Garantire risorse alle imprese che hanno rispettato i termini per Transizione 5.0 e CER
La chiusura anticipata e la riduzione delle risorse per Transizione 5.0 e per le CER non devono penalizzare le imprese che hanno presentato le domande nei termini previsti e rispettando i criteri. È quanto sottolineano Confartigianato e CNA in audizione in Commissione ambiente al Senato nell’ambito della conversione del DL su Transizione 5.0 e produzione di energia da fonti rinnovabili.
Pertanto, le due organizzazioni rinnovano la richiesta a Governo e Parlamento di garantire le risorse per soddisfare le richieste presentate da tutte le imprese rispettando termini e criteri per accedere ai contributi.
Confartigianato e CNA, al riguardo, evidenziano che la dotazione di Transizione 5.0 è stata ridotta da 6,3 a 2,5 miliardi e successivamente integrata con altri 250 milioni. Per le CER in comuni sino a 50mila abitanti invece la dotazione è scesa da 2,2 miliardi a 795 milioni a fronte di domande presentate entro il termine del 30 novembre pari a 1,45 miliardi.
Le associazioni dell’artigianato inoltre ribadiscono che il passaggio dal credito d’imposta al super-ammortamento previsto per la Nuova Transizione 5.0 ridurrà di almeno il 40% la platea delle imprese potenzialmente beneficiarie.
Altra criticità contenuta nel decreto riguarda la definizione di aree idonee per l’installazione di impianti da fonti rinnovabili. Per Confartigianato e CNA il provvedimento rende la disciplina poco chiara e contraddittoria rispetto agli obiettivi di riduzione dei costi energetici e sviluppo dell’energia pulita. Nello specifico la sommatoria dei criteri introdotti si trasforma in un rilevante restringimento degli spazi di sviluppo delle rinnovabili. A titolo di esempio, con le nuove norme nella regione Umbria soltanto il 4% del territorio potrà ospitare impianti da fonti rinnovabili.
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