanificazione sono processi che necessitano di professionalità, competenza e tecnologie per offrire trattamenti efficaci. Sono attività che devono essere attentamente progettate, ad alta intensità di manodopera e i cui costi non possono/potranno essere contratti se si vogliono prestazioni di alta qualità. Ai nostri clienti indichiamo cosa fare, i prodotti da utilizzare per mantenere gli standard di igiene necessari per la propria e altrui sicurezza. Insomma agiamo con la professionalità e con l’etica consueta, siamo imprese di prossimità conosciute proprio per i servizi resi. E sul rapporto di fiducia creato ci muoviamo anche in questa crisi. La nostra attività professionale è riconosciuta dalla legge che prevede precisi requisiti di accesso. E’ un mestiere che non si può improvvisare. Il settore delle pulizie è caratterizzato da una importante componente di innovazione tecnologica (dai panni ai macchinari più sofisticati) e da processi produttivi che possono essere controllati e monitorati anche in termini di risultati. E’ necessario essere consapevoli che il processo di pulizia e disinfezione non è residuale, ma deve essere tenuto in debita considerazione già nella fase di progettazione degli spazi, nella progettazione e ottimizzazione del ciclo produttivo, nella scelta degli arredi e delle attrezzature, nella definizione delle procedure di qualità aziendale”.

Le calzature artigiane rinascono sui social |  Leggi la storia  Ascolta la storia

Trasformare la crisi in opportunità grazie al digitale. C’è riuscito Alberto Cisamolo, artigiano delle calzature di Isola della Scala (Verona), titolare di ‘Linea Nostra’, il quale, durante il lockdown, ha inventato un nuovo modo per valorizzare il suo lavoro. La chiusura dell’attività per due mesi non l’ha scoraggiato. Sui suoi profili Instagram e Facebook, e presto anche su Youtube, ha cominciato a pubblicare tutorial nei quali insegna come trasformare gli scarti della lavorazione della pelle in braccialetti, portachiavi e svuota tasche.
Lavora davanti alla telecamera, suo figlio lo riprende e monta le clip. «Nei video – spiega in un’intervista a Il Giornale – insegno tutti i passaggi, dalla creazione dello stampo all’applicazione dei bottoni racconta -. Uso il materiale di scarto, quello che andrebbe buttato. In modo da recuperarlo e dargli nuova vita. E i miei clienti apprezzano». Per questo è nato il progetto di cominciare a vendere quella che ho battezzato scatola magica: un kit che contiene i ritagli di pelle per realizzare gli oggetti che presento. “Per acquistarlo – spiega – basta chiamarmi o inviarmi una mail. Siamo noi a occuparci della spedizione”. La popolarità di Alberto è cresciuta col tempo. “Ci siamo resi conto che a seguirci non erano solo i clienti affezionati, ma anche chi non ci conosceva. Speriamo che questo contribuisca a dare nuovo impulso all’impresa quando viaggeremo al 100% dell’attività. Anzi, ne sono convinto: sono sicuro che presto tornerà il sereno. Il Made in Italy e i suoi prodotti restano un’eccellenza e il valore degli artigiani resterà centrale”.

 

L’acconciatura ricomincia dalla comunicazione digitale

Sono passati 3 mesi da quando Codogno e altri comuni della provincia di Lodi furono dichiarati ‘zona rossa’, la prima in Italia a seguito della scoperta del focolaio dell’epidemia da Covid 19. E Anna José Buttafava, titolare di tre saloni di acconciatura a Codogno, a Casalpusterlengo e a Lodi, è stata tra i primi imprenditori a subire le gravi conseguenze dell’isolamento e delle misure di restrizione della sua attività.
Ma Anna José è un imprenditrice coraggiosa e oggi, nonostante non nasconda stanchezza e preoccupazioni, guarda al futuro con quell’’ottimismo per forza’ che non può mancare a chi fa impresa.
“Il segno della rinascita – dice – l’ho percepito quando i miei clienti mi hanno definita un ‘affetto stabile’, l’ho sentito incontrandoli di nuovo con quella loro fiducia e l’affetto che peraltro non sono mai mancati in questi 3 mesi di chiusura. Tornare dal parrucchiere è stato un momento di socialità importante, significa staccarsi dalla solitudine per curare il proprio decoro e la propria dignità”.
Anna José non si è mai fermata durante il lockdown. “Non abbiamo mai perso il contatto con i nostri clienti, con le nostre 13 collaboratrici e con le aziende fornitrici. I social e la comunicazione on line ci hanno consentito di restare costantemente collegati e sia di gestire la formazione e l’aggiornamento del nostro team di dipendenti sia di fornire consulenza a chi ci chiedeva consigli su come mantenere in ordine il proprio aspetto. Insomma, non abbiamo perso tempo, anzi, abbiamo spinto l’acceleratore sulla modalità digitale e ci siamo preparati per la riapertura. E ora stiamo per attivare un’app per gestire in modo ancora più efficiente i nostri servizi, organizzare gli appuntamenti, informare la clientela sulle nostre offerte e sui prezzi”.
Riparte dal digitale, dunque, Anna Josè Buttafava che ora è alle prese con le difficoltà di una riapertura scandita dai nuovi ritmi e dalle nuove regole che hanno ridotto del 50% il suo lavoro, riorganizzato dal lunedì al sabato dalle 9 alle 20, con turni di 6 ore per le sue 13 collaboratrici.
“Ci siamo adeguate alle nuove disposizioni indispensabili per poter ricominciare – sottolinea Anna José – ma ciò che pesa di più sono i ritardi,  le complicazioni,  l’assenza di risposte che abbiamo dovuto subire quando si è trattato di chiedere la liquidità necessaria alla nostra attività e le prestazioni di cassa integrazione per le nostre dipendenti sospese dal lavoro. Confartigianato ci è stata vicina e ci ha molto sostenuto, noi facciamo la nostra parte ma questo Paese, per ripartire, deve essere davvero vicino agli imprenditori come me e deve fare piazza pulita della burocrazia”.

 

La fiera diventa digitale e porta la moda made in Italy nel mondo | Ascolta la storia  | Rivedi il servizio su Moda Makers Digital su Tgcom24

L’epidemia di COVID-19 non ferma Moda Makers, la manifestazione fieristica delle PMI del tessile-abbigliamento divenuta ormai un appuntamento fisso a Carpi, cuore del distretto della maglieria made in Italy famosa nel mondo.
A giugno si svolgerà infatti la prima edizione di Moda Makers Digital, una versione della manifestazione completamente online, che consentirà ai buyers di tutto il mondo, che tradizionalmente convergevano fisicamente a Carpi per la tre giorni di esposizione, di prendere visione dei campionari – che comprendono creazioni di confezione, maglieria, tagliato, camiceria e capispalla – senza spostarsi dai Paesi ove risiedono. Dal 18 giugno 2020, infatti, possono accedere, con un sistema che garantisce la sicurezza sia dell’espositore che dell’acquirente, a un portale web appositamente concepito per consentire alle aziende di mostrare le proprie creazioni, entrare in contatto con i clienti e ricevere ordini.
Fabrizio Stermieri, imprenditore del settore tessile, titolare dell’azienda ‘Maglieria Paola Davoli’ a Carpi, è stato un precursore di questa modalità di vendita on line ed è tra gli ispiratori e organizzatori di ‘Moda Makers Digital’.
L’innovativa formula di svolgimento, che era allo studio degli organizzatori – tra i quali Lapam Confartigianato Imprese Modena Reggio Emilia – sin dall’inizio dell’emergenza coronavirus, è così in fase di realizzazione, dopo che la proposta ha riscontrato l’adesione di un numero sufficiente di aziende, invitate a partecipare tra la platea delle PMI che, nei quattro anni trascorsi, hanno già preso parte alle edizioni passate di Moda Makers.

 

 

Le mascherine anti Covid diventano ecocompatibili | Ascolta la storia

Contribuisce a risolvere la questione dello smaltimento perché biocompatibile, è lavabile e costruita con materiale ipoallergenico. La “Nina Mask” la mascherina anti coronavirus nata in provincia di Reggio Emilia, è frutto della collaborazione tra quattro imprese: Plastic Four, 3DLine, Soluzione Cad e Rc-Sed. Il prototipo nasce a inizio marzo grazie a 3Dline impresa che produce e commercializza stampanti 3D ed è guidata da Simone Gaddi.
‘3Dline’ è un’azienda che affianca le PMI nel processo di trasformazione digitale offrendo servizi, prodotti e competenze di qualità.
La mascherina nasce a inizio marzo, quando 3DLine ha rilasciato gratuitamente sul web il progetto “OsMask”, il file spl. scaricabile e open source – quindi modificabile – di una mascherina anti Covid-19. L’intento era quello di permettere a chiunque disponesse di una stampante 3D, di autoprodursi un dispositivo di sicurezza in un momento in cui le mascherine erano praticamente introvabili. In un certo senso è stato un precursore delle cosiddette “mascherine di comunità”, autorizzate adesso dal Governo.
E’ stato raccolto l’interesse di alcune imprese tra cui Plastic Four di San Martino in Rio che si occupa di materie plastiche, della reggiana Soluzione Cad specializzata in progettazione e della milanese Rc-Sed che ha poi ingegnerizzato il prototipo. Dalla sinergia tra le quattro aziende è nata “Nina Mask”, oggi acquistabile online sui siti aziendali.
Nina Mask” è costruita con materiale ipoallergenico e biocompatibile, cioè conforme alla normativa ISO 10993. La maschera ha un alloggiamento per un filtro sostituibile della durata di otto ore, ma a parte questo il prodotto ha una durata pressoché eterna e il fatto che sia riciclabile, un punto su cui ha insistito molto Plastic Four, la rende sostenibile rispetto a tantissimi altri prodotti usa e getta.
Ad oggi non è un DPI o un presidio medico chirurgico, come indicato anche sulla confezione, ma è in attesa di ricevere la certificazione come mascherina FFP2, un fattore che interessa anche la grande distribuzione.

 

Nasce il divisore per far lavorare i tassisti in tutta sicurezza |Ascolta la storia

Daniele Sanguin, è  titolare di Color Dimension, impresa della provincia di Bologna specializzata nelle arti grafiche, che ha ideato e realizzato un divisore per taxi per permettere agli autisti di lavorare in totale sicurezza. L’idea, come spesso succede, è nata quasi per caso, dal racconto di un amico tassista sul continuo rischio di contagio a cui è sottoposto. Da lì l’input a  trasformare le abituali lavorazioni in plexiglas per fiere e negozi in un pannello divisore tra autista e passeggero. La protezione è una lastra in policarbonato da 2 mm, con uno sportellino apribile per il pagamento e due alette laterali flessibili per consentire l’eventuale apertura dei dispositivi di sicurezza come gli airbag laterali. Il fissaggio è assicurato da una mantellina trasparente anti-strappo con borchie e fettucce elastiche. “La serigrafia digitale ci permette di indicare sul pannello tutte indicazioni di sicurezza. Inoltre, abbiamo utilizzato un policarbonato che è un materiale sicuro, certificato, anti-urto e molto resistente. La nostra barriera è conforme a tutte le normative europee e per questo è certificata CE – aggiunge Sanguin – Devo ringraziare Confartigianato Bologna per avermi accompagnato nella fase di preparazione di tutte le pratiche burocratiche per avviare la produzione, siamo riusciti a trasformare velocemente un’idea imprenditoriale in un prodotto utile a tutti, tassisti e cittadini”. Soprattutto, però, utile per tornare a lavorare in sicurezza e per recuperare il terreno perso in questi due mesi di blocco delle attività  

 

 

Pulizia dei capi d’abbigliamento a prova di contagio |Ascolta la storia

Nella fase 2 sarà fondamentale curare l’igiene personale e degli indumenti. Ecco allora l’importanza delle attività artigiane di lavanderia e pulisecco, testimoniata da Carlo Zanin, imprenditore veneto e Presidente di Confartigianato Pulitintolavanderie: “La qualità, la sicurezza, l’igiene e oggi anche l’efficacia nella lotta al coronavirus, delle nostre lavanderie artigiane tradizionali – ha spiegato il Presidente Zanin  – sono certificate anche grazie a ricerche internazionali e a test microbiologici da noi commissionati che hanno dimostrato come tutti i principali metodi di lavaggio professionale abbiano un’elevata efficacia di abbattimento per i più diffusi ceppi microbici”

 

 

Innovazione e ricerca per i nuovi termoscanner |Ascolta la storia

La gestione della fase 2 e le misure per contenere il contagio da Covid 19 necessitano di tecnologie adeguate. Come quelle messe a punto di WithGroup, Consorzio Stabile Entertainment&In Room Technology Home Health che opera a Rovereto (Trento) ed è specializzato nella produzione di dispositivi di rilevazione della temperatura corporea. Piero Bottini racconta l’attività del Consorzio di piccole imprese che puntano tutto sull’innovazione e sulla ricerca

 

 

 

C-Voice Mask, il dispositivo hi tech per il personale sanitario |Ascolta la storia | Rivedi il servizio su Rai1 La vita in diretta

Ingegno, ricerca e generosità: nasce dal mix di questi tre valori C-Voice Mask, un dispositivo per agevolare la comunicazione tra personale sanitario medico e paramedico e paziente affetto da Covid-19. Lo ha creato Siropack Italia Srl, azienda di Cesenatico guidata da Rocco De Lucia e Barbara Burioli e socia di Confartigianato Cesena. Ne ha parlato Barbara Burioli, spiegando che il dispositivo è composto da una maschera Seac Sub Unica utilizzabile con filtri di tipo FFP2 e FFP3, dotata di un sistema di amplificazione ad hoc, ed è stato realizzato in collaborazione con il Laboratorio di ricerca TAILOR ed il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Bologna. Siropack ha deciso di rilasciare disegni, logiche ed ogni altro diritto di proprietà intellettuale relativo alla C-Voice Mask a titolo gratuito, tramite la compilazione di un apposito form sul proprio sito web www.siropack.it
Per la realizzazione del primo lotto di C-Voice Mask che saranno donate alle strutture sanitarie richiedenti, Siropack Italia si è avvalsa del supporto di Confartigianato Cesena

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