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I Giovani Imprenditori dalla Convention 2025: “Restanza artigiana, con le nostre radici costruiamo il futuro!”

Il 10 ottobre Confartigianato è diventata il palcoscenico di un sogno e di un progetto collettivo: quello dei Giovani Imprenditori che hanno partecipato alla Convention Nazionale del Movimento dal titolo  “Restanza artigiana: giovani che innovano, territori che vivono”.

«La restanza — ha spiegato Riccardo Porta, Presidente dei Giovani Imprenditori di Confartigianato  — è quella dei giovani imprenditori e imprenditrici che hanno scelto di restare nei propri territori: chi per portare avanti un’azienda di famiglia, chi per crearne una nuova. Una scelta tutt’altro che scontata, in un’epoca in cui tanti abbandonano i propri luoghi d’origine perché non li considerano più attrattivi. E invece noi restiamo! E non lo facciamo per chiuderci, ma per aprirci: restiamo da cittadini del mondo, portando il mondo nei nostri territori e rendendoli attrattivi, vivi, contemporanei».

Nel suo intervento, il Presidente Porta ha anche delineato l’obiettivo concreto della Convention: «Oggi è l’inizio di un percorso. Vogliamo approfondire questo tema, creare valore, consapevolezza, costruire una squadra. Da qui partirà il nostro cammino verso la costruzione di un manifesto, che conterrà i principi fondamentali del nostro essere giovani imprenditori. Ma ciò che davvero conta non è solo il risultato finale: è il percorso che faremo insieme, attraversando i territori, coinvolgendo la nostra rete, rendendo ogni tappa un’occasione di crescita e condivisione. Sarà una sfida, una straordinaria avventura e un’enorme opportunità per tutti noi».

Ad aprire i lavori della Convention il saluto di Marco Granelli, Presidente di Confartigianato, il quale ha ricordato come l’artigianato italiano rappresenti molto più di un comparto produttivo: è tessuto sociale, motore di coesione territoriale. Nel suo intervento, Granelli ha ribadito l’impegno della Confederazione per la riforma della legge quadro dell’artigianato all’esame del Senato, «perché l’impresa artigiana merita un riconoscimento strategico nel disegno della crescita italiana».

E a Granelli ha risposto il senatore Luca De Carlo, presidente della 9ª Commissione permanente del Senato, che ha illustrato proprio le novità previste nel DDL annuale PMI, con un pacchetto di misure dedicate all’artigianato e al ricambio generazionale. “Si tratta – ha detto – di adattare le regole a un mondo che è cambiato, mettendo a disposizione degli artigiani di oggi e di domani strumenti adeguati, una ‘cassetta degli attrezzi’ per affrontare le sfide future». Il Senatore De Carlo ha evidenziato il valore delle riforme in discussione, sottolineando in particolare l’importanza di rendere attrattive le imprese artigiane per le nuove generazioni: «Abbiamo il problema delle aziende dei padri che non vengono trasferite ai figli. Dobbiamo capirne le cause e agire, sfidare il cambiamento con strumenti nuovi, partendo dall’ascolto dei giovani e assumendo un ruolo guida». Fondamentale, per il senatore, è anche il rapporto tra politica e impresa: «Quando un imprenditore vede un Governo propositivo e pronto ad ascoltare, sa di avere un alleato, non un ostacolo». In questo senso, le riforme in arrivo rappresentano un cambio di passo nella visione della politica, che non deve solo legiferare ma anche garantire che ciò che fa sia concretamente utile”.


 


Nel corso della convention, Enrico Quintavalle, responsabile dell’Ufficio Studi di Confartigianato, ha presentato un report sottolineando che le micro e piccole imprese restano centrali nei territori fragili del nostro Paese. In un’Italia che affronta “glaciazione demografica” e perdita di capitale umano, i giovani artigiani rappresentano non solo continuità, ma anche speranza concreta. Nonostante le difficoltà, il nostro Paese è leader europeo per numero di imprenditori under 35, molti dei quali operano proprio nei settori artigiani. E proprio nelle aree interne si intravvedono spazi di sperimentazione e innovazione.

I lavori della Convention, moderati da Costanza Calabrese, giornalista del Tg5, sono proseguiti con le testimonianze di Filippo Berto, CEO di BertoSalotti, e di Susanna Martucci, CEO e Founder di Alisea Srl, per dimostrare che la tradizione artigiana può diventare protagonista di espansione sui mercati internazionali e di sostenibilità.

Il tema della Convention è stato poi al centro del dibattito con Filippo Tantillo, ricercatore esperto di politiche territoriali, secondo il quale la restanza deve essere concepita come scelta culturale e strategica, come orizzonte progettuale, e va supportata da adeguate ed efficaci politiche pubbliche, a cominciare dal welfare e dagli interventi per la casa.  Da parte sua, Elena Granata, docente del Politecnico di Milano, ha esplorato il ruolo dell’“artigiano-placemaker”, capace di intervenire nello spazio urbano e territoriale con sensibilità progettuale. Granata ha insistito sul fatto che rigenerare non significa omologare, bensì leggere identità, memoria e futuro per dare forma a luoghi autentici capaci di attrazione e vita. L’artigiano, ha sostenuto, può inserirsi nei processi urbanistici come co‑progettista dei territori, riportando mani, cura e sensibilità nei progetti che spesso trattano le aree interne come spazi residuali.

Poi è toccato a Andrea Granelli, CEO di Kanso e Cofondatore di Venture Thinking, parlare dell’imprenditore contemporaneo, quello “5.0”: un attore capace di integrare tradizione, innovazione e visione sistemica: “I giovani devono studiare, devono possedere competenze multidisciplinari, non soltanto tecniche, ma anche umanistiche, per affrontare un mondo sempre più complesso. Bisogna ripartire dalla formazione per poter costruire la tradizione, il passato di domani”.

La convention ha poi offerto un dialogo con Laura Inghirami, fondatrice di Donna.Jewel, che ha portato la sua esperienza all’insegna del motto “Think local, act global”: gioielli come micro-narrazioni, intreccio tra radici locali e orizzonti globali, capacità di differenziazione in un mercato sempre più esigente. La sua testimonianza ha anticipato la registrazione in diretta del podcast “Fare Impresa. Che Storia!”, che ha restituito le voci, le riflessioni, le esperienze dei giovani imprenditori di Confartigianato che hanno partecipato alla Convention. A concludere la Convention è salito sul palco Marco Grazioli, Presidente de “The European House – Ambrosetti”, che ha invitato ad immaginare un futuro governato con cura, “tra complessità e melodia”, dove la bellezza del gesto artigiano si sposa con il dettaglio strategico.


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