Leadership italiana delle MPI manifatturiere penalizzata dal più alto prezzo dell’energia elettrica
L’Italia è la seconda economia manifatturiera dell’Unione europea, ma sale al primo posto per occupati nelle micro e piccole imprese manifatturiere. La competitività delle MPI è ridotta dai prezzi più elevati dell’energia elettrica tra i paesi della manifattura europea. L’elevato prezzo dell’energia aggrava le difficoltà delle MPI manifatturiere, alle prese con la crisi dell’automotive e i dazi imposti dagli Stati Uniti.
Una analisi dell’Ufficio Studi sul settore è contenuta nell’articolo ‘Le prospettive di autunno dominate dalle difficoltà della manifattura’ pubblicato ieri su QE- Quotidiano Energia.
Le incertezze pesano sulle due maggiori economie europee manifatturiere
Nel secondo trimestre del 2025 il PIL dell’UE sale dello 0,2% rispetto al trimestre precedente, mentre scende dello 0,1% in Italia e dello 0,3% in Germania. Nel primo semestre 2025 la produzione manifatturiera in Italia scende del 2,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, a fronte dell’aumento dell’1,1% nella media UE e di un calo più marcato in Germania (-2,4%). Un segnale positivo arriva dai dati dell’Istat pubblicati stamani che indicano a luglio 2025 un aumento dell’1,4% dell’attività manifatturiera rispetto al mese precedente.
Pesa la crisi europea dell’auto che ha il suo epicentro in Italia – Nei primi sei mesi del 2025 la produzione di autoveicoli in UE scende del 4,4% e, tra i maggiori paesi produttori, il calo è più intenso per l’Italia che segna un -17,3% e per la Svezia con -12,6% (vedi il grafico dei maggiori paesi produttori). Sul peso dell’artigianato dell’autoriparazione nel comparto automotive si veda l’Elaborazione Flash ‘Alcuni numeri chiave sulla filiera auto in Italia nel 2025’ realizzata dall’Osservatorio MPI Confartigianato Emilia-Romagna in collaborazione con l’Osservatorio MPI Confartigianato Lombardia in occasione del 43° Premio Confartigianato Motori.
Sul trend della manifattura influisce una dinamica dell’export sotto “effetto farmacologico”. Nel primo semestre 2025, le esportazioni manifatturiere registrano una crescita tendenziale del 2,0%, ma al netto delle maggiori vendite di farmaci e medicinali (+38,8%), l’export scende dell’1,4%. L’introduzione dei nuovi dazi statunitensi allontana la ripresa della manifattura. Come evidenziato da una recente Nota dell’Ufficio Studi, gli Stati Uniti sono il primo mercato per 54 prodotti del made in Italy. Inoltre, la svalutazione del dollaro del 12,3% tra gennaio e agosto 2025 rappresenta un dazio implicito, peggiorando ulteriormente la competitività delle esportazioni. Sul portale la rassegna delle analisi e posizioni di Confartigianato sul tema dazi.
Il divario di competitività dei prezzi dell’energia elettrica
L’Italia è il paese con la maggiore occupazione nelle micro e piccole imprese (MPI) manifatturiere, mentre registra i prezzi di energia elettrica più elevati tra le dieci maggiori economie manifatturiere, che rappresentano l’82,7% del totale della manifattura nell’UE a 27.
L’Italia conta 1 milione 853mila occupati nelle micro e piccole imprese manifatturiere (20,9% del totale UE) davanti al 1 milione 467mila della Germania (16,7%), agli 856mila della Polonia (9,7%), agli 802mila della Francia (9,1%) e ai 799mila della Spagna (9,0%).
Nel secondo semestre del 2024 il prezzo dell’energia elettrica pagato nelle classi di riferimento delle MPI in Italia – per consumi fino a 2.000 MWh e comprensivo di accise, oneri e al netto dell’IVA – è pari a 28,00 centesimi di euro al KWh e risulta del 22,5% al di sopra alla media UE, oltre ad essere superiore a quello rilevato in Germania (26,98 centesimi di euro al KWh), Polonia (25,48 centesimi di euro al KWh), Ungheria (24,5 centesimi di euro al KWh), Repubblica Ceca (23,49 centesimi di euro al KWh), Paesi Bassi (22,54 centesimi di euro al KWh) e Francia (21,42 centesimi di euro al KWh). Il prelievo fiscale e parafiscale sul costo dell’energia elettrica per le MPI in Italia è più che doppio (+117,4%) rispetto alla media UE a 27. Tale divario scende al crescere dei consumi, passando all’80,3% tra 2.000-20.000 MWh e al 38,2% tra 20.000 e 70.000 MWh, mentre diventa negativo, generando un vantaggio fiscale, per i grandi consumatori tra 70.000 e 150.000 MWh (-22,6%) e oltre 150.000 MWh (-19,6%). L’Italia presenta il secondo più elevato carico per accise e oneri sul chilowattora pagato dalle MPI tra i 27 paesi dell’Unione europea: dopo la Polonia con 7,90 centesimi di euro al KWh, seguono l’Italia con 7,78 centesimi di euro al KWh, Cipro con 6,53 centesimi di euro al KWh, Belgio con 4,14 centesimi di euro al KWh e Germania con 4,07 centesimi di euro al KWh.
Prezzi energia elettrica delle imprese con consumi fino a 2.000 MWh nei primi 10 paesi UE per addetti in MPI
% addetti su totale Ue (2023) e prezzi al II semestre 2024 in centesimi di euro/kWh, al netto di IVA – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat
Tasse e oneri al netto di IVA per imprese con consumi fino a 2.000 MWh
Secondo semestre 2024, centesimi di euro/kWh – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat
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