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23 Novembre 2020, h. 12:44

STUDI –  Il 52% del made in Italy e il 50% del turismo invernale in ‘area rossa’. Il profilo aggiornato delle tre aree

Con la nuova ordinanza del Ministero della salute dello scorso 20 novembre, da ieri l’Abruzzo entra nell’area rossa, portando ad una ulteriore modifica del precedente quadro delle tre aree di rischio.

Con la nuova configurazione territoriale, in area rossa, caratterizzata da uno scenario di massima gravità e da un livello di rischio alto, si collocano Abruzzo, Calabria, Campania, Lombardia, Piemonte, Toscana, Valle d’Aosta e Provincia Autonoma di Bolzano. Complessivamente, negli otto territori dell’area si concentra il 46,2% della popolazione e il 48,1% del PIL. Nell’area si concentra il 50,5% degli occupati della manifattura e il 51,6% delle esportazioni e si registra un PIL pro capite medio del 5,2% più elevato della media nazionale. In quest’area si registra il 40,9% delle presenza turistiche ma sale a 49,5% la quota delle presenze turistiche nei mesi invernali (dicembre, gennaio e febbraio). In chiave energetica – l’analisi oggi nella rubrica dell’Ufficio Studi su QE-Quotidiano energia –  l’area rossa concentra il 67,0% di produzione idrica e più della metà (53,3%) di produzione da rinnovabili.

La maggiore criticità sul fronte dell’emergenza e della pressione sul sistema sanitario in area rossa è sottolineata dall’addensamento di più della metà (54,6%) degli attuali positivi al Covid-19 (dato al 22/11/2020) e da un tasso di occupazione dei posti letto totali di terapia intensiva per pazienti Covid-19 del 53,4%, di oltre dieci punti superiore alla media nazionale di 42,8% (la soglia di allerta per questo indicatore è del 30%). Nell’area il tasso di occupazione dei posti letto totali di area medica per pazienti Covid-19 è del 56,3%, oltre sei punti superiore alla media nazionale (la soglia di allerta per questo indicatore è del 40%).

L’’area arancione’, caratterizzata da uno scenario di elevata gravità e da un livello di rischio alto, comprende otto regioni – Basilicata, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche, Liguria, Puglia, Sicilia e Umbria – e pesa il 31,8% dei residenti italiani e per il 27,8% del PIL.

L’area si conferma con la più elevata incidenza delle imprese artigiane, che superano un quarto (25,4%) del totale delle imprese (23,7% la media nazionale). In relazione alla variabili energetiche, nell’area è più accentuata la produzione da eolico (57,2%) e di solare (45,2%) e si concentra la metà  (50,5%) dell’export di energia.

Nell’area arancione risiede il 24,2% degli attuali positivi e sia il tasso di occupazione dei posti di terapia intensiva che quello di occupazione dei posti di area medica sono circa quattro punti al di sotto della media nazionale.

Nell’’area gialla’ – composta dai restanti cinque territori di Lazio, Molise, Provincia autonoma di Trento, Sardegna e Veneto – risiede il 22,0% della popolazione italiana e si realizza il 24,0% del PIL. Sul fronte sanitario, nell’area si cumula il 21,2% degli attuali positivi, mentre scendono vicino ai livelli di soglia gli indicatori di pressione sul sistema sanitario. L’area in esame presenta il più elevato PIL pro capite (+9% rispetto alla media nazionale) e presenta la più alta vocazione turistica, con un terzo (33,0%) delle presenze turistiche. Sul fronte energetico, l’area si caratterizza per quote relativamente più consistenti delle esportazioni energetiche (38,3%), di valore aggiunto nel settore energia elettrica e gas (31,8%) e del parco auto elettriche e ibride (28,9%).

 

 

10 variabili chiave su economia, imprese ed emergenza sanitaria in ‘area rossa’, ‘area arancione’ e ‘area gialla’

ultimo dato disponibile, anni 2018, 2019 e 2020, % sul totale Italia, aree e positivi Covid-19 al 22/11/2020, al 22/11/2020 – Istat Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat, Mef-Rgs, Dipartimento protezione civile
(Per leggere tutte le variabili, clicca QUI)

 

Indicatori di pressione sul sistema sanitario per area di rischio

report 20 novembre 2020, aree dal 22/11/2020  – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Ministero della salute-Iss e Dipartimento protezione civile

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